A Brescia, al Museo di Santa Giulia, la mostra “Il senso nel nuovo. Lattanzio Gambara Pittore Manierista” (fino al 20 febbraio 2022), che nasce da una recente acquisizione: «il recente acquisto da parte di Fondazione Brescia Musei di una pala d’altare per la collezione della Pinacoteca Tosio Martinengo, porta con sé un’inedita attribuzione a Lattanzio Gambara (1530-1574) e diventa occasione per un nuovo progetto espositivo, alla riscoperta di un pittore che ha saputo unire le più avanzate ricerche del Manierismo alle tradizioni locali», ha spiegato l’istituzione.
«”Il senso del nuovo. Lattanzio Gambara, pittore manierista”, a cura di Marco Tanzi, è una mostra-dossier – ha spiegato Fondazione Brescia Musei – che racconta la personalità eclettica del maestro bresciano: dalla sua produzione di affreschi con soggetti profani (strappati dalle case di corso Palestro a Brescia) fino alle opere, meno note, di soggetto sacro, tra cui Compianto su Cristo morto con i Santi Bartolomeo e Paolo (1570-74 circa), acquistato appunto da Fondazione Brescia Musei agli inizi del 2021 e ora, per la prima volta, presentato al pubblico».
“Il percorso, articolato in due sezioni, accompagna il visitatore alla scoperta dell’evoluzione delle scelte stilistiche di Gambara, nel tempo sempre più consapevoli e articolate, dalle opere giovanili e profane fino a quelle sacre della maturità, mettendo a confronto il ritrovato Compianto con alcuni preziosi prestiti come il Trasporto di Cristo nel sepolcro da Musei Reali di Torino, restaurato per l’occasione e qui attribuito per la prima volta a Lattanzio Gambara, e la Deposizione di Vincenzo Campi proveniente da Gallerie degli Uffizi, ispirata all’opera più conosciuta (e più riprodotta) di Gambara, ovvero la Deposizione nel sepolcro della chiesa di San Pietro al Po a Cremona», ha proseguito la Fondazione.
«La mostra “Il senso del nuovo. Lattanzio Gambara pittore manierista” rappresenta una duplice valorizzazione. Essa, infatti, origina da un importante acquisizione che Fondazione Brescia Musei ha compiuto a cavallo tra il 2020 e il 2021. Si tratta della meravigliosa pala d’altare attribuita a questo straordinario artista del Manierismo lombardo, che anticamente arricchiva l’altare della Chiesa di San Bartolomeo a Brescia e che all’epoca delle spoliazioni napoleoniche era andata perduta uscendo dai radar delle collezioni pubbliche, per poi ricomparire nel 2020 sul mercato con un’attribuzione generica a “pittore cremonese”. L’opera è stata immediatamente individuata dal Prof. Marco Tanzi e da lui attribuita a Lattanzio Gambara, attribuzione confermata anche dalla Soprintendenza di Cremona. La Fondazione ha così deciso di arricchire il proprio patrimonio, consentendo al contempo di colmare l’assenza di opere di arte sacra di Lattanzio Gambara nelle collezioni civiche bresciane.
Da questa notevole acquisizione, sia per il momento storico in cui essa è avvenuta sia per il valore dell’opera stessa, abbiamo deciso di dare vita ad una mostra-dossier – curata dallo stesso Tanzi – che mette in relazione tale capolavoro con altre opere di arte sacra del Gambara, oltre che ad alcuni strappi di affreschi opera dello stesso artista provenienti da palazzi bresciani. Il risultato è una notevole mostra-dossier a Brescia, al Museo di Santa Giulia, allestita fino al 20 febbraio 2022 con grande eleganza dallo studio di architettura Top Tag».
«Questa mostra è fondamentale nel nostro percorso culturale perché rappresenta l’avvio di una strategia di riposizionamento delle Collezioni di arte antica e di pittura della Pinacoteca Tosio Martinengo, con l’obiettivo di accompagnare la città di Brescia verso l’occasione storica del 2023, Brescia Capitale della Cultura Italiana con Bergamo. In quell’anno Fondazione Brescia Musei darà nuova luce alla grande stagione pittorica bresciana con l’inaugurazione di due importanti mostre: la prima dedicata a “Giacomo Ceruti pittore europeo” e la seconda al Rinascimento bresciano. La splendida Pinacoteca Tosio Martinengo si trova dunque di fronte a un rilancio dopo una chiusura di quasi dieci anni per lavori di ristrutturazione, e a seguito delle chiusure dovute alla pandemia Covid. Uno scrigno di bellezza che, con un programma espositivo editoriale e di eventi (dal teatro di palazzo ai concerti, dalla danza alla poesia), genereranno una nuova attenzione intorno a questo museo così importante nella storia della cultura bresciana.
Il passaggio successivo alla mostra di Lattanzio Gambara è rappresentato dalla mostra “Velázquez per Ceruti” (fino al 27 febbraio) e dall’esposizione del capolavoro Sant’Orsola e le compagne di Moretto. Le opere troveranno spazio presso la Pinacoteca Tosio Martinengo, nel medesimo periodo il cui la splendida Pala Rovelio del Moretto andrà in prestito al Comune di Milano per ricoprire il ruolo di opera principe della mostra “Il Rinascimento di Bergamo e Brescia” (Milano, Palazzo Marino, 2 dicembre 2021 – 16 gennaio 2022).
Il grande patrimonio artistico di Brescia in questo modo si rivolge ancora di più al pubblico nazionale, contribuendo a creare aspettative e interesse intorno ai capolavori della Pinacoteca Tosio Martinengo.
I progetti proseguiranno poi nel corso dell’anno 2022 con altre operazioni, tra cui, il progetto editoriale di natura scientifica Obiettivo Romanino, che porterà attenzione su un altro grande Maestro così degnamente rappresentato nel patrimonio bresciano della Tosio Martinengo».
«Fondazione Brescia Musei offre un panorama ricchissimo di attività espositive, non solo legate al palinsesto di valorizzazione della Pinacoteca. È infatti in corso di preparazione una grande monografica dal titolo “The Weston dynasty” dedicata allo straordinario fotografo Edward Weston, a suo figlio Cole e alla nipote Cara che sarà l’offerta cardine della V edizione del Brescia Photo Festival 2022, dal tema Le forme del ritratto. A inizio maggio 2022 il progetto dedicato ai Palcoscenici archeologici proporrà una retrospettiva di Emilio Isgrò, di natura installativa, sull’onda del format inaugurato con Francesco Vezzoli e con i dialoghi tra l’archeologia e il contemporaneo. La mostra “La Cina non è vicina. Badiucao – opere di un artista dissidente”, infine, sarà visibile al Museo di Santa Giulia fino al 13 febbraio 2022». (SC)
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