Un’iniziativa, a cura di Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto, che a ridosso del centenario della nascita dell’artista, sottolinea il suo legame costante con Venezia sia a livello artistico che personale.
Carla Accardi è una delle figure più significative dell’arte del XX secolo. A partire dal secondo dopoguerra, quando, unica donna in un contesto interamente maschile, ha contribuito all’affermazione dell’arte non figurativa in Italia, prendendo parte al gruppo astratto Forma (1947). Affermatasi negli anni 50 tra i protagonisti dell’Art autre di Michel Tapié con la sua poetica del segno, nel decennio seguente ha introdotto l’uso di un inedito materiale plastico trasparente, il sicofoil. È così che l’artista abbandona le tempere a favore di vernici colorate e fluorescenti in modo da aprire la sua ricerca a effetti optical e ambientali. Poi anni Settanta, segnati da un marcato impegno nelle attività sociali e nel femminismo (con Carla Lonzi ed Elvira Banotti nel 1970 è stata tra le fondatrici di Rivolta Femminile). Una lunga carriera artistica sempre in evoluzione, che attraversa gli anni Ottanta e Novanta del Novecento ed approda al nuovo millennio con un rinnovato interesse per la pittura, espresso attraverso un linguaggio fatto di segni e giustapposizioni cromatiche.
Un filo conduttore in questa lunga produzione artistica è proprio Venezia. Nel 1948 la Accardi ha esordito alla Biennale facendovi ritorno nel 1964 (con una sala personale introdotta in catalogo da Carla Lonzi), poi nel 1976, 1988 (sala personale) e nel 1993 comparendo anche nell’edizione del 2022. Un legame documentato da opere, foto ed altro materiale documentario, che attesta il suo rapporto con la città lagunare. La più emblematica è un’immagine del 1952, quando, in occasione di una mostra alla Galleria del Cavallino, visitò col marito, l’artista Antonio Sanfilippo, e Tancredi Parmeggiani la collezione Guggenheim.
Il progetto Veneziano a cura di Pier Paolo Pancotto (in collaborazione con l’Archivio Accardi Sanfilippo, Roma) ribadisce questo legame, presentando sotto forma di installazione una ristretta selezione di lavori posti in dialogo con gli ambienti storici del museo, in particolare quelli della Sala Quattro Porte posta lungo il percorso della Quadreria allestita da Carlo Scarpa.I Lenzuoli sono un ciclo di opere raramente visibile nel suo insieme, avviati negli anni 70 del Novecento, sono interessanti proprio perché, a loro modo, risultano riassuntivi del lungo e denso percorso creativo della grande artista astrattista.
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