«Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne» scriveva la poetessa statunitense Maya Angelou ed è proprio riguardo a queste donne che hanno lottato “da sole” contro tutti per il bene comune del genere femminile che La Galleria BPER inaugura la mostra collettiva PRIMA. Che io possa andare oltre a cura di Giovanna Zabotti con la collaborazione di Chiara Grandesso e Silvia Moretti e patrocinata dal Comune di Brescia, aperta al pubblico da venerdì 18 ottobre 2024 a sabato 11 gennaio 2025 presso gli storici spazi di Palazzo Martinengo di Villagana a Brescia, sede di BPER Banca.
La mostra punta i riflettori sull’esperienza artistica di una serie di donne che hanno fatto del proprio talento una professione e aperto la strada a coloro che le hanno seguite. Il titolo dell’esposizione gioca sul doppio significato della parola “prima”, termine che racchiude in sé le dimensioni del tempo e dello spazio oltre che il riferimento all’eccellenza del risultato. Partendo da un passato dove la presenza femminile in campo artistico tendeva a essere ignorata o sminuita, ma che ha comunque dato vita a delle esperienze che sono state di stimolo e ispirazione per le generazioni a venire, la mostra instaura un forte dialogo con una contemporaneità densa di figure femminili che spiccano per il proprio talento e la propria unicità.
Fil rouge tra le opere in mostra è la poesia che induce il visitatore a osservare l’intersezione tra le diverse forme del pensiero creativo. La poesia è intesa come strumento di riflessione e introspezione, un modo straordinario ed efficace per mettere in dialogo opere, stili ed epoche apparentemente diverso contempo, per coinvolgere il pubblico in un itinerario che sia anche emozionale.
La mostra include infatti i componimenti poetici di Alessandra Baldoni, invitata a interpretare con le parole i lavori presentati. Di Alessandra Baldoni anche l’installazione site-specific intitolata “l’universo non ha centro” composta da otto scrigni/libro in ferro e vetro che, con versi e immagini, in un gioco di luci e ombre, raccontano cosa sia il talento e come venga percepito. Il percorso espositivo inizia con due opere di Elisabetta Sirani, artista del barocco bolognese nonché la prima donna a fondare un’accademia per solo donne, sintesi perfetta dello stile pittorico espressivo e veloce che caratterizza il suo lavoro.
La mostra prosegue con un focus sul lavoro di Carla Accardi, tra gli artisti più significativi del secondo dopoguerra in Italia e unica donna del Gruppo Forma 1. Quest’ultima è una delle prime donne italiane a dedicarsi all’astrattismo, mostrando al mondo di quel tempo come le artiste donne non devono necessariamente essere autrici di un’arte delicata nei temi e nelle cromie per via del loro genere, al contrario possono essere libere di rappresentare messaggi forti, al pari dei colleghi uomini.
Avanzando, ci imbattiamo nei lavori di Ana Kapor e di Stefania Galegati, quest’ultima vincitrice della prima edizione del BPER Prize, il premio di BPER Banca dedicato alle tematiche dell’inclusione e della valorizzazione del talento femminile. Passiamo poi alle creazioni originali del duo creativo: Marina e Susanna Sent, titolari di un prestigioso laboratorio d’arte a Murano che raccoglie l’eredità di generazioni di maestri del vetro, che si sono affermate per la realizzazione di gioielli e sculture in vetro dal design unico e originale, imponendosi in un ambito da sempre appannaggio dell’artigianato maschile.
La mostra si chiude con un intimo dialogo tra il visitatore e il proprio io, nel riflesso dello specchio del duo artistico Goldschmied & Chiari: il corpo dello spettatore nello specchio diventa un punto di convergenza, entra nell’opera, la moltiplica e si dissolve.
Lo scopo finale di questa esposizione, quindi, risulta essere quello di far conoscere allo spettatore un altro profilo della storia artistica italiana ovvero, quella dell’esperienza femminile, realtà sempre esistita ma spesso soggiaciuta.
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