La produzione artistica di Nicola Facchini spazia tra pittura, disegno e scultura: passando da influenze post-impressioniste, espressioniste, Baconiane e concettualismo, le visioni inquietanti espresse dalla sua arte cedono spesso il passo a una concezione sagace e irriverente della vita.
Il titolo della mostra ora in corso nel project space di MAGMA gallery, Acqua Bruciata, lo rappresenta perfettamente: «l’ironico ossimoro – si legge nel testo che accompagna la mostra – esprime infatti l’assurdità di un’azione impossibile, bruciare l’acqua, ma allo stesso tempo anche la forza del contrasto tra due elementi naturali». Evaporati, AmorePioggia, TramontoCicche, Duedilà, Pesce e Tanto stava già male sono alcune delle opere esposte e realizzate per la mostra, che raccontano la capacità dell’artista di catturare e ritrarre delle scene destinate ad evaporare, portando su tela il momento precedente alla scomparsa, quello in cui il dinamismo della composizione e la forza dei colori sono più forti. Ne parliamo con Nicola Facchini.
Nicola, innanzitutto ti chiedo, come nascono le tue opere?
«Passo giornate davanti la tela imprimita. Guardo le immagini che vanno formandosi. E poi quando mi pare sia il momento assecondo la pittura. Se ho dubbi, leggo pagine di titoli o mezze frasi che uso appuntarmi».
L’ironia costituisce, spesso, un riferimento chiave. Quale valore aggiunto ha in quanto strumento, se di strumento possiamo parlare, e come interviene all’interno delle tue opere e della tua ricerca?
«Come quando cercando di piantare un chiodo ci si martella il pollice. Doloroso, stupido, molto umano. L’ironia è una parte del tragicomico. Né strumento né valore aggiunto, è l’altra metà del dramma. E nel dramma offre, anzi impone di assumere, un diverso punto di vista. Che fa sempre bene. Il dramma è il mio martello, l’ironia il mio pollice. O viceversa».
Veniamo al titolo che hai scelto, Acqua bruciata. Un ossimoro, ironico, dietro cui si cela il fatto che l’acqua sia già un prodotto di combustione – dell’idrogeno che si combina con l’ossigeno – e dunque non possa bruciare. Cosa esprimi con questo titolo e che significato assume nella tua ricerca?
«Acqua Brucia nel senso “oltremodo evaporata”. Un po’ troppo velocemente. Un po’ troppo irrimediabilmente»
L’acqua è presente in alcune delle opere in mostra. In termini formali e anche in termini concettuali, come la usi, e cosa rappresenta?
«Si, le gocce di pioggia con i pesci che nuotano dentro, vanno verso l’alto. Appunto perché ci pare che il nostro punto di vista sia l’unico e giusto. Se girate i quadri l’acqua sta scorrendo naturalmente. Siam’ noi sottosopra e i pesci a pancia in su son morti».
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