Il 17 gennaio la Fondazione ICA Milano inaugura l’anno espositivo con Lonely Are All Bridges. Birgit Jürgenssen e Cinzia Ruggeri a cura di Maurizio Cattelan e Marta Papini. La mostra mette in dialogo le opere di Birgit Jürgenssen (1949-2003) e Cinzia Ruggeri (1942-2019), mai incontratesi di persona, ma unite da una visione sperimentale che supera i confini tra arti e discipline. Ispirato a un verso di Ingeborg Bachmann, il progetto esplora temi legati a corpo, identità e trasformazione, intrecciando estetica e politica.
Realizzata con il supporto dell’Estate di Birgit Jürgenssen e dell’Archivio Cinzia Ruggeri, la mostra invita a riflettere sul rapporto tra ornamento e spazio personale, offrendo una lettura critica e contemporanea delle ricerche di due figure chiave dell’arte contemporanea.
Dal 25 gennaio al 30 marzo 2025, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, nella sede di Villa delle Rose, presenta CAROL RAMA. Unique Multiples, mostra a cura di Elena Re, parte del programma ART CITY Bologna 2025, in occasione di Arte Fiera.
Il progetto esplora i multipli realizzati da Carol Rama tra il 1993 e il 2005 con Franco Masoero Edizioni d’Arte, mettendo in luce la libertà espressiva e l’intensità artistica che li rendono “multipli unici”. Provenienti dalla Collezione Franco Masoero e Alexandra Wetzel, le opere raccontano il mondo dell’artista attraverso personaggi, seduzioni e feticci, esaltando la complicità tra artista ed editore e il superamento delle regole tradizionali.
Dal 25 gennaio al 15 giugno 2025, Palazzo Martinengo celebra la Belle Époque attraverso 80 capolavori di Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini, artisti italiani che conquistarono Parigi immortalando boulevard, teatri, caffè e la figura femminile. Organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo e curata da Francesca Dini e Davide Dotti, la mostra articolata in nove sezioni, include opere provenienti da collezioni private e da istituzioni prestigiose come le Gallerie degli Uffizi, il Museo Giovanni Boldini e il Museo Civico di Palazzo Te.
Il progetto artistico e culturale I limiti non esistono, ideato da Cramum con il patrocinio del Comitato Italiano Paralimpico e di INJA Louis Braille, prende il via con la mostra Le stelle che non ti ho detto, ospitata presso il Museo Arte Contemporanea di Cavalese dal 14 gennaio 2025. La mostra, curata da Elsa Barbieri e Sabino Maria Frassà, espone le suggestive opere tessili di Fulvio Morella, basate sull’innovativo “braille stellato”, un alfabeto visivo e tattile creato dall’artista nel 2022. Questo primo appuntamento, ambientato nella Val di Fiemme, riflette sul superamento dei limiti attraverso l’arte, intrecciando sensibilità estetica e accessibilità.
In autunno, il progetto prosegue a Milano con la mostra LUDI – L’arte è un abbraccio, curata da Sabino Maria Frassà, mentre la tappa finale, Cortina di Stelle, si terrà a Cortina, in prossimità dell’apertura dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026.
Con queste tre tappe – Cavalese, Milano e Cortina – I limiti non esistono unisce luoghi simbolo delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali in un progetto che celebra l’arte come strumento di inclusione e dialogo.
Il progetto espositivo Hanauri. Il Giappone dei venditori di fiori, parte del riallestimento della galleria giapponese del MAO, è dedicato all’artista Linda Fregni Nagler. La mostra esplora la sua pratica di raccolta e rielaborazione delle fotografie della scuola di Yokohama (1860-1910). Accanto alle albumine originali, rielaborate dall’artista attraverso tecniche fotografiche e pittoriche d’epoca, sono esposte xilografie ukiyo-e che declinano l’iconografia dei venditori di fiori, kimono, tessuti kesa, lacche e kakemono del periodo Edo e Meiji.
Il riallestimento, che include prestiti da collezioni pubbliche e private, è parte del programma #MAOtempopresente, che integra l’arte contemporanea nelle collezioni storiche del museo. In parallelo, le tre armature giapponesi del Salone Mazzonis saranno oggetto di un restauro conservativo aperto al pubblico da gennaio 2025.
A vent’anni dalla sua scomparsa, il MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza celebra Giacinto Cerone (1957-2004) uno degli scultori italiani più originali e liberi, lontano da scuole, movimenti o mode.
L’Angelo necessario, a cura di Marco Tonelli raggruppa circa 45 sculture di vari materiali e periodi, più una serie di 35 disegni (alcuni di grande formato), privilegiando il modo stesso di operare di Cerone: per serie tematiche (come nelle rosse Malerbe, i Fiumi vietnamiti, i Gessi, i Metalli) o per singole opere dal carattere emblematico e per certi versi iconico e funerario (come Cenacolo e Ofelide). Dal 1993, Faenza è stata un luogo centrale per Cerone, che presso la bottega Gatti realizzò una serie di ceramiche smaltate con tecniche poco ortodosse, ma altamente espressive, sperimentando una grande varietà di colori e forme.
Promossa dal MIC con il sostegno dell’Archivio Cerone, la mostra riflette l’approccio totale di Cerone alla scultura: un’arte capace di dispiegarsi nello spazio o addossarsi alle pareti, dove anche l’allestimento delle opere diventa parte integrante della narrazione artistica.
Dal 22 gennaio al 30 marzo 2025 il Museo Morandi presenta la mostra before dell’artista svizzera Silvia Bächli (Baden, 1956) a cura di Lorenzo Balbi.
Riconosciuta a livello internazionale per il suo contributo nel campo del disegno, Bächli utilizza una varietà di tecniche, tra cui inchiostro di china, carboncino, gouache e pastelli, su fogli di carta di diverse dimensioni, qualità e tonalità. La mostra propone un dialogo inedito tra opere realizzate appositamente per gli spazi del Museo Morandi e una selezione di nature morte dell’artista bolognese Giorgio Morandi, esposte per l’occasione.
Il Museo Tattile Statale Omero di Ancona ospita fino al 18 maggio 2025 L’ombra vede dell’artista marchigiano Enzo Cucchi.
Un percorso multisensoriale e scenografico, con 42 opere, tra cui 4 disegni inediti e 38 sculture realizzate in bronzo, marmo, ceramica e legno, disposte in ambienti suggestivi, con scenografie ispirate alla poetica dell’artista.
Una particolare grotta consente di scoprire tre sculture al buio, esclusivamente attraverso il tatto, mentre l’aia di campagna diventa un luogo di socialità e riflessione. Tutte le sculture sono esplorabili tattilmente, e i disegni di Cucchi sono stati tradotti a rilievo dal Museo Omero, garantendo un’esperienza accessibile a tutti.
Giro di Posta. Primo Levi, le Germanie, l’Europa, dal 24 gennaio al 5 maggio 2025 a Palazzo Madama di Torino indaga il ruolo di Primo Levi come scrittore di lettere.
Attraverso la sua corrispondenza con lettori, editori e intellettuali europei, in particolare con le Germanie, la mostra offre uno sguardo inedito sulla figura dell’autore. Le lettere rivelano il suo impegno per la memoria e il dialogo culturale, ponendolo come un punto di riferimento nella riflessione sul passato e nelle dinamiche culturali europee.
Un’occasione per scoprire una dimensione intima e intellettuale di Levi, testimoniata da documenti preziosi che raccontano il suo pensiero e il suo dialogo con l’Europa del Novecento.
Un’immersione nella sperimentazione vocale di Demetrio Stratos, figura centrale nelle arti performative del Novecento, noto per la sua esplorazione delle potenzialità espressive della voce umana. Fino al 31 gennaio 2025, con la mostra la mostra Fino ai limiti dell’impossibile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979. Secondo movimento, curata da Ermanna Montanari ed Enrico Pitozzi, Palazzo Malagola a Ravenna presenta una selezione di materiali provenienti dall’Archivio Demetrio Stratos, acquisito dal Comune di Ravenna nel 2022, con il cofinanziamento della Regione Emilia-Romagna.
I visitatori possono esplorare documenti, registrazioni e testimonianze che illustrano il percorso artistico di Stratos, con particolare attenzione al suo interesse per le tradizioni vocali extraeuropee, come il canto armonico e la diplofonia.
Bauen und Töten (“Costruire e Distruggere”) alla Fondazione Morra Greco fino al 22 febbraio 2025 ripercorre le tappe più significative della carriera dell’artista tedesco Gregor Schneider, noto per la sua opera Haus u r, una “Gesamtkunstwerk” iniziata nel 1985 a Rheydt, Germania, e ancora in evoluzione.
La mostra presenta una selezione di opere che spaziano dai primi lavori performativi e fotografici degli anni Ottanta fino a creazioni più recenti, esplorando temi come la possibilità e l’impossibilità della rappresentazione artistica e la tensione tra memoria collettiva e personale.
Tra le opere esposte, vi sono installazioni legate alla Haus u r, la serie Repeated Objects, e i video di Sunny Demise, Tagebau Hambach (2022), che documentano la realtà distopica di villaggi nel distretto carbonifero vicino a Rheydt.
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