La galleria Franco Noero accoglie per la prima volta nei suoi spazi torinesi una mostra personale di Anna Boghiguian, intitolata A Clown Jumped into the Arena, visitabile fino al 10 febbraio 2024. I grandi spazi della nota galleria torinese ben si adattano alla singolare e poliedrica produzione di Anna Boghiguian (Egitto, 1946). La mostra si articola come una presentazione completa dell’artista con una selezione di disegni a tecnica mista, delle sculture e tre installazioni site specific.
Le opere raccontano la visione socio-politica ed economica di Boghiguian, artista laureata in scienze politiche e specializzata in arte, vincitrice del Leone d’Oro per il miglior padiglione (Armenia) alla 56ma Biennale di Venezia, nel 2015, e vincitrice del prestigioso Wolfgang Hahn Prize 2024. Nel 2017, una delle sale sabaude del Castello di Rivoli è diventata il suo studio durante una residenza d’arte che si è trasformata in una grande retrospettiva a lei dedicata. Oggi, a 77 anni, Anna Boghiguian continua a sbalordire con il suo stile disinvolto e libero dagli ordinari vincoli estetici, offrendo un’interpretazione critica sulla condizione umana attraverso una narrazione visiva tanto personale quanto storica.
La prima sala custodisce due serie di disegni a tecnica mista composti da due livelli, uno di carta e uno di acetato. I primi 15 disegni sono dedicati ad Alessandria d’Egitto, l’antica città fondata da Alessandro Magno. Anna Boghiguian racconta, con immagini e brevi note, frammenti di storia che ricostruiscono l’identità del luogo pur non seguendo un ordine cronologico. Altri nove disegni affrontano la tematica dell’apollineo e del dionisiaco di Nietzsche con una inedita riflessione che spazia dal dialogo di gladiatori romani con automobili FIAT sino alla messa in discussione dei dogmi religiosi o delle istituzioni che rappresentano il potere.
Le sculture in bronzo di Anna Boghiguian sono esseri grotteschi senza braccia e senza mani, intenti a rappresentare l’incapacità degli esseri umani di prendersi cura di se stessi. Oppure sono a carponi, con le caviglie deformate in una posizione innaturale, simboleggiando la passiva accettazione del volere altrui. Da una parete esce la scultura di una testa di un coccodrillo, predatore dai denti aguzzi dalle fauci spalancate.
Di seguito Boghiguian rivolge una critica alla classe politica raffigurando alcuni dei suoi maggiori esponenti nazionali e internazionali nelle vesti di pagliacci. L’artista crea dei grandi fantocci di stoffa da lei dipinti, appesi come marionette sia all’interno di un’ambientazione dedicata nella galleria ma anche nello spazio espositivo esterno, dei portici che diventano una sorta di informale e suggestiva arena. Nella sua visione i politici, con il loro modo di parlare alle masse, ricordano i giullari che un tempo intrattenevano i sovrani.
Gli unici esseri viventi che Anna Boghiguian non ritiene prigionieri sono gli uccelli, infatti l’ultima sala è dedicata a questi animali. Molteplici sculture, ognuna di un materiale diverso come alluminio, pasta di vetro, carta pesta, bronzo, ghisa e resina, animano leggere lo spazio diffondendo nell’aria un messaggio di libertà.
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