Dal 6 maggio al 4 giugno 2023 il MAO – Museo d’Arte Orientale di Torino ospita Sonic Blossom la performance partecipativa ideata da Lee Mingwei. Inoltre fino al 3 settembre sarà possibile visitare, sempre all’interno del MAO, l’evoluzione della mostra “Buddha10. Frammenti, derive e rifrazioni dell’immaginario visivo buddhista”, allestita con nuove opere, a cura di Laura Vigo e Davide Quadrio.
Gli spazi della collezione permanente del MAO di Torino accolgono i visitatori con una performance unica nel suo genere, ideata dall’artista Lee Mingwei (Taiwan, 1964). Passeggiando per le sale del museo il tempo rallenta alla visione di un cantante vestito con prezioso kimono floreale che cammina pacatamente alla ricerca di qualcuno a cui donare un Lieder di Franz Schubert.
Se il visitatore accetta il dono il Salone Mazzonis si colma di una vibrazione celestiale che viaggia sulle note del compositore austriaco e si irradia in tutte le altre sale. La performance diventa un momento di incontro che trasporta in una dimensione sacra e spirituale, in armonia con la collezione orientale. L’intento di Lee Mingwei è chiaro ed efficace: vuole donare un’immersione sonora di tranquillità e a pace ai visitatori, con gli stessi brani che hanno giovato la convalescenza di sua madre dopo un intervento chirurgico.
Sonic Blossom è stata presentata per la prima volta all’inaugurazione del National Museum of Modern and Contemporary Art in Corea nel 2013, in seguito al Centre Pompidou di Parigi e al Metropolitan Museum of Art di New York. Per questa occasione l’artista si è avvalso della collaborazione del Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi di Torino, con l’aiuto di uno dei maggiori esperti contemporanei di Schubert, il professore di Musica Vocale da Camera (Lied e Oratorio) Erik Battaglia e della cooperazione dell’Ufficio di Rappresentanza di Taipei in Italia.
Il secondo capitolo di “Buddha10”, allestito negli spazi del piano terreno del Palazzo Mazzonis, è un dialogo tra la tradizione e il contemporaneo. Il percorso espositivo inizia con l’installazione Come un limone lunare di Francesco Simeti (Palermo, 1968), l’opera ricrea un ambiente freddo e meccanico, composto da una moltitudine di immagini in movimento che rappresentano la natura. Si tratta però di una natura troppo perfetta che, lungi da rappresentare la realtà, diventa un mero riflesso platonico che invita a riflettere sull’effetto manipolatorio della società.
Di seguito, superando la statua del Buddha protetto dai suoi guardiani e avvolto da musica antica indiana, si incontra l’opera video A Monk di Kan Xuan (Xuancheng, Cina, 1972). Quest’ultima simboleggia il concetto della transitorietà, rappresentando il viso di un monaco che, ripreso da tre punti di vista nel momento della preghiera, sembra fluttuare nel tempo e nello spazio. Mentre l’artista Qiu Zhijie (Zhangzhou, Cina 1969) propone alcuni versi del sacro Sutra del Cuore come atto performativo della vita quotidiana. Infine, una stanza è dedicata al video dell’ultima installazione dell’artista taiwanese-americano Lee Mingwei intitolata Spirit House, un’opera che diventa uno strumento per la realizzazione dei propri obiettivi.
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