La Galleria Russo celebra lâartista Mario Sironi con la mostra, âMario Sironi. La poetica del Novecento. Opere dalle collezioni di Margherita Sarfatti e Ada Catenacciâ, curata da Fabio Benzi, in cui viene evidenziata la ricerca espressiva del maestro sassanese attraverso il filtro delle due grandi collezioniste del Novecento.
La galleria dâarte romana espone 70 opere di Sironi, dalle quali trapelano le personalitĂ , le aspettative e i legami che per quasi tutta la loro vita hanno contraddistinto i rapporti tra le due donne e il pittore: lâuna, Margherita Sarfatti, attenta e vorace collezionista delle opere di Mario Sironi, ne acquisterĂ centinaia, introducendolo nella compagine di artisti del movimento Novecento, da lei sostenuto e portato in mostra nel 1923. Lâaltra, Ada Catenacci Balzarotti, con la quale il pittore strinse una forte amicizia, acquisĂŹ, tra le altre opere, la nota cartella dei disegni â dallâesplicito contenuto politico â prodotti da Sironi per la rivista illustrata e la copertina del giornale Popolo dâItalia, adesione al Partito Nazionale Fascista e alla successiva Repubblica di Salò che nel secondo dopoguerra gli costò anni di efferato ostracismo intellettuale. Di questa famigerata cartella, tenuta nascosta dagli eredi della Catenacci fino al 2000, proprio per i contenuti delle immagini, sono esposti in mostra circa 40 fogli, oltre a una nutrita e varia presenza di opere grafiche derivanti da entrambe le collezioni private.
La linguistica di Mario Sironi, ormai riconosciuto come uno degli artisti tra i piĂš rappresentativi dellâarte italiana del XX secolo, è chiaramente indagata dal curatore e presentata nellâallestimento della mostra attraverso una mirata documentazione delle diverse fasi dello sviluppo artistico del maestro. La mostra si apre con una serie di opere, tutte eseguite tra il 1908 e la fine degli anni â50, che, dalle prime ricerche divisioniste, condotte insieme a Gino Severini e Umberto Boccioni presso lo studio di Giacomo Balla, confluiscono nei successivi sviluppi futuristi; per poi arrivare alle gelide rappresentazioni delle desolanti periferie urbane, in quellâestrema sinossi di solitudine metafisica e tensione umana che di fatto contraddistingue il carattere piĂš noto della produzione di Mario Sironi; concludendosi con gli ormai maturi tentativi di ripresa di una vigorosa plasticitĂ affine al classicismo novecentista e alle ultime opere molto prossime allâInformale.
La retrospettiva proposta da Fabio Benzi alla Galleria Russo tratteggia cosÏ il carattere di un artista che non mancò di cimentarsi nella pittura tanto quanto nella scultura, nella grafica e nella scenografia, rendendosi partecipe e diretto fautore di quel rinnovamento artistico italiano che, indiscutibilmente, porta il segno della visione poetica e drammatica della società nella prima metà del Novecento.
Una traccia forte allâimpulso creativo del maestro sardo è fornita dalle illustrazioni e dalle opere grafiche, la cui presenza in mostra ha consentire allo stesso curatore di evidenziare la centralitĂ del disegno nello sviluppo artistico di Mario Sironi. ÂŤIn Sironi â afferma Benzi â il processo intellettuale rappresentato dal disegno, preliminare o autonomo non importa, assume un ruolo esponenziale rispetto a qualsiasi altro artista contemporaneo: la quantitĂ straordinaria di opere di questo genere che realizzò nella sua vita, e il rovello tecnico che le permea, utilizzando senza soluzione di continuitĂ ogni medium possibile (dalla matita al carboncino, dallâacquerello alla tempera, dal collage allâinchiostro), arrivando a sconfinare senza apparente trapasso nel quadro definitivo (e viceversa), costituisce un unicum che davvero lascia stupefatti per vastitĂ , coerenza e sforzo progettualeÂť.
Un impulso altrettanto marcato è percepibile nella trasposizione sulla tela di una sorta di ansia atavica con cui si consuma lâartista davanti alle continue, personali, interpretazioni dei risultati ottenuti negli ambienti artistici dâavanguardia. Una sperimentazione che per quasi dieci anni, dal 1934 al 1943, allontana Mario Sironi dalla pittura di cavalletto, per avvicinarlo allâarchitettura con le opere murali testimoniate dai bozzetti preparatori per il Palazzo dei Giornali. La Galleria Russo chiude il percorso espositivo di âMario Sironi. La poetica del Novecentoâ con opere intrise di una pesante carica di disillusione per i risvolti della politica italiana e pessimismo esistenziale nei confronti della societĂ , rimarcate evidentemente nelle ultime composizioni sironiane ormai prossime ai dettami dellâInformale.
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