Fino al 31 gennaio 2025, la Galleria Pantaleone ospiterà a Palermo Mosche e Cristi, mostra personale di Maïa Régis (Parigi, 1995), giovane pittrice di origini francesi e italiane, a cura di Agata Polizzi. Artista emergente, stabilitasi a Palermo, si è formata a Londra dove si è specializzata in Pittura al Royal College of Art e nel 2022 ha realizzato la sua prima personale con la galleria Carl Kostyál. La sua produzione artistica è caratterizzata principalmente da acrilici su tela e lavori su carta in acrilico o a tecnica mista.
Le pareti della galleria appaiono come una costellazione di carte che vanno dal piccolo al grande formato, alcune meno recenti su fondo bianco, altre caratterizzate da colori più accesi e vivaci. Le opere su carta di Régis presenti in mostra hanno come filo conduttore il medium utilizzato: nonostante la ricorrenza dei soggetti– come volti, fiori, cibi, animali – ogni singola opera rappresenta un universo a sé. Ad alimentare il suo immaginario di riferimento contribuisce sicuramente il mercato di Ballarò, contesto dall’anima variopinta, popolare e multiculturale, nel quale si trova il suo studio palermitano. È proprio questa varietà ad attirare l’attenzione dell’artista: i vari soggetti scelti da Régis, infatti, portano con sé rumori, odori, sensazioni e la loro mera giustapposizione crea narrazioni ricche di contrasti e vitalità.
L’impressione che si ha osservando le opere esposte in galleria è di accedere al variegato immaginario artistico di Régis. I soggetti raffigurati nelle sue opere, infatti, contribuiscono a creare una visione di atmosfere poetiche in cui coesistono aspetti umani, naturali e simbolici. I volti raffigurati sono ritratti di personaggi più o meno noti e vengono scelti dall’artista per una caratteristica specifica del loro volto, come una ruga, un’espressione, un tratto fisionomico particolare. Il legante fra questi aspetti, così come accade negli altri soggetti dipinti, è la materialità da essi rappresentata, fulcro della ricerca artistica di Régis.
La composizione delle sue opere vede la coesistenza di questi elementi posti sullo stesso piano, quasi come se fossero dei collage. Osservandole, l’attenzione viene inevitabilmente catturata da un soggetto specifico – perché di maggiori dimensioni rispetto agli altri o per il suo posizionamento all’interno dell’opera – ma questo in realtà coesiste con tutti gli altri elementi dipinti con i quali non si instaura alcun rapporto gerarchico. Anche il colore diventa uno dei soggetti principali che compone questa narrazione. Il titolo della mostra Mosche e Cristi, oltre a fare riferimento alle mosche e alle croci spesso ricorrenti nelle carte di Régis, sintetizza tutti questi elementi di contrasto sopra elencati, quasi a farsi portavoce di una narrazione i cui elementi non si accostano per significato ma per creare una nuova poetica visiva.
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