Categorie: Mostre

Julian Charrière | Mambo

di - 2 Settembre 2019

“All we ever wanted was everything and everywhere” è la prima personale in una istituzione museale italiana dell’artista franco – svizzero Julian Charrière (1987), curata da Lorenzo Balbi, in corso fino all’8 settembre 2019 al Mambo di Bologna.

Un viaggio immersivo ed esplorativo nei luoghi più lontani della terra dove l’artista, come archeologo e antropologo, percepisce e rileva la presenza dell’uomo e i segni da esso lasciati nel perenne rapporto tra scoperte scientifiche e impatto sull’ambiente. Molte delle opere esposte sono frutto di una riflessione sulla bomba atomica, evento storico che ha sconvolto il mondo.

I luoghi ritratti e interessati dalle esplosioni, dove l’artista si è recato per la sua ricerca spaziano dall’atollo di Bikini, alle Cenotes dello Yucatàn, alla steppa del Kazakistan. Il percorso espositivo si apre, infatti con un video Iroojrilik, 2016 che introduce lo spettatore nei fondali e negli abissi dell’atollo di Bikini, grazie alle riprese subaquee fatte direttamente dall’artista e contemporaneamente lo riporta in superficie mostrando i relitti di orrendi edifici abbandonati e i segni di morte sulla vegetazione e sulle noci di cocco causati dalle radiazioni ancora presenti, nonostante siano passati più di settant’anni.

Proseguendo verso la sala delle Ciminiere lo spettatore si trova immerso nella visione che comprende gli abissi e la terra ferma. La scultura Pacific Fiction, 2016 composta da noci di cocco radiattive, racchiuse in gusci di piombo, rappresenta un memoriale delle sofferenze delle popolazioni delle isole Marshall soggette ai test nucleari svolti dagli Americani. Le sculture sono disseminate sulla superficie della sala, talvolta singolarmente, talvolta a gruppi, talvolta a piramidi evocando la sistemazione delle palle di cannone nelle fortezze militari.

Julian Charrière All we ever wanted was everything and everywhere, vista della mostra

Gli abissi, invece, sono rappresentati dall’opera All we ever wanted was everything and everywhere, 2018, campana per immersione, utilizzata sin dall’antichità per esplorare gli oceani, controbilanciata da sacchetti trasparenti pieni di acqua marina. Da esploratore e osservatore scientifico, Charrière lascia traccia nelle opere della radioattività residua a seguito della conservazione delle pellicole fotografiche nella terra, come si evince dalle diverse fotografie presenti la cui superficie non è uniforme ma presenta sprazzi di luce derivanti dalla radiazione assorbita.

Il senso di abbandono, di desolazione e di un‘atmosfera metafisica, è evidente nel video Somewhere, 2014 in cui vengono ripresi gli edifici superstiti di Semipalatinks, luogo dei test nucleari sovietici. L’artista documenta e attesta la reale situazione di quel territorio devastato e abbandonato. Il forte interesse per l’acqua e per tutto ciò che essa custodisce continua ad essere protagonista di altre opere presenti, tra cui la serie fotografica Where waters meet 2019. L’artista immortala dei free diver mentre si tuffano negli abissi delle grotte acquatiche messicane conosciute come Cenotes penetrando nel chemoclino immergendosi così non solo fisicamente nella profondità del mare, ma anche nella loro interiorità, vivendo un sentimento definito “oceanico”.

L’attività di Charrierè, attraverso le sue più ardite esperienze di viaggio, oltre che manifestare l’aspetto estetico di ciò che rappresenta, si trasforma in ricerca scientifica e documentaria aprendo una riflessione e un dibattito sulle enormi potenzialità dell’arte nella divulgazione e sensibilizzazione su temi di forte impatto storico-ambientale.

Bruna Giordano

mostra visitata il 22 agosto

Dal 9 giugno 2019 all’8 settembre 2019

All we ever wanted was everything and everywhere. Julian Charrière.

Mambo, Bologna

Via don Giovanni Minzoni ,14 Bologna

Orari: Martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica e festivi h. 10:00-18:30

Giovedì ore 10:00-22:00

Info: www.mambo-bologna.org

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