23 aprile 2025

In veste di curatore e artista, Oscar Tuazon porta al MAXXI una riflessione multisensoriale sull’acqua

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Fino al 17 agosto 2025 a Roma prosegue la collettiva Something in The Water: protagonista è l’acqua, elemento fondamentale e simbolico, che diviene veicolo capace di coniugare arte, architettura e urgenze ambientali

Something In The Water Group exhibition_ MAXXI, Roma_ a cura di Oscar Tuazon © Luis do Rosario

Con Something in The Water si celebra la fusione tra arte e architettura e, contestualmente, si introduce nelle grandi sale del MAXXI di Roma la riflessione sulla scarsezza delle risorse primarie, il problema dell’accesso all’acqua e il rapporto che intercorre tra uomo e natura.

Come afferma Monia Trombetta, curatrice interna del MAXXI, il progetto “sfidante” dell’artista statunitense (per questa occasione anche in veste di curatore) Oscar Tuazon, affiancato da Elena Motisi, è stato quello di «portare l’acqua nel museo» affinché fungesse non soltanto da filo conduttore in grado di raccordare una grande eterogeneità di opere, ma anche da elemento che capace di coinvolgere la sfera sensoriale del pubblico.

L’approccio curatoriale di Oscar Tuazon

14 gli artisti che hanno affiancato Tuazon in questa monumentale mostra collettiva: Lita Albuquerque, Mattew Barney, Saif Azzuz, Torkwase Dyson, Virginia Overton, Ugo Rondinone, Peter Sandbichler, Anna Sew Hoy, Christo, Pavlo Makov, Nancy Holt, Leslie Hewitt, Abraham Cruzvillegas, Marjetica Potrč. «Sono entusiasta di lavorare in questo complesso museale romano, in una città che presenta una continuità con il progetto espositivo – ha affermato Tuazon, rivelando l’approccio curatoriale che l’ha guidato – Roma ha da sempre un forte legame con l’acqua per via dei suoi acquedotti e i suoi fiumi. Qui, l’acqua è protagonista di fontane, di complessi scultorei e architettonici. Credo che il MAXXI sia il museo che meglio incarna la ricerca che abbiamo condotto, in quanto accoglie discipline diverse che dialogano in uno spazio comune. Le opere poste lungo il percorso espositivo sono il riflesso di un corso d’acqua in costante movimento, e credo fortemente che abbia trovato l’ambiente ideale in cui esprimere tale flusso incessante».

Con riferimento alla poetica dell’acqua, Tuazon ha aggiunto: «Come si può presentare l’acqua, quale elemento fondamentale, sotto diversi aspetti, se priva di colore, gusto e forma? Quello che volevamo era far emergere il suo dinamismo, il suo inesorabile e continuo fluire, il suo essere imprendibile».

Something In The Water, Group exhibition. MAXXI, Roma. A cura di Oscar Tuazon, curatore associato Elena Motisi © Luis do Rosario

Something in the Water: quali sono le simbologie dell’acqua?

Something in the Water si inscrive nella Water School di Oscar Tuazon che intende esplorare le dinamiche di potere che governano l’accesso alle materie prime del pianeta. I progetti architettonici dell’artista prendono forma attraverso spazi di collaborazione, simposi di artisti le cui opere dialogano tra loro. La mostra affronta un universo di temi diversi: il dinamismo dell’acqua, la precarietà della vita, il riuso delle materie, spingendosi a toccare le storie di pratiche indigene e il loro rapporto con la natura.

Lo spazio vuoto della grande struttura in cemento armato del MAXXI è colmato dal rumore dell’acqua che scorre nell’istallazione di Virginia Overton Untitled (cascade), dominante all’interno del percorso espositivo. Lo scroscio dell’acqua invade la sala, riempiendo il silenzio: un’opera risultato dell’assemblaggio di lettere di alluminio provenienti da elementi pubblicitari dismessi, riassemblate a formare piattaforme e bacini idrici per una fontana perpetua. Qui il flusso scorre regolare, restituendo alla sala un ritmo incessante, sempre uguale, quasi un tessuto sonoro naturale.

Untitled (cascade),2020. Virginia Overton.

Similmente, nel The Fountain of Exhaustion di Pavlo Makov, il flusso d’acqua viene gradualmente diviso attraverso 78 imbuti disposti a cascata, riducendo il getto iniziale a un rivolo. Anche qui un’opera totale, che abbraccia i diversi sensi dell’osservatore. A questo si aggiunge la volontà del suo autore di gettare luce sul problema della carenza d’acqua che da un getto iniziale e potenzialmente infinito viene razionata fino a ridursi ad un mero gocciolare.

The Fountain of Exhaustion, 1995-2022, Pavlo Makov. 

Building, l’opera in legno e acciaio dello stesso curatore, si innesta altresì nella riflessione sul rapporto uomo-natura. È un esempio di ritorno alle origini il quale riporta al pubblico l’esperimento condotto negli ultimi dieci anni da Oscar Tuazon e la sua famiglia nella foresta pluviale di Hoh, nella costa nord-occidentale del Pacifico. Un modello in scala 1:2 della casa originale caratterizzato da un sistema di filtraggio dell’acqua piovana: Building è allo stesso tempo un progetto architettonico, un padiglione per il dialogo tra artista e spettatore e una scultura che incarna l’aspirazione ad un a vita autosufficiente e primitiva.

Building, 2023. Oscar Tuazon ©Luis_Do_Rosario

Tante installazioni che si alternano a sculture, fotografie, video come Liquid Light di Lita Albuquerque, secondo di una trilogia di film in cui la protagonista è un’astronauta del futuro che esplora la terra in momenti differenti, evidenziando dunque il processo involutivo tra tecnica e natura.

Ocean Pavillon: un’opera site-specific tra scultura e architettura

Fulcro del progetto è l’Ocean Pavillon, un’opera site specific che si colloca nel punto di tangenza tra architettura e arte, realizzata in occasione della mostra e che entrerà a pieno titolo nella collezione di MAXXI Architettura.

Un esoscheletro di alluminio e nodi ottenuti mediante stampa 3D, una struttura che l’osservatore varca e attraversa. La cascata perpetua riempie lo spazio vuoto dello scheletro: una finestra d’acqua che funge da lente, deformando le forme che si stagliano dietro ad essa. Ocean Pavillon è lo spazio dove interrogarsi sul posto che occupiamo nel mondo naturale e sul nostro rapporto con questo elemento a cui siamo intimamente legati.

Ocean Pavillon, 2024-2025, Oscar Tuazon. Prodotto da Fondazione MAXXI.

Con Something in the Water, il MAXXI avvia ufficialmente la nuova stagione espositiva proponendosi come un laboratorio attivo di riflessione su questioni urgenti e globali, che si avvalgono senza soluzione di continuità del doppio binario arte-architettura.

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