Categorie: Mostre

Love in a Mist, la mostra contro le leggi sull’aborto negli USA

di - 16 Novembre 2019

Si chiama “Love in a Mist: The Politics of Fertility” la mostra che risponde a viso aperto alle cosiddette Heartbeat Laws, le misure anti aborto introdotte recentemente in alcuni Stati americani come Mississippi, Kentucky e Georgia. L’esibizione, inaugurata alla fine di ottobre, resterà aperta fino alla metà del mese prossimo all’Harvard Graduate School of Design di Cambridge, negli Stati Uniti. Per tutti coloro che non potranno arrivare oltreoceano, qui l’assaggio di un’esibizione che risponde con coraggio alle politiche a danno dei diritti umani, animali e dell’ambiente.

Un lavoro interdisciplinare sull’attualità

La mostra, a cura dell’architetta e ricercatrice Malkit Shoshan, nasce dalla volontà di ripercorrere gli innumerevoli tentativi di controllare la riproduzione umana e animale. L’uomo ha sempre cercato di gestire la fertilità in modo sempre più subdolo, dapprima con prodotti naturali, poi con ormoni e steroidi, per mantenere un controllo sul corpo femminile, sulle politiche riproduttive e sugli allevamenti. Il tutto non senza conseguenze: da un lato il sovraffollamento degli allevamenti intensivi, dall’altro l’estinzione di alcune specie animali. Senza contare naturalmente il degrado ambientale e l’inaccettabile criminalizzazione del corpo delle donne.

La mostra si propone di esplorare storie e ambienti diversi, in un intreccio di narrazioni che vanno dalle cliniche sull’aborto alle aule di tribunale, dalle paludi ai paesaggi agricoli, coinvolgendo vari esperti su tematiche d’ampio interesse: arte, attivismo, design, giurisprudenza, politica, ecologia. Un concerto creativo che si confronta sull’attualità attraverso il mezzo dell’arte.

Love in a Mist: la struttura della mostra

Per l’occasione, Malkit Shoshan ha composto quattro serre. Ognuna di queste ospita un tema specifico con opere d’arte e materiale documentario. La prima entra nel vivo della questione politica, presentando il discorso sull’aborto. Nello spazio viene ripercorsa la storia dei diritti riproduttivi delle donne, condannando apertamente il movimento pro-life, che contraddice i diritti umani, invadendo la libertà personale. Tra i progetti esposti, c’è anche Abortion Drones, iniziativa di Women of Web: droni che portano pillole per l’aborto da un paese all’altro, letteralmente scavalcando i confini della legge.

Alcuni scatti di Love in a Mist (courtesy: Justin Knight)

Lo sguardo si allarga nella seconda serra, indagando gli effetti di estrogeni e fertilizzanti su donne, animali, agricoltura. Popolano l’ambiente gli animali gonfiabili realizzati dalla FAST -Foundation for Achieving Seamless Territory, accompagnati da The Sound of Extinction di Bernie Krause. Si tratta di un audio che registra a distanza di decenni i suoni di alcuni habitat naturali; con il passare degli anni, i suoni naturali diminuiscono drasticamente. Questa la diretta connessione con la terza serra, che riflette sul Rapporto ONU 2019 sul clima. Dopo lo sguardo retrospettivo, la mostra guarda al futuro. Dinanzi alle prospettive del disastro ambientale e dell’ingiustizia sociale, quali sono le soluzioni possibili?

Alcuni scatti di Love in a Mist (courtesy: Justin Knight)

La proposta dell’arte

Occorre sicuramente ripensare il nostro stile di vita e al nostro rapporto con la natura, attivandosi per un futuro sostenibile ed equo. Le artiste Desiree Dolron, Tabita Rezaire e Yael Bartana propongono nell’ultima serra un mondo immaginario, suggestionate dai testi di Donna Haraway. Le opere intrecciano immaginari speculativi che esaminano corpi, menti e relazioni con il mondo naturale da diverse prospettive. Spicca il documentario di Yael Bartana, intitolato come il neon che riluce nello spazio – sempre realizzato da lei – e che si interroga sulla domanda che sembra risuonare in tutta l’esposizione: What If Women Ruled The World?

Yael Bartana – What if women ruled the world?

Articoli recenti

  • Architettura

Architetture perturbanti e in dissolvenza: la migliore architettura del 2024 non è muscolare

Il 2024 l'ha dimostrato, l'architettura roboante e instagrammabile è giunta al capolinea. Forse è giunto il momento di affinare lo…

26 Dicembre 2024 16:30
  • Design

A Roma si racconta una fiaba attraverso una mostra collettiva di design

Caterina Frongia, Millim Studio, Flaminia Veronesi e Anastasiya Parvanova sono le protagoniste della narrazione al femminile in corso presso Spazio…

26 Dicembre 2024 12:48
  • Libri ed editoria

I migliori manga usciti nel 2024, da rileggere durante le feste

Sei consigli (+1) di letture manga da recuperare prima della fine dell'anno, tra storie d'azione, d'amore, intimità e crescita personale.…

26 Dicembre 2024 12:00
  • Arti performative

Marcella Vanzo ha riaperto a Milano un laboratorio intensivo sulla performance

Aperte fino al 2 febbraio 2025 le iscrizioni per la sesta edizione di TMN, la scuola di performance diretta dall’artista…

26 Dicembre 2024 8:22
  • Mostre

Emilio Vedova. Questa è pittura, la grande mostra al Forte di Bard

Fino al 2 giugno 2025 il Forte di Bard dedica una mostra a Emilio Vedova, maestro indiscusso della pittura italiana…

26 Dicembre 2024 0:02
  • Musei

Riapre il Corridoio Vasariano: ecco com’è la passeggiata segreta tra i palazzi di Firenze

Dopo otto anni di lavori, quel percorso lungo un chilometro che collega gli Uffizi a Palazzo Pitti torna ad essere…

25 Dicembre 2024 23:34