L’esposizione a Villa Altieri è l’ultimo capitolo di una narrazione visiva che esplora l’umanità nella sua finitezza, attraverso le quindici opere – tra pittura e scultura – appartenenti al ciclo Organismi Artistici Comunicanti, il video Corpus et Vulnus, il cortometraggio Vulnerare e attraverso la serie fotografica Terre rare, tutti progetti nati nel 2023 dalla residenza nell’ex Carcere, che attingono alla storia del luogo, per dar vita a un racconto sull’umanità e sul suo potenziale di trasformazione.
La serie di quindici opere su tela dal titolo Organismi Artistici Comunicanti rappresenta il cuore pulsante del progetto iosonovulnerabile: pitture-sculture “vive”, composte da pigmenti organici e metallici in continua mutazione – come foglie d’oro, intonaci, estratti da ferro ossidato, garza, vetro, cemento, cera – incarnano la fragilità e l’effimero dell’arte. Queste opere installative, con ferite e crepe, raccontano di un mondo sull’orlo della disintegrazione, attraversato da un’irresistibile pulsione di sopravvivenza: la sfida per lo spettatore è confrontarsi con i propri limiti e riconoscere nella vulnerabilità un punto di partenza per nuove possibilità di esistenza. Strettamente collegato al ciclo Organismi Artistici Comunicanti, il video Corpus et Vulnus è un’immersione profonda nel cuore pulsante del progetto iosonovulnerabile, dove l’arte si trasforma in un organismo vivo e dinamico. Gli Organismi Artistici Comunicanti sfidano la concezione tradizionale dell’arte come oggetto statico, trasformandosi in entità sempre mutevoli, intrise di tensioni e contraddizioni; attraverso il flusso ininterrotto di immagini in macro proiettate nel video, si scoprono le opere che respirano, si modificano e interagiscono con l’ambiente.
Il cortometraggio Vulnerare è testimonianza del patrimonio storico dell’ex Carcere Pontificio ottocentesco di Velletri chiuso definitivamente nel 1991. Le ex celle sono state abitate da un gruppo di artisti, poco prima di una trasformazione irreversibile dell’intera struttura: pittori, fotografi, cineasti, danzatori, musicisti hanno praticato una forma di speleologia creativa – tra le scritte dei detenuti e accanto a pile di faldoni del tribunale penale – capace di riportare alla luce il potente legame che esiste tra la vulnerabilità̀ umana e la forza creativa. Le fotografie della serie Terre Rare raccontano il viaggio attraverso i recessi abbandonati dell’ex Carcere, dove le pareti trasudano storie di sofferenza e resistenza. Tra le sbarre arrugginite e le finestre rotte che filtrano la luce naturale come flebili speranze, emerge una narrazione visiva che sfida il pensiero convenzionale. Gli scatti catturano l’autenticità degli spazi abbandonati con una sensibilità etica e politica e raccontano una storia di claustrofobia e oppressione, intessendo un ritratto universale della condizione umana.
«La collaborazione triennale con IOSONOVULNERABILE – afferma Pierluigi Sanna, Vicesindaco Città metropolitana di Roma Capitale – rafforza il nostro impegno costante nel costruire modelli di sviluppo umano e collettivo che riflettono la complessità e la bellezza della nostra esistenza». «Il fulcro di tutto il progetto culturale è il tema della vulnerabilità, – fa eco Federico Mollicone, Presidente Commissione Cultura della Camera dei deputati – che si esprime esteticamente e trasversalmente in molteplici modi. L’arte ha il potere mitopoietico di trasformare la vulnerabilità, il degrado, il disagio, la sofferenza e la solitudine in bellezza. Come scrive il curatore Illuminato, “l’arte non è un lusso, ma una necessità vitale». «IOSONOVULNERABILE incarna uno dei principi alla base della diplomazia culturale del nostro Paese: l’inclusione, realizzata attraverso una fruttuosa collaborazione tra istituzioni pubbliche e realtà non-profit” – afferma infine Marco Maria Cerbo, Capo dell’Unità per il coordinamento degli Istituti italiani di cultura del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale».
Dopo aver toccato luoghi simbolici, tra cui l’ex Carcere stesso (ne avevamo parlato qui), e nel 2024 l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, iosonovulnerabile approda a Roma dove si fa anche veicolo di una riflessione generazionale attraverso il coinvolgimento di giovani artisti e studenti provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Roma e dell’Istituto di Istruzione Superiore Piaget Diaz che esporranno i loro lavori negli spazi di Villa Altieri, accanto a quelli di Illuminato.
Sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e della Commissione Europea – Rappresentanza in Italia, con l’auspicio della Presidenza VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Camera dei deputati, e con il patrocinio del Ministero Affari Esteri, della Regione Lazio, della Città metropolitana di Roma Capitale e dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, la produzione esecutiva del progetto è dell’associazione di promozione sociale Movimento VulnerarTe.
L’evento – che vede la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma, con i giovani artisti Michele Vasta, Antonella Mosca e Mitsiki Akiyama, e dell’Istituto di Istruzione Superiore Statale Piaget Diaz – sarà anticipato nel pomeriggio del 6 dicembre, alle ore 17.00, dalla performance del Teatro Valmisa Who is me con Lucia Bendia e drammaturgia di Elia Castello, in omaggio ai 50 anni dalla scomparsa di una delle figure più rilevanti della cultura italiana, Pier Paolo Pasolini.
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