02 giugno 2024

Inizia al Kunst Merano la programmazione dei curatori Cippitelli e Frangi. Aperta la collettiva di 11 artisti afrodiscendenti

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La linea insubrica inaugura a Kunst Merano Merano Arte la nuova programmazione triennale The Invention of Europe: a tricontinental narrative (2024-2027), curata da Lucrezia Cippitelli e Simone Frangi. La mostra è visitabile dal 2 giugno al 13 ottobre 2024.

4. The School of Mutants Abschweifungen / Digressions / Digressioni, 2024 Courtesy the artists Foto Ivo Corrà

Dalle tematiche complesse e stratificate, la mostra prende nome e ispirazione da un fenomeno apparentemente lontano dal linguaggio artistico. Lo scontro tra le placche tettoniche del continente africano e di quello europeo può essere per tutti una metafora della presenza, spesso inosservata o ignorata, della cultura africana in Europa. La “cucitura” o “cicatrice” della linea insubrica, conseguenza del fenomeno orografico e passante proprio per la città di Merano, ci parla già di uno scontro tra due culture che nel corso della storia – e anche nel nostro quotidiano – sono in continuo dialogo, sia esso voluto o imposto. “L’intento – spiega la curatrice Lucrezia Cippitelli – era proporre un progetto di ricerca che parli delle complessità dell’Europa, che cerchi di discutere come certe idee molto monolitiche e definite dell’Europa siano in realtà troppo semplicistiche rispetto alla sua storia”. Non esiste posto migliore di Merano, parte di una comunità internazionale e luogo di frontiera, oltre che oggetto di conflitti e imposizioni di potere, per ospitare questa riflessione.

5. Francis Offman, Ohne Titel / Untitled / Senza titolo, 2024. Courtesy the artist and P420, Bologna. Foto Ivo Corrà
6. Abdessamad El Montassir, Galb’Echaouf, 2022. Courtesy the artist. Foto Ivo Corrà

Bevande, tessuti e fiori passano tra le nostre mani e sotto i nostri occhi ormai invisibili nella velocità e nella quotidianità delle nostre vite. Eppure sono questi insospettabili oggetti i protagonisti di vicende storiche e appropriazioni dimenticate su cui l’Europa ha scritto la propria identità. Undici artisti afrodiscendenti – Liliana Angulo Cortés, Sammy Baloji, Binta Diaw, Abdessamad El Montassir, Ufuoma Essi, Alessandra Ferrini, Kapwani Kiwanga, Francis Offman, Vashish Soobah, Betty Tchomanga, The School of Mutants – sono stati chiamati a individuare meccanismi narrativi puntuali e semplici che potessero comunicare al visitatore una tematica stratificata e articolata come quella dell’incontro, cercato o subito, tra due diverse identità culturali.

Binta Diaw

La mostra si apre al piano superiore con Multiplicity of modes: developing the underdeveloped di Binta Diaw, artista italiana di origine senegalese. Protagonisti di questa nuova produzione sono il carcadè e dei tessuti ritenuti pregiati in Senegal e Africa occidentale, utilizzati durante i matrimoni e i battesimi. Bevanda originaria dall’Africa orientale, il carcadè divenne “prodotto coloniale” nel periodo dell’Italia fascista e da quel momento chiamato “tè degli italiani” per opporlo politicamente all’uso del tè britannico. Le stoffe lussuose macchiate di carcadè evocano il sangue che troppo spesso ha caratterizzato il contatto tra i due continenti.

2. Alessandra Ferrini, Sight Unseen, 2019-2020. Courtesy the artist. Foto Ivo Corrà

Segue l’indagine cinematografica e fotografica Sight Unseen di Alessandra Ferrini, che concentra la propria attenzione sulla figura di Omar al-Mukhtar (1885-1931). Padre della patria libico e leader della resistenza contro la colonizzazione della Libia da parte dell’Italia, fu ucciso dai fascisti nel 1931, ma la sua immagine ha incrociato nuovamente la strada della storia italiana, passando – si direbbe “anche questa volta” – inosservata. Per l’occhio più attento, infatti, l’immagine di Omar al-Mukhtar mentre veniva portato in catene nel luogo della sua esecuzione fu indossato al petto da Gheddafi in occasione della sua visita in Italia nel 2009. Quello nei confronti dell’allora governo Berlusconi fu un segno di disprezzo nei confronti dell’ipocrisia di una relazione politica dietro a cui si celava l’intento di bloccare l’arrivo di esseri umani dal continente africano. A partire dagli occhiali di Omar al-Mukhtar, Alessandra Ferrini svilupperà una performance che verrà presentata il 21 settembre.

3. Binta Diaw, Multiplicity of modes: developing the underdeveloped, 2024. Courtesy the artist. Foto Ivo Corrà. Koproduktion von / Coproduction of / Coproduzione di Kunst Meran Merano Arte & Prometeo Gallery Ida Pisani, Milan-Lucca

Al piano superiore un bouquet e un vaso di fiori sono protagonisti dell’opera Flowers for Africa di Kapwani Kiwanga, che ci parla della relazione tra Europa e continente africano attraverso le materie prime. Quelli che per noi potrebbero essere dei semplici fiori evocano le grandi monocolture che in diverse parti dell’Africa caratterizzano il paesaggio tolto ai nativi e “addomesticato” per produrre fiori da rivendere in Europa. Le singole specie sono state individuate da una fiorista locale, che ha osservato attentamente delle fotografie delle cerimonie di indipendenza della Libia e della Tunisia.

7. Kapwani Kiwanga, Sisal #13, 2023. Courtesy Collection J. De Gruyter. Repository, 2020. Courtesy Privat Collection. Foto Ivo Corrà

Molteplici e inaspettati sono gli elementi che legano il continente europeo e quello africano, dalla miscela del caffè, oggetto di studio di Francis Offman nella serie Untitled, alla spedizione botanica di José Celestino Mutis, meticolosamente indagata da Liliana Angulo Cortés, che chiude la mostra all’ultimo piano. Per comunicare al meglio le tematiche in mostra, non solo l’arte, ma anche la sua didattica sono un elemento essenziale per Kunst Merano Merano arte. La linea insubrica, infatti, offre un ricco public program multidisciplinare, con l’intento di approfondire e ragionare sugli stereotipi e sulle complessità dell’Europa. Sono in programma eventi performativi, sonori e proiezioni di film d’artista. Tra questi, oltre all’attivazione della propria opera da parte di Alessandra Ferrini, il collettivo The School of Mutant porterà in giro per la città di Merano il tappeto ora esposto al primo piano dell’edificio. Il tappeto, così come il carrettino con i libri esposto anch’esso, diventeranno occasione di incontro e di dialogo, in particolare riguardo alle relazioni politiche tricontinentali e anticoloniali sviluppate dal “Sud Globale”. L’intento, spiega la curatrice, è stato quello di produrre e rielaborare le opere in maniera site specific per raggiungere anche i cittadini e il territorio.

Kapwani Kiwanga, Flowers for Africa

 

La linea insubrica è un progetto incredibilmente dinamico, nato dalla partecipazione e il dialogo. In tal senso, è stato coinvolto un gruppo di 14 studenti e studentesse dell’Accademia di Brera, che nel corso di una residenza ha avuto la possibilità di partecipare al dietro le quinte, alla realizzazione e l’organizzazione della mostra. Inoltre, per la concettualizzazione dei tre anni del programma culturale si è scelto di collaborare con un artista graphic designer Montasser Drissi, artista nordafricano francese che lavora nella grafica come concettualizzazione visiva di idee.

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