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‘Intrecciare la memoria’ racconta la storia della delicata arte del merletto di Burano a Venezia
Mostre
di Emma Drocco
Una mostra unica nel suo genere che fa parte di un progetto sviluppato da Marcin Gierat e Zuecca Projects, con lo scopo di raccontare le tradizioni artigiane italiane. Intrecciare la memoria, a cura di Alessandro Possati e Marica Denora è stata realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Andriana Marcello e al Museo del Merletto di Burano e trova sede a Venezia alla Fondamenta Sant’Anna 994.
Il primo artista è il fotografo polacco, Marcin Gierat è stato il vincitore del Bonham’s Prize for The Venice Glass Week, Special Recognition nel 2020 con i suoi lavori dedicati alla lavorazione del vetro di Murano. Gierat riesce a catturare tramite il suo obiettivo l’intricata bellezza e le storie delle ultime sei maestre merlettaie che hanno studiato presso la famosa Scuola del Merletto di Burano (1872-1970) e che ancora oggi praticano questa antica tradizione che rischia di scomparire.
Un processo fotografico unico che rispecchia a suo modo la difficoltà del lavoro di queste maestre merlettaie. Le fotografie sono infatti create utilizzando la tecnica della Fotografia al Collodio Umido, attraverso la quale crea ritratti impressi direttamente su lastre di vetro di Murano, realizzate a mano appositamente per le sue opere. Il colore delle lastre di vetro – Verde Laguna – è del tutto intenzionale: rimanda non solo alla sfumatura dell’acqua della laguna veneziana, ma anche alla carta verde, il foglio di carta utilizzato dalle merlettaie durante la lavorazione dei merletti, assieme a quello giallo della carta paglia.
La tecnica fa si che i ritratti delle merlettaie sul vetro verde appaiono di colore argento, quasi bianco, proprio come il merletto sulla carta verde. Il risultato di questo processo meticoloso è una serie di ritratti che emanano un’atmosfera straordinaria; il tempo impiegato è rappresentativo del lungo processo di lavorazione del merletto stesso. Ogni fotografia cattura non solo l’immagine, ma racchiude anche la dedizione, l’abilità e la passione di queste artigiane, preservando la loro eredità per le generazioni a venire.
Ecco che in mostra si instaura un dialogo, tra le merlettaie e Gierat ma anche con le opere del secondo artista, Sebastian Wywiórski intrecciandosi e rafforzando il legame tra la lavorazione del merletto e l’acqua dai riflessi verdi che circonda la laguna di Venezia.
L’acqua è uno dei soggetti che più affascina Wywiórski. Nel suo ciclo pittorico See, the Sea, l’artista cerca di trovare un modo per catturare l’essenza dell’acqua e immortalare questo complesso fenomeno. Come afferma Wywiórski«l’acqua circonda e assume la forma del mondo circostante. Acquisisce colore per assorbimento, per dissoluzione di elementi dell’ambiente circostante, o per riflesso e reazione. Il ciclo si riferisce al ruolo fondamentale che l’acqua svolge nei processi che si manifestano nel mondo – processi legati al suo potere rinnovatore, purificatore, ma anche distruttivo».
L’obiettivo della mostra infatti è quello di sensibilizzare e promuovere la conoscenza dell’antica pratica artigiana del merletto, facendo luce sull’importanza di preservare le tradizioni culturali e rendendo omaggio alla resilienza e alla maestria delle merlettaie che hanno mantenuto viva la loro eredità nonostante le sfide dei tempi moderni.