Categorie: Mostre

Il filo rosso del mare: l’arte di Roberto Maria Lino a Villa Lysis, Capri

di - 13 Luglio 2024

Secondo un’antica e romantica leggenda giapponese, ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo. Lo chiamano il filo del destino, quello che unirebbe le persone destinate ad amarsi. Guardando una delle sculture fitomorfe in filo di Roberto Maria Lino, in mostra fino al 22 luglio nella splendida cornice di Villa Lysis, a Capri, viene da pensare che l’artista voglia creare questo legame viscerale proprio con il mare.

La mostra dal titolo Di Mare ed il suo orlo a cura di Collettivo Zero e organizzata dall’associazione culturale Ápeiron, presenta una serie di lavori inediti in cui il giovane artista gioca sui confini, utilizzando del tessuto di scarto cucito a mano, come strumento per dar voce al proprio vissuto e alla memoria personale. Il risultato è simile al processo di formazione di un sogno: storie di vita, di viaggi, di radici e di legami indissolubili.

Abbiamo rivolto all’artista el collettivo curatoriale qualche domanda, per approfondire il progetto.

Roberto Maria Lino, Mare cinereo, installazione site specific, Villa Lysis, Capri 2024, © photo Diana Del Franco

In questa mostra traspare un forte legame con il mare. Cosa rappresenta per te e che rapporto hai siglato con il mare di Capri?
«Il mare è sempre stato presente nella mia vita, dall’essere nato a Napoli, dal passare ogni estate circondato dal mare e attualmente essendo in residenza a Monaco. Il rapporto è sicuramente evoluto, da bambino il mare erano le stelle marine e le sirene, durante l’adolescenza l’ho associato più alla solitudine, mentre ora lo percepisco come luogo di connessioni e sperimentazioni. Il mare ha la capacità di isolare e unire, curare e corrodere, e sicuramente negli anni ha nutrito la mia creatività. Il mare, carico di sale, lascia un’impronta su qualsiasi cosa bagni, e credo questo sia il suo aspetto più affascinante».

Le tue opere sono realizzate con gli scarti di tessuto. Quale utilizzi in particolare e perché proprio il tessuto?

«Il tessuto è il compagno dell’uomo, da sempre presente nelle nostre vite. Trovo estremamente interessante utilizzare materiali naturali e di riciclo, dando loro nuova vita tramite cuciture a mano o tinture. La stoffa utilizzata per la mostra proviene da varie regioni della Campania, in modo da legare il più possibile le opere al luogo ospitante. I tessuti di seconda mano, difettati o scartati hanno per me una forte emotività, essendo capaci di assorbire il nostro quotidiano, senza chiedere niente in cambio. Utilizzare materiali sostenibili preesistenti è un modo per contrastare la saturazione attuale che circonda il mondo dell’industria tessile».

Roberto Maria Lino, Mare cinereo, installazione site specific, Villa Lysis, Capri 2024, © photo Diana Del Franco

Ricorrono soprattutto alcuni colori, in particolare il rosso e l’oro, hanno delle simbologie speciali per te?

«Il rosso è da sempre presente nella mia vita e quindi associato al concetto di memoria: dal rosso della sala operatoria, dai capelli della sirenetta, al rosso dei coralli.  L’oro presente in Villa Lysis, architettura liberty depredata negli anni dell’abbandono, è anch’esso un residuo di memoria, di sfarzi ed eccessi che la struttura porta con sé. Il rosso e l’oro rappresentano un dialogo astratto tra i miei ricordi personali, e quelli del conte Fersen».

C’è un artista che ti ha ispirato per la tua ricerca o per questa mostra nello specifico?

«Mare cinereo, la serie di opere site specific per la mostra, e il titolo stesso della mostra Di mare e il suo orlo re-immaginano i versi di Ada Negri, potessa che conosceva molto bene l’isola di Capri. Dopo diverse chiacchierate con una cara amica caprese, citare Ada Negri è sembrato il modo più diretto per evocare la magia e l’unicità dell’isola».

Roberto Maria Lino, Mare cinereo, installazione site specific, Villa Lysis, Capri 2024, © photo Diana Del Franco
Roberto Maria Lino, Mare cinereo, installazione site specific, Villa Lysis, Capri 2024, © photo Diana Del Franco

Cosa ha significato per voi, Collettivo zero, curare la mostra di un artista promettente in una location esclusiva come Capri?

«L’isola di Capri e soprattutto la villa del conte Fersen, sono stati un incentivo importante, poiché uno dei nostri obiettivi è sicuramente promuovere un tipo di curatela che faccia emergere gli artisti a contatto con il territorio ed il suo patrimonio, tangibile e intangibile. Ma l’interesse principale per noi di Collettivo Zero è stato immergerci nel mare di Roberto. Ci siamo tuffati nel progetto anche non conoscendo nel dettaglio la sua proposta, affascinati dalla sua pratica, sensibile e attenta.

Anche per questo, abbiamo colto l’occasione del Vesuvio Art Summit 2024, che si è tenuto lo scorso maggio a Somma Vesuviana (NA), che abbiamo Co-curato insieme a Tramandars, Progetto Fiori, Spazio Amira e Vesuvio Adventures, per approfondire il lavoro di Roberto Lino e il rapporto curatori-artista. È stato affascinante seguire il flusso di idee, portarlo a contatto con luoghi e paesaggi inesplorati e scoprire insieme come, effettivamente, il suo mare invade elegantemente gli spazi della Villa. Questo è solo l’inizio di una collaborazione più ampia che ci vedrà coinvolti in nuove produzioni ancora in contatto con il patrimonio del nostro territorio».

Roberto Maria Lino, Mare cinereo, installazione site specific, Villa Lysis, Capri 2024, © photo Diana Del Franco

Il progetto è patrocinato dalla Città di Capri e dal Principato di Monaco con il contributo di Farella Capri, Capri Natura e Cantine Mustilli.

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