L’artista svedese Lina Selander ritorna alla galleria Tiziana Di Caro, dopo la sua ultima personale nel 2019, con The Eye is the First Circle, mostra che trae spunto da Circle, saggio di Ralph Waldo Emerson in cui il filosofo trascendentalista scrive che «L’occhio è il primo cerchio; l’orizzonte che forma il secondo; e ovunque in natura questa immagine primaria è ripetuta senza fine». Una volta che l’uomo ha tracciato un cerchio, quindi, dopo aver effettuato una scelta iniziale, non resta che perseguire sulla strada e creare nuovi cerchi, man mano che la vita progredisce. Il filosofo ci suggerisce di essere come la natura, di seguire un percorso ciclico e di evolverci continuamente, al fine di non rimanere nell’immobilità morale e fisica.
Nel corso della storia sono stati attribuiti innumerevoli significati al cerchio, nella sua dimensione sia spirituale che formale. Il cerchio della vita, il cerchio come forma geometrica perfetta, la circolarità delle stagioni, l’eterno ritorno e l’economia circolare, sono soli alcuni esempi dell’importanza di questa figura geometrica. Partendo da tale riferimento, la mostra si apre con una video proiezione rotonda, come a voler simulare un telescopio. Il video è composto da due momenti: nella prima parte vengono mostrate immagini dell’orto botanico di Stoccolma, mentre nella seconda compaiono scorci dello studio dell’artista. Vengono introdotti così i temi principali della mostra, ossia l’osservazione e la centralità della natura.
La riflessione ritorna in una serie di cianotipie, un metodo di stampa fotografica particolarmente versatile, risalente alla metà dell’800 e caratterizzato dal colore Blu di Prussia. Lina Selander è infatti interessata al processo chimico che le consente di riportare la forma delle piante dell’erbario su di un supporto. La fase più importante è quella dello sviluppo dell’immagine che, una volta impressionata, richiede del tempo affinché possa rivelarsi. Le foglie, i fiori e i fili d’erba affiorano come una rayografia dalle sfumature azzurre. Emerge quindi il connubio fra l’arte, la scienza e il tempo che, in questa operazione, risulta essenziale per lo sviluppo dell’immagine.
Il blu ritorna anche nell’istallazione della prima stanza, in cui viene proiettato, proprio su di una cianotipia, un video girato nello zoo di Napoli, il cui disegno impresso rimanda visivamente a dei graffi felini: le tigri sono ingabbiate e questo conduce a una limitazione dei movimenti e delle loro azioni. L’artista agisce ancora una volta con il suo media narrativo prediletto e pone l’accento sulla dissonanza che sorge fra la maestosità degli animali selvatici, testimoni del mondo naturale, e l’assoggettamento al quale sono sottoposti.
Tramite queste sequenze evocative, fisse e in movimento, l’artista ci mette di fronte all’evidenza di un mondo artefatto e ci esorta a riflettere su quanto ciò che vediamo quotidianamente sia sottoposto a manipolazione, rispecchiando una realtà incalzata dall’enigmaticità dell’immagine.
La mostra di Lina Selander alla Galleria Tiziana Di Caro sarĂ visitabile fino al 30 marzo 2024.
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertĂ . La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Si intitola “Lee and LEE” e avrĂ luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…