L’importante istituzione torinese presenta Mary Heilmann e Maria Morganti, due mostre che vanno a completare l’ambizioso progetto espositivo della stagione. Dopo l’apertura del Deposito Vivente, il nuovo allestimento delle collezioni e la recente inaugurazione della mostra Berthe Morisot. Pittrice impressionista, la GAM si inserisce nell’importante settimana dell’arte torinese adempiendo a due importanti missioni museali. Con Mary Heilmann (California, 1940) realizza la prima mostra in Italia dell’artista internazionale e contemporaneamente offre all’attenzione internazionale il lavoro di Maria Morganti (Milano, 1965). Le due artiste appartengono a due generazioni differenti ma sono accomunate da un lavoro pittorico che mette in primo piano il colore, la luce e il tempo.
Mary Heilmann è la prima grande mostra italiana dedicata all’artista americana, a cura di Chiara Bertola, direttrice della GAM, realizzata in collaborazione con l’artista e lo Studio Heilmann di New York. L’esposizione ripercorre, in maniera non cronologica, l’energica e gioiosa pittura di una delle più importanti rappresentanti della pittura astratta contemporanea. Sessanta opere segnano i passaggi fondamentali della sua produzione, dai primi dipinti geometrici degli anni Settanta alle composizioni delle tele più recenti dai colori fluorescenti. La dimensione geometrica e astratta di Mary Heilmann offre una visione ludica ispirata a temi autobiografici, come il surf e la spiaggia che hanno caratterizzato in particolar modo la sua giovinezza o le influenze da artisti come Gordon Matta Clark (New York 1943-1978). Uno dei suoi primi dipinti è China Town (1976), dedicato al primo quartiere dove ha abitato a NY. Un dipinto apparentemente semplice che richiede all’osservatore di indagare e questionare lo spazio all’interno della tela. Il colore di Mary Heilmann è un’esplosione controllata di imperfezione. In maniera spesso evidente si nota come esso sia anche steso con la spatola o con le mani. I suoi quadri sono composizioni che eludono particolari riferimenti a contesti specifici ma rimandano a vivaci spazi liminali caratterizzati da un pacthwork di simboli, temperature e sfumature cromatiche differenti.
Contemporaneamente, lo Spazio del Contemporaneo, custodisce la prima grande antologia dell’artista Maria Morganti, a cura di Elena Volpato, con una selezione di opere prodotte tra il 1988 e il 2024.
Con una pittura costante, progressiva, composta da piccoli gesti quotidiani «Maria ha tenuto acceso il fuoco della pittura in Italia» afferma Elena Volpato. La mostra a lei dedicata svela un profondo legame con la pittura, composto da una ritualità processuale che «ha messo al centro l’esperienza del colore inteso come traccia e sostanza dell’esistenza», usando le parole dell’artista. Le opere di Maria Morganti diventano sedimentazioni che si trasformano nel tempo. In mostra la sua ciotola, la tavolozza attraverso cui ogni giorno crea un nuovo colore, facendo attenzione a non far seccare il colore del giorno prima. Morganti dedica un colore ad ogni giornata, tramutando il suo colore nello spirito del tempo.
La GAM ospita lo studio di Maria Morganti, un laboratorio che diventa un archivio del tempo e diventa esso stesso un’opera intitolata luogogesto. All’interno di questo luogo si trovano il Sedimentario, la Diarioteca, il Quadro Infinito e la Pedana su cui si muove durante il suo lavoro, interconnessi tra di loro prendono spazio all’interno della galleria. «Da anni tutti i giorni appena arrivo in studio la prima cosa che faccio è prendere la mia macchina fotografica e dirigermi nella fondamenta accanto. Qui fotografo sempre lo stesso punto. Poi torno dentro, mi vesto con il grembiule da lavoro e vado verso la ciotola, faccio un colore e con questo compio tre azioni. Lo stendo su tre superfici: il “Quadro infinito”, il “Diario” e una “Sedimentazione”». (Morganti, 2013)
Il giorno dell’inaugurazione le giovani artiste Melania Fusco e Marta Magini, che hanno collaborato da tempo con Maria Morganti, hanno estratto dai mobili archivi tutti i dipinti appartenenti alla serie Sedimentazioni e tutti i Diari da lei dipinti in vent’anni di lavoro quotidiano, posizionandoli sulle pareti dello spazio espositivo. Formando una lunga linea del tempo hanno creato un racconto cromatico che mostra la produzione dell’artista. Questa performance è stata chiamata Ostensione #1 e si è distinta come “una mostra nella mostra”.
Il Quadro Infinito, come un portale magico del tempo, è una tela che l’artista realizza dal 2006 giorno dopo giorno, strato dopo strato. Attraverso il colore Morganti tramanda un’eredità che ha origine nella scuola del colore di Venezia, dove l’artista ha il suo studio.
LA GAM, per il quarto anno, è vincitrice di PAC 2024 – Piano per l’Arte Contemporanea e grazie ai fondi messi a disposizione della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura acquisisce l’opera Frammento #1 e 5 Quadri per la Querini di Maria Morganti. Le mostre sono accompagnate da due distinti cataloghi, Maria Morganti pubblicato da Corraini Edizioni e Mary Heilmann dalla casa editrice Allemandi.
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