“Light, Gaze, Presence” è una mostra sulla ricerca di Y.Z. Kami, artista iraniano-americano che vive e lavora a New York dagli anni Ottanta. Le 24 opere selezionate sono attualmente in mostra presso alcune delle più prestigiose istituzioni culturali fiorentine: il Museo del Novecento, il Museo di Palazzo Vecchio, il Museo degli Innocenti e l’Abbazia di San Miniato al Monte.
I lavori di Kami, seppur contemporanei, instaurano immediatamente un dialogo con i luoghi medievali e rinascimentali che li ospitano, rendendo i percorsi espositivi ancor più avvincenti. Padre Bernardo, abate di San Miniato al Monte, dove è esposta un’opera dell’artista, dichiara: «Con grande gioia accogliamo la bellissima opera di Y.Z. Kami nella penombra della millenaria cripta di San Miniato al Monte…Mani protese verso l’infinito e verso il mistero, mani statiche e dinamiche in cui la luce orientale delle finestre romaniche accarezza dita che si allungano in un ricamo di speranza, di dedizione e di affidamento. Preghiera è parola che viene dal latino precarius segnalando così la precarietà di chi, con umile consapevolezza, ripudia ogni autoreferenziale e presuntuosa sicurezza, per consegnarsi, lungo l’orlo dell’invisibile, nell’assolutamente assoluto».
In effetti questa é l’impressione che le opere di Kami ci trasmettono, una sacralità che abbandona ogni rumore, un’intimità che lascia indietro quello che non é più importante e che ci apre ad una dimensione quasi mistica, tipicamente orientale, che fa dell’introspezione uno strumento di analisi della realtà.
L’artista difatti ritrae figure e volti, molti dei quali appaiono a occhi chiusi, offrendoci così l’opportunità di entrare in contatto con la sua arte attraverso un silenzio meditativo che non commenta ma osserva. Lungo il percorso espositivo ci si abbandona a una sensazione di lentezza e di contemplazione che ben dialoga con una certa sacralità “modernizzata” dall’artista. Non è casuale, quindi, la scelta dei luoghi che ospitano i dipinti di Kami poiché in essi, oggi più che mai, è necessario ritrovare lentezza e contemplazione di fronte all’arte.
Il percorso ha origine nelle sale del Museo Novecento, in cui i celebri ritratti, che hanno reso noto al pubblico internazionale l’artista, sono intervallati da altre opere delle serie Dome e Night Paintings. Prosegue poi presso il Salone dei Cinquecento – Museo di Palazzo Vecchio, in cui le opere Untitled (2011), Untitled (Woman in Green Sweater) (2006) e Marwin (2013-2014) dialogano con gli affreschi di Giorgio Vasari, dirigendosi poi verso il Museo degli Innocenti che accoglie le opere Gold Dome II (2022) e Brunelleschi (Death Mask) (2022- 2023) e raggiungere il suo climax all’interno della millenaria Abbazia di San Miniato al Monte, dove viene eccezionalmente accolta l’opera Paul’s hands (2015-17).
Il suo lavoro contiene la contemporaneità dei soggetti ritratti con le loro caratteristiche e, al tempo stesso, una sorta di atemporalità che colloca le sue opere in una dimensione lontana da quella quotidiana. Tra le collezioni nelle quali sono conservati i lavori di Y.Z. Kami si annoverano il Metropolitan Museum of Art (New York), il Whitney Museum of American Art (New York), il Solomon R. Guggenheim Museum (New York) e il British Museum di Londra.
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Ho iniziato il percorso dall’esposizione presso il Museo del Novecento. Avevano appena aperto e mi sono trovata sola di fronte a queste opere che attraversano come un raggio potente di energia. Mi sono commossa. Ho cercato di mettere a fuoco le emozioni che salivano ma esattamente come i dettagli dei quadri è impossibile. Siamo sovrapposizioni di sfumature. Non serve comprendere e vedere in ogni momento ma esserci. Mi aspettano i prossimi passi di questo cammino di contemplazione. Per me è stato questo