13 gennaio 2024

La Fondazione Fendi di Roma celebra l’opera di Carol Rama e ricostruisce gli ambienti ispirati alla sua casa

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Carol Rama è la protagonista dell’ultimo appuntamento del format ideato da Fondazione Fendi a Palazzo Rhinoceros di Roma, che ripropone le atmosfere evocative della cifra umana e poetica dell’artista

Fino al 20 gennaio 2024, la Fondazione Alda Fendi ospita la mostra Carol Rama, Appassionata. Realizzata in collaborazione con Archivio Carol Rama, l’opera dell’artista torinese è messa in relazione con lo spazio sognante e contemporaneo di Palazzo Rhinoceros progettato dall’archistar Jean Nouvel. Un ambiente in cui l’oscurità viene spezzata da una luce fredda puntata sul dipinto che primeggia nello spazio come una rievocazione della casa dell’artista, luogo dell’intimo, originariamente affacciato sugli abbaini torinesi. Il dipinto del 1980 viene ospitato per la prima volta a Roma diventando il fulcro dell’esposizione. Il suono di un metronomo emerge ticchettando e tiene il tempo che in questa stanza sembra scorrere a una velocità rallentata, n letto di metallo dalle fattezze ospedaliere, immaginato da Curi, rimanda velocemente a un senso di infermità, che Rama conobbe nel corso della sua vita a causa degli eventi familiari e da cui riuscì a sfuggire grazie alla pittura. L’opera, realizzata con pennarello e tecnica mista su tela da capote beige, raffigura una donna, probabilmente legata a un caso di cronaca nera parigina da cui Rama venne particolarmente colpita, tanto da creare un archetipo in cui far confluire le sue memorie e fatti realmente accaduti.

Appassionata diventa così una donna che diventa una figura ricorrente dei suoi acquerelli e che riporta in altre opere dal titolo omonimo. La Sonata per pianoforte n. 23, detta Appassionata, di Ludwig Van Beethoven, compositore del quale l’artista era grandissima estimatrice, accompagna come una colonna sonora la fruizione dell’opera. Lea Vergine che negli anni ‘70 lavorò a lungo con l’artista scrive: «Non si sa e non si deve sapere se si sta penetrando in un quadro, in un sogno, in una pagina di diario, nell’inventario dell’inconfessabile».

Queste parole di un’accuratezza che solo Vergine poteva raggiungere, vengono riportate in mostra trasportandoci nell’immaginario profondo della pittrice torinese. Nonostante i rimandi agli elementi tipicamente freddi degli ospedali psichiatrici, ciò che si percepisce entrando nell’ambiente è un sentimento privato, nascosto e di attesa che suggerisce molto del lavoro di Rama portato avanti nel corso del Novecento all’insegna dello sperimentalismo di soggetti e materiali tra Surrealismo e Informale. In occasione della mostra viene presentato anche volume Carol Rama. Catalogo ragionato 1936-2005, voluto dall’Archivio Carol Rama, sostenuto da Fondazione Sardi per l’Arte e curato da Maria Cristina Mundici, Raffaella Roddolo e Maria Grazia Messina. Il volume edito da Skira editore è un’antologia completa divisa in due tomi che raccoglie i sette decenni di lavoro dell’artista, rapporti con personalità artistiche o meno che l’hanno seguita assiduamente per anni acquistando o ricevendo in dono opere. Appassionata ci rende passeggeri di questo silenzioso viaggio nei luoghi di poesia e infermità dell’artista di fama internazionale, scomparsa nel 2015 dopo un’intensa carriera durata oltre settant’anni.

Carol RAMA, Raffaele CURI e MAN RAY

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