Dopo la bulimia di mostre, conferenze, visite virtuali nei musei e di tutto e di più visto in rete come atto rigenerativo, di rinascita e riappropriazione dei propri sensi e libertà di uscire dall’incubo del lockdown, concedetevi una pausa di riflessione immergendovi nei paesaggi sonori inscenati da tre artisti Miroslaw Balka, Simone Forti e Marcello Maloberti, differenti in tutto, ma non nel linguaggio evocativo e universale del suono adottato per questa anomala e coraggiosa mostra ideata da Raffaella Cortese con la complicità dell’istrionico Marcello Maloberti, capace di creare sempre strane storie sospese tra fiction e realtà, intrecci tra testo e immagine.
L’esposizione milanese anche nel titolo è un programma “L’orecchio di Dioniso” (fino al 18 settembre), riferito al luogo reale a Siracusa, una grotta così chiamata perché rievoca la forma dell’orecchio, è suddivisa in tre spazi della Galleria Raffaella Cortese, da ascoltare per aprirsi a nuovi immaginari evocativi. Il viaggio tra natura, mito e pittura alla ricerca di una possibile visibilità dell’invisibile, inizia in via Stradella 7, nello spazio ipogeo completamente oscurato, proprio come una caverna, dove Simone Forti (1935), artista fiorentina che vive a Los Angeles, tra le principali protagoniste della performance, corografa e scrittrice, con Face Tunes (1967), un ipnotico suono di flauto a coulisse registrato da una sua performance, di oltre dieci minuti qui decontestualizzato, vi trasporterà in un luogo mitico, tra fauni, satiri danzanti, dei dell’Olimpo dove tutto è calma, bellezza, armonia e mistero.
Al civico numero 4, Marcello Maloberti (1966) con Cicerone (2018), una trascrizione della registrazione sonora, da ascoltare senza avere fretta la voce professorale di Roberto Carozzi che descrive il ciclo di affreschi del 1524 di Lorenzo Lotto (1480-1557) dell’Oratorio dedicato a Santa Barbara fatto costruire nel 1499 dalla famiglia Suardi di Trescore (Bergamo). Le parole si dilatano dello spazio bianco, vuoto e irrorato dalla luce naturale delle vetrine della galleria. E qui basta chiudere gli occhi e lasciarsi condurre dalle parole del narratore suadente dentro la tavolozza brillante dei colori lotteschi e le scene ispirate alle vite di santa Barbara e santa Brigida interpretate in maniera originale dal maestro veneziano del Rinascimento, anticonformista. Gli affreschi si dispiegano su tre pareti in un’ ampia aula di 8,12×4,68 metri nell’Oratorio bergamasco dal complesso programma iconografico sono un capolavoro ancora poco conosciuto al grande pubblico, che in questi tempi di “vacanze in prossimità”, sarebbe il caso di scoprire. E noi esuli, lungo il pendio dell’immaginazione, trascinati dolcemente da interventi sonori sospesi tra presenza e assenza, respiriamo l’eternità dell’arte, attraverso il senso dell’ascolto, sopito in un mare magnum di immagini consumate in rete. Così facciamo riposare l’occhio, perché la mostra suggerisce un approccio “in levare” per liberarci dai condizionamenti dell’immagine, con semplicità attraverso evocazioni sonore da ascoltare e non da raccontare.
L’esperienza sonora si conclude al civico 1 di via Stradella, con 61x59x31/Sereno è (2006/2017) di Miroslaw Balka (1958), artista polacco, dal curriculum impressionante, che tra partecipazioni a biennali e mostre personali nel mondo, nel 2017, ha esposto anche a Milano, in Pirelli Hangar Bicocca. E, nello spazio vuoto della galleria, luminoso, bianco abbacinante, basta una semplice frase ripetuta come un mantra tratta da una canzone di Drupi Sereno è che in questo momento storico, diventa una invocazione soggettiva da condividere per recuperare uno sguardo positivo sul futuro, è una previsione di superamento del “tempo oscuro” che abbiamo vissuto in preda alla paura del contagio, annichiliti dal contatto con la nostra fragilità umana.
Nelle Viewing Room della Galleria Raffaella Cortese è possibile trovare un’ampia selezione di opere, testi, materiale audio e video sulla mostra “L’orecchio di Dioniso”.
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