Jack Vettriano, The Singing Butler
Per la prima volta in Italia, Palazzo Pallavicini a Bologna ospita una mostra dedicata all’artista scozzese Jack Vettriano, scomparso appena pochi giorni fa. A cura di Francesca Bogliolo, la mostra sarà visitabile fino al 16 marzo 2025.
«Sono un ragazzo di Fife chiaramente fortunato», così si descriveva Jack Vettriano, tra i pittori contemporanei più popolari della Scozia. Di origini italiane, nasce nel 1951 in una cittadina industriale scozzese, dove inizia presto a lavorare. A 21 anni inizia a dipingere da autodidatta, dopo aver ricevuto un set di acquerelli in regalo. La sua carriera ha inizio nel 1988, grazie alla mostra d’esordio ospitata dalla Royal Scottish Academy, dove ottenne un successo repentino. Ha raggiunto il punto più alto della sua carriera nel 2004, quando è stato premiato dalla Regina Elisabetta con l’onorificenza OBE, per i servizi alle arti visive.
Trasferitosi a Edimburgo, prese le distanze dal lavoro svolto fino ad allora, decidendo di cambiare anche nome. Così, Jack Vettriano si lanciava in una nuova fase della sua carriera pittorica che doveva consolidarsi rapidamente. Lo scopo era mettere su tela ciò che intendeva come «Piacere visivo»: un’estetica retrò, che si colora di tonalità vivide, soggetti eleganti, come donne avvenenti e macchine d’epoca, e paesaggi appena accennati.
Le bellissime sale di Palazzo Pallavicini a Bologna ospitano per la prima volta in assoluto in Italia più di 70 opere di Jack Vettriano. Grazie al percorso curato da Francesca Bogliolo, in collaborazione con lo stesso artista, la mostra offre la possibilità di conoscere a fondo uno tra gli artisti più apprezzati della sua generazione.
L’esposizione è stata pensata proprio come un percorso che va dai soggetti più noir, alle opere ambientate sul mare, fino ai dipinti più famosi. Tra questi, c’è The singing butler, che è stato venduto per 750mila sterline nel 2004, segnando un record come il quadro meglio venduto da un artista scozzese (a proposito di mercato, nei prossimi giorni Sotheby’s metterà in asta il Crude Oil (Vettriano) di Banksy, dalla collezione di Mark Hoppus dei blink-182, che secondo le stime potrebbe raggiungere 5 milioni di sterline). Attraverso gli scatti realizzati dal fotografo del Sunday Times Francesco Guidicini nello studio dell’artista, i visitatori della mostra hanno modo di osservare le molteplici sfaccettature di questo artista contemporaneo.
L’amore romantico è il vero protagonista della mostra, che viene interpretato dall’artista in diverse ambientazioni e su vari soggetti, testimoniando una sensibilità per un’estetica senza tempo. Lo scopo del pittore è introdurre un elemento all’interno del dipinto che possa creare una narrativa per lo spettatore.
Il fil rouge della mostra a Palazzo Pallavicini è la musica, l’elemento d’intrigo che accompagna diverse opere di Jack Vettriano. Dalle atmosfere romantiche e sognanti delle sale da ballo, a quelle misteriose degli interni in penombra, fino ai paesaggi estivi, ogni quadro di Vettriano tenta di restituire il mood delle canzoni che lo ispirano, fino a dare il nome al dipinto, come Dance Me To the End of Love.
L’intimità tra i soggetti di Vettriano è sempre rappresentata a distanza, seppur palpabile, lasciando così un alone di intimità alle coppie. Come affermato dallo stesso artista: «Nei miei dipinti voglio fermare quel momento in cui tutto sta per accadere». Attraverso la tensione tra le figure, Vettriano cristallizza questo preciso attimo, legando la sua produzione a questo stile visivo riconoscibile e apprezzato dal grande pubblico.
L’ambientazione hollywoodiana che fa da sfondo a molti dei suoi quadri è un palcoscenico dove mettere in scena due tra i suoi temi principali: l’esaltazione della bellezza femminile e il racconto dell’amore romantico. Quest’ultimo è inserito sempre all’interno della cultura pop, rendendo facile allo spettatore un processo di immedesimazione – oltre che di osservazione – nelle sue opere.
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Ho visitato la mostra. Non sono i quadri originali, ma delle stampe su carta. Penso che avrebbero dovuto dirlo, visto anche il costo 16€ del biglietto. Mi stupisco che i curatori della mostra non colgano la differenza tra vedere un quadro ad olio originale e la sua riproduzione seppur ben fatta su carta. Boh...
Deluso. Mostra di Jack Vettrano con solo 4 dipinti originali su tela , il resto riproduzioni. Non ha avuto senso vedere grafiche peraltro di formati non corrispondenti agli originali
Non so come si possa definire una mostra che , senza informare preventivamente, espone le copie su carta (solo 5 le tele originali) delle opere di Vettriano e in un formato più piccolo degli originali, scrivendo però sul cartoncino di fianco all'"opera", le misure dell'opera originale (ma rigorosamente senza l' anno di esecuzione) così da mandare in totale confusione il visitatore. Una mostra nel bel palazzo Pallavicini non adatto ad essere spazio espositivo, al prezzo di 16 euro... è un po' una truffa
Delusione
Una mostra di dipinti mostra i dipinti, non le loro riproduzioni su carta museale.
Ho pagato 12 euro ( tariffa famiglia) per vedere delle fotografie. Sulla base di questo tariffario il Louvre cosa dovrebbe chiedere?
Non ultimo, se decidete di mostrare le foto delle opere, che almeno ci siano tutte.
In casa ho tre eccellenti riproduzioni di Vettriano dipinte a mano da un amico. A questo punto apro anche io una mostra.
Una fregatura , 16 euro per vedere solo quattro dipinti originali ad olio, i restanti copie incorniciate che è possibile vedere online quando si vuole. Vergognoso
Prima di andare alla mostra ho letto il sito della location che ospita l'esposizione e onestamente ho trovato tutto ben specificato, sia per numero di oli, sia per le foto nel suo studio, sia per le opere su carta, motivo per cui mi sono decisa ad andare e devo dire di aver fatto bene, perché credo sia più facile criticare che ammettere di essere stati disattenti nella lettura di un esposizione (ma vale anche per film e libri)
Detto questo, ho trovato una mostra sulla storia e la vita di Jack Vettriano meravigliosa, non sono di Bologna ma spero di tornarci ancora prima che chiuda.