Ha aperto da pochi giorni a New York, nella Lower east Side, da TOTAH, MYTHOLOGEEZ, una mostra di nuovi dipinti di Kenny Scharf che durerà fino al 9 novembre 2024, la terza mostra personale dell’artista con la galleria, e noi abbiamo fotografato il vernissage.
A cavallo tra il Surrealismo e il Pop, il parco giochi dell’immaginazione di Scharf si rivolge all’anno zodiacale del drago, il 2024 (ne abbiamo scritto anche qui). Come se fossero geroglifici, il messaggio che esprime attraverso le sue figure è diventato una sorta di scrittura sacra, trascendendo i valori pittorici convenzionali e attirando a sé una miriade di associazioni e significati.
Come spiega il gallerista, Scharf fa risalire i suoi draghi al loro significato ancestrale, dove, etimologicamente, la parola “serpente” si combina con “colui che vede”. Come navicelle fatte di di parole, questi dipinti commentano indirettamente gli aspetti sacri e di buon auspicio dei draghi.
Quello che rende l’iconografia di Scharf così universale è il modo in cui fa un parallelo con aspetti familiari della cultura pop, senza riprodurli. Lungi dall’essere didascalici, i suoi dipinti parlano intrinsecamente di questioni riguardanti l’ecologia, la coscienza e l’essere. Le entità di Scharf, attaccate a visi che suggeriscono sentimenti umani, non sono né germi né cellule, propriamente dette e la loro avventura cosmica va oltre tutto ciò che può essere racchiuso dal sentimento umano. Usando le sue figure ultraterrene come veicoli, l’artista vola oltre i limiti della nostra cultura, rivelando un universo animistico assolutamente gioioso, che è piaciuto anche a Dior.
Kenny Scharf (nato nel 1958 a Los Angeles, California) ha frequentato la School of Visual Arts di Manhattan e si è formato negli anni Ottanta a New York accanto ai contemporanei Keith Haring e Jean-Michel Basquiat.
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