Una molteplicità composta da soggettività, più che da individualismi, per risuonare di consonanze e di dissonanze. Da questa immagine – che è anche un manifesto di azione – prende le mosse “Io dico Io – I say I”, mostra inaugurata il primo marzo alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, a cura di Cecilia Canziani, Lara Conte e Paola Ugolini, liberamente tratta da Carla Lonzi e realizzata con il supporto di Dior.
«Ringrazio le curatrici che con questo progetto hanno messo in luce il lavoro delle artiste femministe italiane. È molto importante che abbiano avuto visibilità in questo luogo prestigioso», ha commentato Maria Grazia Chiuri, direttore creativo della womenswear del brand di LVMH, la cui collezione autunno inverno 2020-2021 è ispirata proprio al portato concettuale e di metodo delle idee femministe.
«La nuova mostra “Io dico Io – I say I” raccoglie quaranta artiste capaci di rappresentare diversi stili, approcci, linguaggi e visioni nel segno comune di una narrazione differente», ha dichiarato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini. «Prosegue il percorso di studio sull’universo femminile nell’arte intrapreso negli ultimi cinque anni da La Galleria Nazionale. Attraverso il racconto di artiste italiane di generazioni diverse, provenienti da differenti contesti storici e sociali, l’esposizione si configura come una ricerca sul presente, uno sguardo composto da più sguardi».
Tante ed eterogenee sono le voci di questo coro che, però, non rimane sullo sfondo ma, questa volta, emerge nel primo piano dalla storia: Carla Accardi, Pippa Bacca, Elisabetta Benassi, Rossella Biscotti, Irma Blank, Renata Boero, Monica Bonvicini, Benni Bosetto, Chiara Camoni, Ludovica Carbotta, Lisetta Carmi, Monica Carocci, Gea Casolaro, Adelaide Cioni, Daniela Comani, Daniela De Lorenzo, Maria Adele Del Vecchio, Federica Di Carlo, Rä di Martino, Bruna Esposito, Cleo Fariselli, Giosetta Fioroni, Jacky Fleming, Linda Fregni Nagler, Silvia Giambrone, Laura Grisi, Ketty La Rocca, Beatrice Meoni, Marisa Merz, Sabrina Mezzaqui, Camilla Micheli, Marzia Migliora, Elisa Montessori, Maria Morganti, Liliana Moro, Alek O., Marinella Pirelli, Paola Pivi, Antonietta Raphaël, Anna Raimondo, Carol Rama, Marta Roberti, Suzanne Santoro, Marinella Senatore, Ivana Spinelli, Alessandra Spranzi, Grazia Toderi, Tatiana Trouvé, Francesca Woodman.
Dal Salone Centrale, nucleo propulsore e di irradiazione, la mostra si relaziona naturalmente con Time is Out of Joint. Occupa le sale e le zone liminali del museo e si allaccia al percorso che presenta per la prima volta al pubblico i materiali dell’Archivio Carla Lonzi, consultabili online su Google Arts & Culture all’indirizzo g.co/womenup.
Completano il percorso i video vincitori della open call “Taci. Anzi, parla“, lanciata dalla Galleria Nazionale durante il lockdown, che invitava a riflettere sulla propria voce, immagine, storia, e raccontarsi attraverso il format del video-selfie.
In attesa della nostra recensione, che pubblicheremo nei prossimi giorni, ecco una nutrita fotogallery della mostra.
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