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Jay Heikes, Daily Rituals, Schiavo Zoppelli Gallery
Mostre
di Gaia Tonani
In occasione della Milano Art Week, dal 7 al 13 settembre 2020, la rinnovata Schiavo Zoppelli Gallery porta in scena l’opera dell’artista Jay Heikes, nato a Princeton, nel New Jersey, e noto per la sua pratica eterogenea. Heikes è alla ricerca di un metodo per reinventare il processo di creazione artistica: la sola materialità riflette la sua insoddisfazione per l’arte contemporanea e il punto in cui essa attualmente si trova.
Nasce così, nel 2014, l’idea di filmarsi in studio, mentre realizza le sue opere per cogliere i movimenti dell’istante creativo, analizzare in maniera specifica il metodo rappresentativo ma, ancora di più, il gesto. L’analisi di Jay Heikes, dopo molte ore di registrazione, ispirazione, contemplazione e trasposizione dell’idea in materia, si conclude con una raccolta di video, a sintetizzare i sette giorni della settimana, con una playlist di suoni e immagini che si sviluppano in circa 40 minuti.
Ogni giorno corrisponde a un genere musicale e a un tema specifico: si passa dalla musica country a quella tribale, dall’elettronica alla psichedelica, utilizzando la domenica, denominata Sickday, per una pausa emotiva e inventando un “nuovo giorno” della settimana. Nei video in mostra da Schiavo Zoppelli Gallery, compaiono i lavori di altri artisti, ripresi direttamente dal computer di Jay Heikes e associati ai brani musicali protetti da copyright, per mettere in evidenza la gravosa questione dell’appropriazione e del palgio delle idee e delle opere altrui, affrontata, con modi ed esiti diversi – oltre che in diverse sedi – da artisti come Richard Prince e Jeff Koons. Ma più che agli artisti, l’accusa sembra diretta contro un sistema ormai ramificato, che ha reso ammissibile l’idea della gratuità del lavoro.