In occasione dei cinque anni di attività della Galleria Gilda Lavia, “Le stelle di San Lorenzo” si propone come omaggio al fervido clima culturale creatosi, a partire dal periodo compreso tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80, nel quartiere di San Lorenzo: «Ho voluto fortemente questa mostra per festeggiare i primi cinque anni di vita della galleria insieme agli artisti che a mio avviso hanno non solo fondato il concetto di arte a San Lorenzo ma lo stanno ancora portando avanti» racconta Gilda Lavia.
«La mostra “Le stelle di San Lorenzo” – spiega la curatrice Valentina Ciarallo – non vuole essere una ricognizione analitica bensì uno sguardo, un punto di vista, una finestra su quella parte della scena artistica che ha popolato e popola il quartiere di San Lorenzo dagli esordi fino ai nostri giorni».
Il percorso espositivo si compone di una selezione di opere dei ventuno artisti presenti e si apre con i lavori dei maestri che hanno animato agli spazi dell’ex Pastificio Cerere: Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Nunzio di Stefano, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli. Seguono, poi, le opere degli altri personaggi il cui percorso è stato legato in passato o si lega tuttora, in modi diversi, al clima creativo-culturale della storia del quartiere romano. I temi proposti nei lavori sono spesso rappresentativi del percorso di ricerca personale di ogni artista. Talvolta nei soggetti sono presenti concetti che si legano all’intitolazione della mostra, soprattutto a quelle cosiddette “stelle cadenti” che nella notte del 10 agosto è possibile osservare nel cielo; in altri casi le opere vogliono essere allusive all’importante capitolo dell’esperienza artistico-culturale svoltasi nella zona di San Lorenzo. È il caso di “1979” (2018) di Rossella Fumasoni che emblematicamente invoca nel suo lavoro un anno certamente cruciale per la storia del gruppo artistico attivo nel quartiere nella fase iniziale. Anche in “Stanno tutti bene” di Marina Paris, la riproduzione fotografica, della seconda metà degli anni ‘40, del complesso universitario de “La Sapienza” può considerarsi un omaggio al quartiere di San Lorenzo.
Nel titolo della mostra il termine “stelle” vuole ovviamente alludere ad alcuni dei rappresentanti più significativi del gruppo di San Lorenzo: «Quante stelle brillano in cielo? – osserva la curatrice – Stelle di luce propria, stelle perdute, stelle cadenti, stelle dimenticate, stelle come bussole per i navigatori, lucciole nell’oscurità. Alzando gli occhi al cielo immagino una costellazione di artisti, scie luminose che segnano direzioni, sentieri, percorsi tra le galassie dell’arte».
Il legame con il tema delle “stelle” e della luce si evince dai bagliori di fuoco presenti in “A voce l’angelo del pennello” (2007) di Bruno Ceccobelli, dalle immagini antropomorfe, di chiare tonalità, che rischiarano lo sfondo blu intenso di “Notturno italiano III” (2020) di Giuseppe Gallo, o ancora dai sottili, iperrealisti, passaggi chiaroscurali dei panneggi di una lucida stoffa presente in “Skinning” (2023) di Krizia Galfo o dal meteorite che appare al di sopra di un surreale scenario marino in “Pietra celeste” di Leonardo Petrucci. Ancora in “Oscura” (2009) di Piero Pizzi Cannella, dallo sfondo scuro del quadro emerge in superficie un chiarore che pare labilmente identificarsi con la silhouette di un abito femminile sul quale sono disseminate piccoli puntini bianchi che sembrerebbero essere allusivi alle stelle, e in “Senza titolo” (2016) di Marco Tirelli la perfetta geometria di elementi quadrangolari chiari disposti su supporti scuri, crea un gioco dinamicamente attivato che potrebbe essere letto come un astratto empireo illuminato. E, in tema di stelle, di astri, attorno alla raffigurazione di emblemi zodiacali si articola l’opera di Pietro Ruffo, dall’emblematico titolo “Caminante do ceu (Leo/Virgo)” (2018), rievocativa di più antichi cicli pittorici come quello cinquecentesco del soffitto di Palazzo Farnese di Caprarola.
In “Visto” (2023) di Gianni Dessì, l’emergere faticoso, dal tessuto materico giallo, di una sagoma umana si accende di un’improvvisa vitalità nell’inaspettato schiudersi delle palpebre che disvelano la presenza di due piccoli moduli azzurri tondeggianti a suggerire il dettaglio degli occhi.
E se nell’opera, di sapore surrealista, “La verità sta dietro la linea” (2023) di Alessandro Calizza gli stilizzati elementi vegetali che si insinuano nei crani di tue teste d’animale suggeriscono metaforicamente la possibilità dell’attivazione di una “luce” vitalizzante, in “Senza titolo” di Nunzio all’idea della luce, si oppone, per paradosso, il nero assoluto articolato in pure forme geometriche che entrano però, di fatto, in dialogo con la parete bianca sulla quale è affissa l’opera, creando un inevitabile gioco di chiaroscuri. A complemento della esposizione, la curatrice, Valentina Ciarallo, ha pensato di mettere a disposizione dei visitatori, tramite un apposito QR Code, l’ascolto di interviste rivolte agli artisti nelle quali ciascuno di loro propone piccoli racconti legati ad esperienze di vita quotidiana.
La storia artistico-culturale del quartiere San Lorenzo ha avuto inizio tra la metà degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80, momento particolarmente fervido per le ricerche e le sperimentazioni nell’ambito delle arti figurative e per alcuni protagonisti del panorama artistico romano che decidono di stabilirsi in questo quartiere. Un gruppo di artisti individua una struttura industriale ubicata nella zona tra via degli Ausoni e via dei Sanniti, fondata nel 1905 e un tempo ospitante il Pastificio Cerere, e vi stabilisce la propria sede operativa. Questa circostanza segnò l’avvio di una fase estremamente prolifica dal punto di vista creativo grazie alle potenzialità di incontri e di scambi di idee che in quell’ambiente sarebbero avvenuti. Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Nunzio di Stefano, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli sono tra le personalità che per prime contribuirono all’avvio di questo progetto di riconversione dell’area territoriale del quartiere di San Lorenzo in una zona ad alto tasso creativo, dando il via a una realtà che tuttora, in quegli ideali confini territoriali, si configura come estremamente vivace e foriera di sempre nuove indicazioni nell’ambito delle tendenze del panorama dell’arte contemporanea romana e oltre. Il tutto attualmente è articolato tra gli spazi dell’ora denominato ex Pastificio Cerere – sede, dal 2005, della Fondazione Cerere – e i tanti ateliers artistici, via via sorti che si snodano attraverso le strade di San Lorenzo.
Per la storia del gruppo di San Lorenzo un’importante tappa fu rappresentata dalla mostra “Ateliers” del 1984 curata da Achille Bonito Oliva e ospitata negli spazi dell’ex Pastificio. L’apertura al pubblico degli spazi operativi di questo gruppo di artisti sancirà l’avvio di un’inedita fase storica per il panorama artistico romano. Le modalità sia espositive che fruitive scelte per le opere coincisero, di fatto, con un del tutto innovativo sistema di far conoscere l’arte. Tra gli artisti che negli anni hanno vissuto il clima di quel fervido ambiente creativo, alcuni hanno sostato a lungo presso l’ex Pastificio Cerere, altri hanno tangenzialmente lambito quel contesto estremamente fecondo di spunti di ricerca, altri ancora si sono stabiliti con i loro studi in altri edifici del quartiere romano. Ce lo racconta bene l’artista e scrittrice Rossella Fumasoni nel suo libro “I mesi della settimana” del 2008: «C’è chi è rimasto solo un anno, chi vent’anni, chi per un’estate, chi solo per una festa».
Storicamente teatro di un vivace dibattito artistico-culturale, di fatto, il quartiere di san Lorenzo è stato protagonista, negli anni, di una progressiva, anche se non sempre sistematica, riqualificazione. Risale ad un passato recente un’ulteriore fase di crescita che ha coinciso con la creazione di ulteriori spazi espositivi, di nuovi laboratori e con la realizzazione di numerose opere di street art. In tempi molto recenti, per iniziativa del curatore Tommaso Zijno e dell’artista Alessandro Calizza, è nato il progetto di SA.L.A.D. (San Lorenzo Art District), un portale online che propone la mappatura di tutte le realtà culturali presenti nel quartiere. Nell’ambito di queste iniziative tese a valorizzare in maniera sempre più significativa questa articolata realtà culturale romana che ormai ha una storia ultra-cinquantennale, si inserisce l’importante mostra “Le stelle di San Lorenzo” nella Galleria Gilda Lavia.
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