Il Museo d’Orsay ospita la più grande collezione impressionista di tutto il mondo e celebra il suo 150esimo anniversario in grande stile: invitando il pubblico a riscoprire la mostra che nel 1874 vide giovani pittori a riunirsi nel segno dell’immediatezza in rapporto con il Salone di Parigi, che negli stessi giorni esponeva la pittura che per l’epoca era la più acclamata, voluta e acquistata. Già dal titolo, PARIS 1874. Inventer l’impressionisme, l’esposizione si figura come una rara opportunità per riscoprire un momento topico di legami inaspettati e diversità incolmabili, per una primavera artistica che cambiò la storia. Alla Gare d’Orsay la celebrazione è una ricostruzione storica. Un gruppo di artisti esclusi dal Salone ufficiale si unì in quell’anno per una mostra collettiva nello studio del fotografo Nadar: lo spazioera grande, vetrato e centrale sul Boulevard des Capucines a pochi passi dall’Opera e il gruppo di pittori ribelli prendeva il nome di Société anonyme des artistes peintres, sculpteurs et graveurs, società anonima di pittori, scultori e incisori. Vi partecipava Monet con nove opere, Renoir, Cezanne, Pissarro, Degas, Morisot: 37 artisti in tutto che condividevano un linguaggio basato sulla pennellata rapida. Questi pittori visionari ritraevano scene di vita moderna, paesaggi dai colori chiari eseguiti all’aperto catturando momenti fugaci, e impressioni effimere di vita quotidiana.Rifiutavano l’approccio accademico dei soggetti epici, preferivano ritrarre le osterie, le stazioni ferroviarie, i paesaggi urbani, le vie della moda, tutto quello che poteva essere dipinto fuori dagli atelier. Era una pittura en plein air,una tecnica rapida che permetteva di catturare l’attimo, la sensazione, una percezione inedita della luce con nuove prospettive sulla natura e sul paesaggio urbano. Lo sfondo doveva avvolgere la figura con continui contrasti tra luci e ombre.
Per comprendere meglio il desiderio di cambiamento di questi giovani artisti, è necessario partire dal periodo storico, un dopoguerra segnato da due importanti e devastanti conflitti, la guerra franco tedesca e la guerra civile. Ma anche un momento di importanti scoperte come quella della fotografia e una pittura resa maneggevole grazie all’utilizzo di tubetti di colore e cavalletti che consentivano agli artisti di spostarsi, uscire dai propriatelier. Tutto questo portò a una rottura con il passato, alla negazione dell’importanza del soggetto, alla riscoperta del paesaggio, all’attenzione al colore più che al disegno, all’esigenza di mostrare e non nascondere emozioni, dubbi e critiche.
Fra le opere esposte, La maison du pendu di Cezanne, Repetition o un ballet sur scene di Degas, Le berceau di Morisot, Gelée blanche di Pissarro, La loge di Renoir, Lescoquelicots e Impression, soleil levant di Monet. Questa celebre opera ritrae un porto al mattino presto, al sorgere del sole. Questi artisti, la cui esigenza di realismo era più forte dalla ricerca del dettaglio, vennero definiti Impressionisti da un’affermazione di un critico d’arte che non apprezzò le opere, definite incompiute, opere di cui si poteva ambire solo all’impressione di quello che avrebbe potuto essere. La mostra fu un fallimento totale e il gruppo nel 1890 si sciolse.
Alla Gare d’Orsay non soltanto si riproduce un’esposizione collettiva che diventò epica, esponendo i capolavori dei grandi maestri su muri rossi, come fu quella originale, ma si presenta anche il suo opposto artistico accademico del Salone di Parigi, istituzione prestigiosa nel mondo dell’arte francese dell’epoca. Da un lato, le classiche opere di un Salon che rispecchiava le convenzioni accademiche dell’epoca, con tecnica impeccabile e realismo storico, opere classiche con ritratti realizzati in studio secondo le norme artistiche. Ritroviamo Jean Leon Gerome conosciuto per i suoi dipinti storici e orientalisti, Jean Francois Milletdal realismo rustico, Pierre Leboux e Paul Dubois.Dall’altro, le opere esposte nello studio del fotografo Nadar di artisti rifiutati dall’istituzione e destinate in apparenza al fallimento. Un inedito confronto per un impatto visivo su quello che il mercato dell’arte proponeva tra la novità di tecnica e concetto con parallelismi e sovrapposizioni, contraddizioni e certezze.
Per rendere l’esperienza ancora più coinvolgente, nella Galleria Armond del museo attende i visitatori un’ineditaesperienza immersiva sulla genesi dell’Impressionismo prodotta da Execurio-Gedeon Experiences, sotto la direzione scientifica di Sylvie Patry e Anne Robbins, progettata in collaborazione con Voyages Impressionnistes.Dotati di una cuffia per la realtà virtuale, ci si immerge nella Parigi di fine Ottocento, nel trambusto dei Grand Boulevards, di fronte al nuovo teatro dell’Opera che sta per essere completato, percorrendo la strada fino 35 di boulevard des Capucines, all’ex studio del fotografo Nadar, dove si inaugura l’attesa mostra con i quadri degli impressionisti alle pareti, selezionati e appesi da loro stessi, proprio come erano nella primavera del 1874 a Parigi.
In homepage: Place de l’Opéra – Concept art © Excurio – GEDEON Experiences – musée d’Orsay
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Unico italiano presente alla mostra fu il nostro Giuseppe De Nittis e non ne avete fatto la seppur minima menzione...😏