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L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi più interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra selezione per il mese di aprile. Le creazioni uniche di un duo di alta moda, un grande della Poesia Visiva internazionale, il contributo delle artiste al linguaggio dell’installazione ambientale, una fotografa da scoprire. E poi il femminino nel design e l’immancabile pittura del Seicento.
Dal Cuore alle Mani: Dolce&Gabbana – Palazzo Reale, Milano
Dal Cuore alle Mani: Dolce&Gabbana presenta le creazioni uniche della casa di moda, ripercorrendo lo straordinario processo creativo di Domenico Dolce e Stefano Gabbana. In esposizione nuove commissioni fatte ad artisti contemporanei e poi materiale d’archivio e oggetti d’arte. A cura di Florence Müller e prodotta da IMG, la mostra sarà scandita da un susseguirsi di sezioni tematiche che metteranno in risalto i vari aspetti della cultura italiana che, da sempre, ispirano il lavoro di Dolce&Gabbana. Dall’arte all’architettura e all’artigianato, dalle città, con la loro topografia regionale, alla musica, con l’Opera e il Balletto, e poi le tradizioni popolari, il teatro e la dolce vita.
Henri Chopin. Visiva Utopia – Casa Morra. Archivi d’Arte Contemporanea, Napoli
La Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee, in collaborazione con la Fondazione Morra di Napoli, inaugura il 9 aprile 2024 la mostra Henri Chopin. Visiva Utopia. Presentata nell’ambito del Progetto XXI, negli spazi di Casa Morra, l’esposizione è incentrata su uno degli artisti più sperimentali del Novecento, nato a Parigi, nel 1922, e morto a Londra, nel 2008, la ricerca di Henri Chopin si inserisce nel panorama verbo-visuale del Secondo Dopoguerra, figura di rilievo rispetto alla specifica corrente della “poesia sonora”, sebbene il suo percorso non possa racchiudersi in una singola esperienza. Il percorso espositivo sarà arricchito da approfondimento su figure convergenti rispetto alle neoavanguardie ma non omologate. Paul de Vree e Bernard Heidsieck, vicini a Chopin e altrettanto associati all’esperienza della poésie sonore, sono presenti in mostra, oltre ai nomi più rappresentativi della stagione della poesia visiva in Italia: Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Arrigo Lora Totino, Ugo Carrega, Stelio Maria Martini, Luigi Tola, Rodolfo Vitone, Michele Perfetti, Luciano Caruso e Giovanni Fontana.
Nel corso delle giornate del 9, 10 ed 11 aprile, presso la sede di Casa Morra, si terrà inoltre una serie interventi dei curatori della mostra Giovanni Fontana e Patrizio Peterlini, di Angela Tecce, Presidente Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee, di Eva Elisa Fabbris, Direttrice Museo Madre, di Cecilia Bello Minciacchi, Docente in Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, di Barbara Meazzi, Docente di Letteratura e Civilità italiane del XX secolo presso l’Università di Nizza, di Domenico Mennillo, Curatore scientifico degli Archivi Fondazione Morra, di Girolamo De Simone, musicista e agitatore culturale, dell’artista sonoro Domenico Napolitano, di Mario Franco, Critico cinematografico e creatore dell’Archivio omonimo all’interno della Fondazione, e di Barbara Anceschi, grecista e Direttrice editoriale delle edizioni del verri.
Ambienti 1956-2010. Environments by Women Artists II – MAXXI, Roma
La mostra rappresenta il capitolo successivo del progetto espositivo di Inside Other Spaces. Environments by Women Artists 1956–1976, progetto avviato dalla Haus der Kunst di Monaco, che ha messo in luce il contributo fondamentale delle donne alla storia di una delle forme di espressione artistica forse ad oggi meno indagate.
Al MAXXI prosegue la ricerca dell’istituzione tedesca e ne amplifica la cronologia originaria arrivando fino al 2010, anno del completamento dell’architettura del Museo progettato da Zaha Hadid: a Judy Chicago, Lygia Clark, Laura Grisi, Aleksandra Kasuba, Léa Lublin, Marta Minujín, Tania Mouraud, Nanda Vigo, Tsuruko Yamazaki, si aggiungono in questo secondo capitolo Micol Assaël, Monica Bonvicini, Kimsooja, Christina Kubisch, Nalini Malani, Pipilotti Rist, Martha Rosler e Esther Stocker. Una nuova ricerca permette di indagare ulteriori aspetti critici della natura dell’arte ambientale facendo emergere temi come il rapporto con lo spazio pubblico, l’introduzione delle nuove tecnologie e il conseguente coinvolgimento attivo degli spettatori.
Masbedo e Haris Epaminonda al Museo del Novecento di Milano
Dal 10 aprile al 30 giugno 2024 il Museo del Novecento presenta tre nuove mostre: Ritratto di città (20/20.000Hz), progetto di MASBEDO (Iacopo Bedogni e Niccolò Massazza) a cura di Cloe Piccoli. Una grande installazione audio-video multicanale parla della rinascita culturale di Milano: dalla musica elettronica dello Studio di Fonologia RAI, dalle invenzioni di Luciano Berio e Bruno Maderna, lo sguardo si allarga all’architettura (BBPR), all’arte (Lucio Fontana), al cinema (Michelangelo Antonioni), alla grafica. Il racconto attraversa epoche e discipline e arriva fino al contemporaneo, mettendo al centro innovazione, visione e spirito democratico di Milano.
Off Script è la mostra-focus dedicata all’artista olandese Magali Reus, a cura di Federico Giani, vincitrice della VII edizione del Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura. Nella sua pratica Reus accumula immagini e oggetti della vita di tutti i giorni, stravolgendoli e reinventandoli attraverso la costruzione di meticolosi puzzle scultorei, nei quali il sapere artigianale si miscela con l’applicazione delle nuove tecnologie. Abbracciando in un certo senso l’eredità dello sguardo della Pop Art sulla banalità del quotidiano, Reus isola e estrania una realtà a prima vista riconoscibile, spalancando davanti agli occhi dell’osservatore nuove prospettive di approccio e di comprensione sul mondo che ci circonda.
VOL. XXXI: Futurism Drama è il progetto site-specific dell’artista cipriota Haris Epaminonda. Promossa dalla Fondazione Henraux e a cura di Edoardo Bonaspetti, la mostra avvia un dialogo tra le espressioni dell’avanguardia, la scultura di Medardo Rosso e la ricerca dell’artista. Epaminonda, vincitrice della prima edizione di Fondazione Henraux Sculpture Commission, realizza articolate installazioni che intersecano piani e visioni poetiche, in cui la meticolosa ricercatezza formale convive con le dimensioni del non finito. In un tempo che ci appare sempre più diviso e incerto, l’artista ricorda con le sue composizioni non solo l’importanza della connessione tra pensieri e tradizioni culturali diverse ma anche il valore e la qualità che possono assumere nuovi mondi possibili.
Io sono un drago La vera storia di Alessandro Mendini – Triennale, Milano
Dal 13 aprile Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano un’ampia retrospettiva sull’opera di Alessandro Mendini, architetto, designer, artista e teorico che ha segnato le rivoluzioni del pensiero e del costume del vecchio secolo e del nuovo millennio. Il titolo dell’esposizione Io sono un Drago prende spunto da uno dei suoi più emblematici autoritratti per enfatizzare l’unicità della sua figura nel mondo del progetto. La mostra – realizzata in collaborazione con Archivio Alessandro Mendini e curata da Fulvio Irace – si articola in diversi nuclei tematici e riunisce lavori di formati, materiali e soggetti differenti, opere provenienti da numerose collezioni pubbliche e private e coinvolge voci da tutto il mondo.
Le mostre al Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Al Mart in apertura il 14 aprile due mostre. Nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e a cura di Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari, Arte e Fascismo analizza i modi in cui il regime fascista influì sulla produzione figurativa italiana, utilizzando a fini propagandistici il linguaggio dell’arte. Tra pittura, scultura, documenti e progetti, il percorso espositivo si snoda tra oltre 300 opere di artisti e architetti come Mario Sironi, Carlo Carrà, Adolfo Wildt, Arturo Martini, Marino Marini, Massimo Campigli, Achille Funi, Fortunato Depero, Tullio Crali, Thayaht, Renato Bertelli, Renato Guttuso.
Manuel Carrera e Alessandra Tiddia curano invece una retrospettiva dedicata all’artista genovese Pietro Gaudenzi, nato nel 1880 e morto nel 1955. Intitolata La virtù delle donne, l’esposizione presenterà una selezione di dipinti a olio e opere su carta provenienti da istituzioni e raccolte private. Dagli anni della formazione tra La Spezia, Genova e Roma fino a quelli del ritiro, in maturità, nel borgo di Anticoli Corrado, Gaudenzi rimase sempre fedele a una figurazione realista, estranea ai formalismi delle avanguardie. Attraverso la ricerca di un confronto diretto con la pittura antica, riletta al filtro di una sensibilità novecentesca, Gaudenzi affrontò nelle sue composizioni i maggiori temi della tradizione: ritratti, scene d’intimità domestica, maternità, nature morte e, soltanto di rado, paesaggi.
Una movida Bárbara. Fotografie di Ouka Leele – Museo di Roma in Trastevere
La mostra al Museo di Roma in Trastevere ripercorre l’intera carriera di quest’artista, vincitrice del Premio Nazionale di Fotografia nel 2005, presentando opere dalla sua prima esposizione, Peluquería, fino agli ultimi lavori, come la serie scattata nelle Asturie A donde la luz me lleve, o quella di disegni con motivi botanici Floreale, offrendo una visione complessiva dell’universo creativo di Ouka Leele, fotografa scomparsa nel 2022. In mostra circa 90 opere di diverse dimensioni, formati e tecniche (alcune delle quali originali), sarà completata da video, cataloghi e materiale documentario.
Napoli a Bergamo. Uno sguardo sul ’600 nella collezione De Vito e in città – Accademia Carrara, Bergamo
La mostra, a cura di Elena Fumagalli e Nadia Bastogi e in apertura il 23 aprile, indaga il legame tra Bergamo e la pittura napoletana del Seicento, di cui in città si scrisse un capitolo significativo grazie al ruolo di Luca Giordano (Napoli, 1634 – 1705) e del suo allievo Nicola Malinconico (Napoli, 1663 – 1726) nella decorazione di Santa Maria Maggiore e del Duomo.
All’importante nucleo di dipinti, provenienti dalla Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito, si uniscono tele inedite della collezione di Accademia Carrara e opere in prestito da chiese cittadine e del territorio bergamasco. Da Battistello Caracciolo (1578 – 1635), precoce seguace napoletano di Caravaggio, al classicismo di Massimo Stanzione (1585 – 1656), dal tenebrismo di Jusepe de Ribera (1591 – 1652) alla grandiosità della pittura barocca di Mattia Preti (1613 – 1699), fino appunto al grande Luca Giordano, presente con più di 20 opere, insieme al suo allievo, Nicola Malinconico.
Formafantasma ed Erika Verzutti alla Fondazione ICA, Milano
Aprirà l’8 aprile, presso la Fondazione ICA di Milano, la mostra di Formafantasma, studio di design di Andrea Trimarchi e Simone Farresin. I lavori, sviluppati appositamente per questa mostra a cura di Alberto Salvadori, comprendono una serie di mobili e oggetti luminosi che esplorano i temi dell’identità personale e della memoria collettiva. Le opere affrontano criticamente i canoni del Modernismo, evidenziandone la natura di genere e il radicamento in una concezione conservatrice della mascolinità.
«Abbiamo voluto partire da questo caposaldo del design moderno e sottolinearne le ideologie implicite abbinandolo a motivi decorativi dipinti o ricamati», spiega Formafantasma in conversazione con Salvadori. «Questo non è un pastiche postmoderno, né un inno al campness né al kitsch. È un tentativo romantico di nobilitare i ricordi personali e ciò che è spesso culturalmente diffamato, il decorativo, il carino e, per estensione del significato, il femminile».
Lo stesso giorno sarà presentata Notizia, mostra focalizzata sulla pratica artistica di Erika Verzutti (São Paulo, 1971). L’artista si interroga sull’impatto che i giornali e i quotidiani esercitano sull’arte e sul fare arte. Sarà in esposizione una selezione di sculture a pavimento e a muro realizzate in bronzo, cemento, ceramica, resina, carta di giornale e altri materiali che rappresentano la complessità e la ricchezza del lessico formale ed espressivo dell’artista.
Di padre in figlio. Filippo e Filippino Lippi pittori fiorentini del quattrocento – Musei Capitolini, Roma
Il caso straordinario di un padre e un figlio, entrambi pittori e disegnatori di eccezionale talento – la cui carriera si lega inscindibilmente alla vita e al clima culturale del Rinascimento fiorentino – viene raccontato attraverso documenti dell’epoca e una scelta di dipinti e disegni dei due maestri. I visitatori potranno conoscerne la singolare vicenda biografica e l’importante produzione artistica che, nel caso di Filippino Lippi, comportò anche un soggiorno romano per la decorazione ad affresco della cappella Carafa in Santa Maria sopra Minerva. La mostra aprirà il 21 aprile.
In uscita nelle prossime settimane, il focus dedicato alle mostre in apertura a Venezia in occasione della 60ma edizione de La Biennale d’Arte.