-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Fino al 28 luglio, la mostra di Monica Marioni “Lasciami andare” sarà visitabile negli spazi di Villa Lysis, la splendida dimora d’inizio Novecento del nobile parigino Jacque d’Adelswärd Fersen. Con la curatela di Maria Savarese e la collaborazione di Tina Cannavacciuolo, Maria Rosa Sossai e Igor Zanti, il progetto patrocinato dalla Città di Capri ha avuto anche il contributo dello psicologo Stefano di Carlo. Quello caprese, in uno dei luoghi più suggestivi dell’isola, è il primo di una serie di appuntamenti che vedranno “Lasciami andare” fare tappa in diverse città d’Italia. Infatti, il progetto è stato pensato per restituire di volta in volta le immagini della relazione dell’artista con il luogo prescelto, in una narrazione in divenire sul tema della dipendenza affettiva.
“Lasciami andare”: dalla dimensione individuale a quella relazionale
Monica Marioni torna a lavorare sull’esperienza personale, dopo tre anni dal corto d’artista Le Umane Paure (con la regia di Nicolangelo Gelormini). Con “Lasciami andare” l’artista va oltre la dimensione individuale per arrivare a quella relazionale, lo fa attraverso questo progetto autobiografico che racconta la sua storia. Monica Marioni mette allo scoperto tutta la sua fragilità non solo per testimoniare la violenza fisica e psicologica ma soprattutto per comunicare la rinascita. Infatti, l’oggetto di “Lasciami andare” non è una storia d’abusi ma il cammino di uscita da questi. Fotografia, video, performance, disegno: l’artista lascia completa libertà alla sua espressione in quanto a media artistici. Attraverso la relazione col sé, con la propria storia e con ciò che è dentro e fuori il corpo, con questo progetto Monica Marioni esorcizza il dolore e trasforma la sua esperienza in un’”inedita impaginazione artistica”.
Monica Marioni e il suo progetto itinerante
La rinascita è il fulcro di “Lasciami andare”, il risveglio seguito a una storia d’amore finita male. In questo, Monica Marioni si riconnette profondamente alla storia di Villa Lysis. Ubicata nella parte alta di Capri, con un affaccio sull’isola e sul mare tutt’intorno, proprio in questa dimora storica trovò la morte Jacque d’Adelswärd Fersen, nel novembre del 1923. Il poeta e scrittore francese lasciò la città di Parigi e si trasferì a Capri, fece costruire la maestosa villa dedicandola alla jeunesse d’amour. Qui, amante dei piaceri della vita, trascorse i suoi giorni fino alla tragica fine: il suicidio per un eccessivo mix di champagne e cocaina. Così, lo vide spegnersi davanti i suoi occhi il compagno che viveva con lui a Villa Lysis, il modello Nino Cesarini, d’una bellezza quasi statuaria ritratta da molti artisti.
Una storia d’amore intrisa di dolore, il cui ricordo ancora alberga tra le mura di Villa Lysis.
Anche questo ha mosso il processo creativo di Monica Marioni che con “Lasciami andare” trasforma la sua narrazione con un lavoro site-specific. In questo modo, a partire da Capri il suo progetto viaggerà nei prossimi mesi nelle città di Vicenza, Palermo e Napoli. Per l’appuntamento caprese, l’esposizione si compone di una trentina di opere fotografiche e due videoproiezioni, nate dalla performance che l’artista ha realizzato in situ, volteggiando nel perimetro di Villa Lysis per dare corpo alle immagini della sua rinascita. A documentare l’intero racconto artistico ed espositivo, un catalogo che approfondisce questa esperienza di Monica Marioni, allo stesso tempo strettamente personale e artistica.