08 dicembre 2024

La vita di Spartaco Vela raccontata nel museo svizzero di Ligornetto

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Troppo spesso adombrato dalla figura paterna, il lavoro di Spartaco Vela riemerge al centro della mostra in corso al Museo Vela, fino al 27 aprile 2025

Spartaco Vela (1854-1895) La cucitrice, 1885-90 ca. olio su tela, cm 66 × 81 Museo Vincenzo Vela, Ligornetto © MVV / F. Girardi

Spartaco, figlio unico e figlio d’arte, un pittore dalla breve vita la cui carriera fu adombrata dalla ingombrante figura del padre, il celebre scultore Vincenzo Vela. Dalla biografia quasi dimenticata, Spartaco Vela (1854-1895), è stato descritto come un «uomo sparuto, fragile e soverchiato dalla figura paterna, titanica e monolitica», dall’inconfutabile talento pittorico che, nonostante il periodo storico complesso, seppe emanciparsi ed esprimere la sua contemporaneità. Seppur indebolito dagli agi e dai privilegi di una famiglia nobile, è stato un uomo attento a questioni sociali e attivo nell’aiuto umanitario, che seppe connettersi saldamente alla società del suo tempo e schierarsi con i più fragili.

In occasione del 130esimo anniversario della sua morte, il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, quartiere della città di Mendrisio nel Canton Ticino, gli dedica la mostra Spartaco Vela. Impressioni dal vero, che ripercorre le tappe di una carriera artistica florida e troppo spesso dimenticata. Ospitata nella villa che dal 1867 fu dimora della famiglia Vela, l’esposizione riunisce circa 70 opere tra dipinti, grafica e documenti storici, provenienti sia dalla collezione del museo sia da prestiti privati e pubblici.

La villa di Ligornetto venne acquistata da Vincenzo vela nel 1867, dove vi si trasferì da Torino con la moglie Sabina Vela-Dragoni e il giovane figlio, nato 13 anni prima, il cui nome riprende la scultura di Vincenzo dedicata allo schiavo ribelle, oggi nella collezione permanente del museo. Spartaco lega indissolubilmente il patrimonio familiare alla comunità donando la villa e la collezione del padre alla Confederazione nel 1898, aprendola al pubblico. Articolata per sale tematiche, l’allestimento rinnova il display degli spazi della casa e ricostruisce la parabola umana e artistica di Spartaco, morto a soli 41 anni di tubercolosi, conferendo all’artista una meritata autonomia critica rispetto alla figura paterna.

Spartaco Vela (1854-1895). La Madonna dei Ghirli presso Campione, 1886, olio su tela, cm 75 × 126. Museo Vincenzo Vela, Ligornetto © MVV / M. Zeni

La mostra, da novembre ad aprile 2025, è curata da Antonia Nessi, direttrice del museo, in collaborazione con Anita Guglielmetti e Tiziana Conte. Come da sottotitolo, Spartaco si concentra sulle impressioni dal vero, espresse attraverso un linguaggio figurativo che rientra nel cosiddetto naturalismo lombardo, movimento sviluppatosi a Milano tra gli anni ’70 e ’80 del XIX secolo. Le sue opere si distinguono per un verismo che privilegia paesaggi e nature con contorni sfumati, chiaroscuri raffinati e pennellate dai colori chiari e luminosi. La sua opera combina un approccio sobrio e realistico con una sottile ma incisiva denuncia sociale, mettendo in luce le fatiche, lo sfruttamento e il lavoro degli operai e delle donne, nelle fasce più umili della società.

Come racconta la curatrice, «La mostra concretizza la volontà di riscoprire una figura appartata e di indubbio carisma. Chi è il giovane uomo che, come si vede dalle foto, è rappresentato nella storiografia come figura ‘pallida e incerta, brutta copia dell’esuberante e vitale personalità paterna’?.» È grazie a questa proposta espositiva che, come sottolinea Tiziana Conte, possiamo riscoprire una produzione pittorica rimasta occultata per lungo tempo, condividendola con la città, molto legata all’eredità della famiglia Vela. Le sale seguono un filo cronologico e tematico a partire dai legami famigliari, dalla formazione braidense fino alle esperienze espositive tra Milano, Torino, la Svizzera, indagando le idee liberali, anticlericali e radicali condivise tra Spartaco e suo padre, i dipinti di genere e il taglio stilistico influenzato dall’uso della prima fotografia. Opera cardine del percorso pittorico la monumentale Rispa, tela del 1881 che rappresenta un episodio biblico tratto dal libro di Samuele, in cui una madre piange e veglia sui corpi dei figli sacrificati a Dio, lottando contro gli animali affamati.

Spartaco Vela (1854-1895). La strada presso la cava, 1884 ca. olio su tela, cm 70,2 × 51,9. Museo Vincenzo Vela, Ligornetto © MVV / S. Carsana

Spartaco frequentò il corso di pittura all’Accademia di Brera a Milano, dove insegnava lo zio scultore Lorenzo Vela. Nel 1878 inizia il suo debutto artistico, con l’apertura di uno studio in città, caratterizzato da una continua attività espositiva tra Italia e Svizzera. Le atmosfere dei suoi dipinti restituiscono i movimenti sociali e storici di fine Ottocento, strettamente legati ai grandi mutamenti europei, e alle influenze culturali che legarono il Ticino con la vicina Italia. La sua pittura sembra aderire alla realtà, all’epoca che cambia, al reale e alle sue impressioni, come urgenza di una breve vita. Nonostante il rapporto complesso con la schiacciante figura paterna, Spartaco fu un uomo straordinariamente consapevole e poliedrico, animata da un forte impegno sociale, una passione per la viticoltura e un’acuta sensibilità ecologista. Ben radicato nel contesto culturale, si distinse per il suo attivismo e il profondo legame con il territorio, fondando un asilo e presiedendo la Società di Mutuo Soccorso di Ligornetto. L’amore per la natura e la tutela del paesaggio lo portano a schierarsi contro gli interventi che minacciano l’equilibrio ambientale: emblematica è la pubblicazione dello scritto Il Monte Generoso. Lamento di un montanaro, dove denuncia i danni paesaggistici causati dalla costruzione della ferrovia a cremagliera sul Monte Generoso. Inoltre, da ecologista ante litteram, inventò un lungimirante apparecchio per l’innaffiamento delle viti, presentato nella sezione archivistica della mostra.

Nella casa museo di Ligornetto, circondata da un giardino in pendenza all’inglese e all’italiana con laghetto e agrumeto, è custodita la monumentale collezione di circa cinquemila opere tra cui gessi, sculture originali e bozzetti di Vincenzo, la luminosa gipsoteca centrale, la biblioteca di famiglia e archivi d’epoca, tra cui più antica raccolta fotografica a essersi costituita nel Ticino.

In occasione dell’apertura viene presentato il catalogo, prima monografia dedicata a Spartaco Vela in collaborazione con Edizioni Casagrande. Con la prefazione della direttrice del museo Antonia Nessi, seguono un contributo di Sergio Rebora, uno dei maggiori conoscitori del museo, Paul Muller e Anita Guglielmetti, arricchiti da un apparato dell’itinerario espositivo di Giorgio Sassi. La pubblicazione accompagna e integra la mostra, indagando l’arte di Spartaco con sguardo nuovo e aggiornato. In terza pagina, una foto originale che ritrae il celebre padre insieme al figlio, «vestito di scuro, una mano in tasca, con l’altra si appoggia, si sorregge quasi alla gamba del padre, che guarda altrove.»

Spartaco Vela (1854-1895), Rispa che protegge il corpo dei figli, 1881, olio su tela, cm 210 × 300. Museo Vincenzo Vela, Ligornetto © MVV / S. Carsana

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