Attraverso un secolo di storia, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici racconta un treno leggendario con la mostra “Orient-Express & Cie. Itinerario di un mito moderno”. Con la curatela di Eva Gravayat e Arthur Mettetal e la coproduzione di Fonds de dotation Orient-Express e del Festival Rencontres d’Arles, l’esposizione raccoglie oltre duecento pezzi che documentano un viaggio che ha avuto inizio nel 1883. Alla fine dell’Ottocento la Compagnie Internationale des Wagons-Lits presentò al mondo l’Orient-Express. Nato come primo di una serie di treni lusso internazionale, l’Orient-Express ha incarnato il mito della modernità, contribuendo allo sviluppo dell’industria dei trasporti e alla creazione di una vera e propria icona culturale di fama internazionale. Con un percorso espositivo ricco di fotografie, video e documenti, “Orient-Express & Cie. Itinerario di un mito moderno” si potrà visitare fino al 21 maggio negli spazi di Villa Medici.
Comparso sul finire del XIX secolo, l’Orient-Express a quell’epoca era l’unico treno di lusso della Compagnie Internationale des Wagons-Lits che permetteva di collegare direttamente Parigi all’antica Costantinopoli. Un’assoluta novità questa via di comunicazione tra Europa d’Occidente e la porta d’Oriente, possibile grazie a un’impresa in cui si intrecciavano tecnica, economia e diplomazia. Da Parigi a Istanbul e da Parigi a Roma: oltre l’Orient-Express v’era anche il Rome-Express che collegava Francia e Italia percorrendo 1446 chilometri. La nascita di questo treno leggendario e le sue destinazioni si ritrovano nelle immagini di fotografie e stampe, di locandine e adesivi per bagagli. In questo modo, la sezione iniziale della mostra, “Destinazioni” racconta anche la storia del design e della grafica di un tempo.
Tutte provenienti dall’archivio dell’antica Compagnie internationale des wagons-lits, le opere e le fotografie in mostra restituiscono l’immaginario dell’Orient-Express nella sua forma più idealizzata ma anche con la documentazione del grande lavoro di tutte le persone che permettevano la messa in moto di questo servizio. Infatti, la sezione “Industria” svela la realtà delle strutture e del personale dietro le quinte che lavorava nelle officine, nelle lavanderie, nelle ebanisterie e nei calderai. Insieme a una raffinata tecnica, era il lusso a dare quel plus che rendeva unico l’Orient-Express: letti comodi come a casa propria e una proposta di ristorazione al pari dei migliori ristoranti.
All’inizio del XX secolo, il mezzo fotografico si diffondeva sempre più, anche le imprese ne intuivano il potenziale ai fini pubblicitari. Così, se da una parte dell’obiettivo c’erano modelle in posa a promuovere gli ottimi servizi dell’Orient-Express, succedeva che dall’altra vi fossero grandi fotografi. Tra gli scatti in mostra, perlopiù anonimi, quello del fondatore della Compagnie Internationale des Wagons-Lits Georges Nagelmackers porta la firma di Paul Nadar. E insieme al celebre fotografo francese compaiono i nomi di Albert Chevojon, che anni prima aveva immortalato la costruzione della Tour Eiffel, e Sébah & Joaillier.
La fotografia ha contribuito a diffondere l’immagine del mito moderno dell’Orient-Express che ha poi ispirato diversi artisti, cineasti e scrittori. Da mezzo di trasporto a oggetto culturale, il leggendario treno è stato ripreso in diverse storie: assai celebre quella dell’Assassinio sull’Orient-Express (1934) di Agatha Christie. Dall’inizio del XX secolo a oggi, l’Orient-Express continua ad alimentare il mondo dei creativi: in mostra a Villa Medici ci sono i lavori dei contemporanei Sarah Moon e Mathias Enard. La prima, fotografa, presenta un lavoro che ricalca le orme dell’Orient-Express, il secondo, scrittore, ha invece realizzato una docu-fiction sonora. Una lunga vita tra realtà e finzione, quella del più famoso treno di lusso della Compagnie Internationale des Wagons-Lits, da scoprire con “Orient-Express & Cie. Itinerario di un mito moderno”, fino al 21 maggio.
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