Ad Anversa, nel cuore delle Fiandre, si continuano a esplorare gli universi dell’arte visionaria e lucida, dissacrante e poetica, del mitico James Ensor, in occasione delle celebrazioni dedicate al pittore fiammingo, a 75 anni dalla morte, avvenuta il 19 novembre 1949. Dopo In Your Wildest Dreams. Ensor beyond Impressionism, mostra visitabile al KMSKA – Museo reale di belle arti di Anversa fino al 19 gennaio 2025, un altro appuntamento da non perdere al Plantin-Moretus. Il museo situato nell’antica stamperia di Christoffel Plantijn e Jan Moretus – prima sede museale inserita nella Lista del Patrimonio Unesco dell’Umanità – ospita, fino al 19 gennaio 2025, Ensor’s States of Imagination, esposizione incentrata sul percorso grafico di James Ensor.
Per anni, il giovane artista si dedicò con fervore all’incisione, esplorando ogni aspetto di questa tecnica. Come affermava lo stesso Ensor, «La pratica rende perfetti! Soprattutto nell’incisione, dove l’esperienza è fondamentale e richiede tentativi e sforzi continui». Ispirato da grandi maestri del passato come Rembrandt, ben presto Ensor sviluppò un approccio distintivo al medium. Sempre pronto a tracciare un sentiero originale, l’artista trasformò il suo studio in un vero e proprio laboratorio creativo, un luogo di esperimenti in cui anche il caso poteva rivelarsi un alleato prezioso. Ensor riusciva a imprimere nelle stampe l’aura delle opere d’arte, rendendole uniche, colorandole a mano con matita, gesso o acquerello.
Curata da Izanna Mulder e Willemijn Stammis, l’esposizione raccoglie per la prima volta i risultati più significativi di questi esperimenti: disegni preparatori, lastre di rame e vari stati di stampa. Verranno esposte stampe uniche su pergamena e raso colorato. Emergono così dettagli inaspettati nella rappresentazione di grandi folle e prendono corpo nuove forme.
L’avventura di Ensor con l’acquaforte ebbe inizio nel 1886. Allora aveva 26 anni, si trovava nel pieno della sua carriera e, nella sua vita, avrebbe creato oltre 130 stampe. Ensor disegnava, raschiava e colorava. Imparando il mestiere da artisti esperti, come il suo amico Théo Hannon, sperimentava materiali e tecniche, provando nuovi elementi e trovavando ispirazione nelle fotografie e nei suoi stessi dipinti. Per comprenderne l’arte, ogni passaggio intermedio è importante: disegni preliminari, acqueforti, prove e stati vari raccontano il suo processo creativo. «Con il suo ago da incisione, Ensor mostra il suo vero genio come artista. Forse ancor più che con il suo pennello», spiegano dal museo.
Tra le opere in mostra, l’acquaforte Skeletons Warming Themselves, Scheletri che si scaldano, del 1895, posseduta da Paul Klee attraverso un conoscente comune, e The Thunderstorm, La tempesta, in cui Ensor interpreta a suo modo un tema tipico di Hokusai, il cielo minaccioso che circonda il Monte Fuji, sperimentando altre tecniche per realizzare i cumuli di nubi. Troviamo poi The Hunter, La caccia, è la copia più diretta di Ensor da un’opera di Rembrandt, eppure resa con la sua peculiare cifra stilistica.
Nela sala di lettura, il percorso espositivo si concentrerà sul rapporto tra l’artista e il poeta Emile Verhaeren, tra i capostipiti della scuola simbolista, amico di Théo van Rysselberghe e Andre Gide, e autore di molti articoli che portarono alla luce le ricerche di quelli che, all’epoca, erano considerati i talenti più promettenti dell’arte d’avanguardia, proprio come Ensor. Questa mostra nella mostra prende le mosse dalla collezione Verhaeren che – finora – ha ricevuto poca attenzione. Il focus sull’incisione della famosa opera di Ensor Les cuisiniers dangereux, I cuochi pericolosi, che fa parte di questa raccolta.
Oltre alle mostre al KMSKAÂ e al Plantin Moretus, Anversa partecipa al programma Ensor 2024, avviato a Ostenda, cittĂ natale di Ensor, alla fine del 2023, e proseguito a Bruxelles, con altre mostre e progetti, che coinvolgono anche il MoMu Fashion Museum e il FOMU Photo Museum, ognuno con progetti specifici a tema.
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