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Ironia del video: Cezary Bodzianowski alla Fondazione Morra Greco di Napoli
Mostre
L’artista polacco Cezary Bodzianowski (1968, Stettino, Polonia) torna per una seconda esposizione presso la Fondazione Morra Greco di Napoli, con Allora Vero. Curata da Pierre Bal-Blanc, la mostra è un’esplorazione delle opere audiovisive dell’artista, tra lavori già esistenti e altri video realizzati appositamente per l’occasione. La mostra non presenta un percorso precostituito e preciso ma le video installazioni hanno delle connessioni con lo spazio espositivo: l’intenzione principale del curatore è quella di far emergere l’importanza del luogo e dell’architettura in connessione con l’opera dell’autore.
Le performance di Bodzianowski, durante le quali l’artista agisce nel mondo reale in un modo molto singolare e personale, prendono luogo principalmente al di fuori dello spazio-galleria. Tutto ciò che mette in scena l’artista si mescola alla vita reale. Bodzianowski inoltre è riuscito a creare un personaggio: un uomo con dei baffi vecchio stile che generalmente indossa un trench e porta con sé una valigetta. Si definisce un pittore anche se è ovvio che si tratta di una provocazione in quanto l’artista si esprime prevalentemente attraverso le performance che viene ripresa dalla telecamera.
Tra i lavori realizzati durante la residenza a Napoli troviamo il video Signals (2023) e La Crimose (2024). In Signals, Bodzianowski è seduto assopito su una sedia vicino a una finestra dalla quale si sentono provenire tutti i rumori che connotano la città partenopea: clacson, voci, ambulanze. L’artista, apparentemente addormentato e sfiancato dal caldo, emette dei piccoli versi quando sente i clacson suonare. Questa azione che compie rende il personaggio un tutt’uno con la città, l’interno e l’esterno si fondono e sono connessi dall’emissione di un vagito urbano. La Crimose invece vede come protagonista Bodzianowski che si aggira per la zona più trafficata del centro di Napoli, l’incrocio tra Via Pessina e il Museo Archeologico, portando in testa la bandiera dell’Unione Europea.
Oltre alle opere realizzate per la mostra, sono presenti dei video realizzati nei primi anni duemila. In particolare Because (2008) è un lavoro in cui vediamo la nuca dell’artista di spalle che si appoggia ad un muro dove notiamo una decorazione con due angioletti: questo è un riferimento all’architettura e alle pareti affrescate del palazzo. Un tratto caratteristico dell’artista, infatti, è lavorare con quello che c’è, inserendosi nel contesto con il suo corpo, che ne diventa l’elemento preponderante.
Catwalk, sempre del 2008, è un lavoro ironico e allo stesso tempo molto significativo. La parola inglese catwalk è utilizzata in duplice accezione: significa passerella ma letteralmente la parola si riferisce a un gatto che cammina. L’artista ancora una volta agisce nel contesto urbano e opera un’azione di spiazzamento in quanto lo vediamo compiere, appunto, una passerella a piedi scalzi nella città di Gerusalemme, avendo come sfondo le mura. Questo gesto, compiuto in maniera così silenziosa e rispettosa, sembra voler alludere al fatto di non disturbare gli equilibri fragili del Paese in cui si trova.
La relazione tra l’architettura e il luogo si consolida nell’opera Spring rain in cui una cascata di palline da ping pong, lanciate dall’artista, rotolano per le scale di uno dei piani della Fondazione. L’elemento estraniante è che il sonoro del video lo troviamo nel piano basamentale (con resti di mura greche) del palazzo, dove si viene avvolti dal suono della cascata di palline. L’artista agisce sul senso della vista e dell’udito separatamente, realizzando una video performance che potremo definire delocalizzata.
Ulteriore elemento preponderante nella produzione dell’artista è il lavoro svolto da Monika Chojnicka, compagna di vita e di lavoro di Bodzianowski, che è l’operatrice video di tutte le sue performance.
L’intera mostra, dislocata in tutti gli spazi della Fondazione, evidenzia come non sia possibile incasellare l’artista, il cui lavoro oscilla tra la performance pubblica e l’audiovisivo. Cezary Bodzianowski riesce a “dipingere” situazioni ironiche ma al tempo stesso effettua un’operazione di denuncia in modo puntuale ed efficace, andando ad evidenziare degli aspetti della vita quotidiana che altrimenti non noteremmo.
La mostra presso la Fondazione Morra Greco è visitabile fino al 27 luglio 2024.