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What would you do if you were in my shoes? In lingua inglese, il modo di dire corrispettivo al nostro “mettersi nei panni degli altri” è proprio questo: indossare “scarpe” altrui. Il ciclo di lavori Shoe shop presentato da Kyvéli Zoi presso la galleria Acappella di via Cappella Vecchia, a Napoli, è tutto dedicato a questo prezioso accessorio. Dalle più classiche delle decolleté alle immancabili ginniche, da comode pantofole a zeppe da “febbre del sabato sera”: i piccoli lavori pittorici dell’artista greca, che vive e lavora ad Atene, sono una declinazione degna del più fornito dei negozi di calzature in contesti differenti ma che possiamo solo immaginare. Accadono cose intorno a quei piedi calzati, si intuisce chiaramente, eppure non è importante: l’importante è esserci, mettere le nostre vite in quei contesti indossando, appunto, quelle scarpe che non ci appartengono.
I titoli suggeriscono sovente “luoghi” deputati all’arte. In Gallerist Shoes (olio su lino, 2024) un paio di sandali gialli, calzati da piedi e caviglie tornite, si muovono su di un vivace pavimento a scacchi. In Museum Goers (olio su lino, 2024) una coppia di stringate rosse suggeriscono di appartenere a chi sta evidentemente ammirando un quadro.
Scriveva Hermann Hesse che la fantasia e la capacità d’immedesimazione non sono altro che due forme d’amore. E a cosa serve l’arte se non a mettersi nei panni degli altri?
Kyvéli Zoi ha esposto il suo lavoro in mostre collettive e personali a livello internazionale, in città come New York, Parigi, Londra, Los Angeles, Madrid, Napoli e Atene. Ha collaborato con registi cinematografici e teatrali, designer e musicisti. Tra il 2021 e il 2022, ha ricevuto una borsa di studio dalla Stavros Niarchos Foundation a sostegno del suo percorso artistico. Zoi è inoltre fondatrice di KYAN, una residenza per artisti con sede ad Atene, che promuove scambi e progetti tra creativi internazionali.
La mostra Shoe Shop di Kyvéli Zoi sarà visitabile alla galleria Acappella fino all’11 novembre 2024.