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In mostra da Gagosian un titanico arazzo digitale di Gerhard Richter
Mostre
Pittore concettuale sin dai suoi esordi, fine sperimentatore di media, creatore di tele astratte e fotorealistiche, di fotografie, arazzi ed opere in vetro, Gerhard Richter (Dresda, 1932) è accolto alla Gagosian Gallery di Roma nella mostra totalizzante Moving Picture (946-3) Kyoto Version. Dove si fa protagonista – per la prima volta in galleria e per la prima esposizione in Italia dal 1983 – una sua sfingea ed immaginativa installazione filmica. Frutto di un’indagine iniziata dall’artista nel 2019, accompagnata da un sound arcano e finemente ammaliante. La mostra è visitabile fino al 1 febbraio 2025.
«Esponiamo un lavoro molto sorprendente di Richter – racconta Pepi Marchetti Franchi, Direttrice della sede romana della Gagosian Gallery – si tratta di un artista di 92 anni, con una carriera incredibile, la sua ricerca pittorica e le sue investigazioni durano da più di sei decadi e il film, realizzato a partire da un dipinto astratto, è il suo punto d’arrivo». In mostra 12 sezioni dello stesso dipinto, lavorate da Richter su carta FineArt a getto d’inchiostro, annunciano la visione filmica. Effigi variopinte, partiture visuali che anticipano la fruizione di un arazzo digitale in scala monumentale, largo oltre 7 metri. «Il film – prosegue la Direttrice – è l’ulteriore scomposizione, quasi all’infinito, di questo dipinto. L’idea è quella di lasciare allo spettatore la libertà di farsi coinvolgere dalle immagini in movimento».
Il movie, che si disfa e si sfalda per gradi in forma caleidoscopica, è stato composto in collaborazione con Corinna Belz, con l’accompagnamento musicale di Rebecca Saunders eseguito dal musicista Marco Blaauw e dal sound designer Sebastian Schottke. L’arazzo filmico di Richter è un’opera nella quale la settima arte si fa presenza viva e imponente. Dieci amplificatori intorno alla fruizione, diffondono nella sala una peculiare partitura per tromba a doppia campana intessuta di risonanze manipolate, che sarà riprodotta dal vivo durante una performance live nei primi due giorni d’apertura.
Moving Picture (946-3) Kyoto Version è la sintesi esperienziale di un processo di rivitalizzazione della pratica pittorica e delle potenzialità della fotografia e dei processi sistematici, portato avanti da Richter negli anni ’60 e ‘70. Un percorso nel quale hanno sempre giocato un ruolo primario la sovrapposizione dei piani visivi, la casualità, la leggerezza e la permeabilità dell’immagine. Passaggi pregressi del processo sono stati la titanica scultura Strip-Tower (2023), esposta alla Serpentine di Londra e il ciclo Strip Paintings (2011 – 2016), nel quale l’artista si è servito di strumenti digitali per frammentare, ridurre, raddoppiare e specchiare porzioni delle sue tele, aprendosi a nuove possibilità espressive, generando anche libri, stampe, drappi.
Curiosità: da Jacquard a Richter, la storia dei tessuti e le macchine metafisiche
Le sperimentazioni artistiche di Gerard Richter sembrano seguire, in filigrana, le orme di una storia antica, che coinvolge almeno tre figure dell’Ottocento. Nell’epoca a cavallo tra la rivoluzione francese e quella industriale, il figlio di un tessitore di broccati di Lione, Joseph-Marie Jacquard (1752 – 1834), mise a punto un telaio automatico per tessuti operati in cui i fili d’ordito vengono mossi per creare il disegno desiderato. Nel telaio inventato da Jacquard – apprezzato dallo stesso Napoleone – i movimenti della macchina erano guidati da una serie di schede che, alternate, generavano disegni geometrici e multicolori. L’adozione di questo sistema rendeva il lavoro automatico, più veloce e preciso.
L’anello di congiunzione fra il mondo delle stoffe lavorate e quello dell’informazione automatica fu poi individuato da Charles Babbage (1791-1871), professore di matematica a Cambridge che, nel guidare l’attività di calcolo della macchina (oggi software), fu affiancato da una figura straordinaria: la figlia del poeta romantico Byron, Augusta Ada, contessa di Lovelace (1815-1852). Definita “incantatrice di numeri” e incoraggiata agli studi della cultura scientifica dalla madre Anna Isabella. Il talento di Ada per le scienze esatte si rivelò legata a filo doppio all’immaginazione e alla metafisica, quasi ad incarnare l’indole poetica del padre. Fu proprio lei a scoprire le potenzialità del progetto di Babbage e a profetizzarne le applicazioni nel campo della musica e del disegno.
Ecco come il contemporaneo e fantasmagorico Moving Picture di Richter sembra proseguire un ordito che affonda – con ago, filo e tecnica – nel passato, tra ricerche, calcoli matematici e poesia.
Desidero ricevere informazioni sulle attivita’ di galleria. Max Hamlet Sauvage Grazie.