Un incrociarsi di tre mostre, che si articolano su altrettanti livelli della rinnovata Fondazione Morra Greco, nel cuore del centro storico di Napoli. Una macchina espositiva che si è messa in moto dopo l’attivazione di varie residenze d’artista, una maniera complessa e sempre più diffusa di far dialogare artisti e territori, privilegiando la specificità . Così gli ambienti espositivi diventano un grande spazio di lettura, proponendo occasioni di approfondimento e confronto sulle dinamiche dell’arte, in un luogo che stavolta mette in scena la ricerca di un giovane artista napoletano come Luca Gioacchino Di Bernardo (Napoli, 1991), accanto a una personalità di grande esperienza come quella dell’americano Jason Dodge (Newton, 1969), che a loro volta entrano in confronto con la il percorso di un gruppo dalle pratiche dirette e inconsuete, come Studio for propositional Cinema.
Studio per paesaggio e altri animali è il progetto presentato da Di Bernardo che, tra grafica e illustrazione, racconta una lunga sequenza di piante e altri elementi naturali, osservati e studiati dal terrazzo di casa, in maniera analoga rispetto a quanto è visibile negli studi di botanica medievale, in cui l’attività quotidiana consisteva nel copiare dal vero e aggiungere del testo.
Dal punto di vista puramente formale accade lo stesso, seppur con le dovute differenze di formato, qui piuttosto ampio, sostenuto anche dalle scelte allestitive. Qui l’artista combatte e si scontra consapevolmente con questa pratica mettendo in costante contraddizione l’apparato grafico con quello testuale. «Dalla sua impotenza verso l’impossibilità di una narrazione reale e dall’urgenza di una narrazione soggettiva, nasce una serie di disegni a carboncino su carta, in cui il disegnatore-soggetto si ritrae come un essere in un divenire interrotto, incompiuto e sfigurato da paranoie e desideri archetipici, che attraverso la stessa auto-rappresentazione tenta di esorcizzare», spiega Alessia Volpe, curatrice della mostra.
Il lavoro presentato invece da Jason Dodge, dal titolo as soon as the invented language enters us something else will vibrate in our skin, prosegue coerentemente con altre sue esposizioni, come l’ultima mostra personale del 2018 per la galleria Franco Noero di Torino. L’enorme mole dell’installazione è costituita da una caotica serie di cose esistenti, detriti, elementi trovati e rielaborati in maniera anarchica, similmente allo scorrere di un fiume o a una colata magmatica, che prosegue al fianco del fruitore lungo tutto il percorso. Tra installazione e atto performativo, l’opera gioca sul dualismo tra presenza e assenza, perdita e abbandono, riflettendo sull’abbondanza di oggetti che ci circondano e con i quali, quotidianamente, ci incrociamo.
Piacevolmente estetico è il progetto di Studio for propositional Cinema dal titolo The storytellers’ fountain: a tale told by a gust of wind in the low and dark rooms basato sull’Arethusa di Giovan Battista Basile, testo scritto nel 1618 in onore del principe Caracciolo d’Avellino, che ha dato il nome all’edificio
La narrazione di un mito antico, riletto dalla poesia barocca, si manifesta attraverso forme specchianti disseminate nei suggestivi ambienti al piano interrato della Fondazione Morra Greco. Tali installazioni dalle forme minimaliste seguono sapientemente le linee architettoniche dell’edificio, dialogando a distanza con gli affreschi dei piani superiori e con i visitatori, che diventano protagonisti della scena, come in un Idilio contemporaneo.
Mostra visitata il 19 dicembre 2019
Dal 19 dicembre 2019 al 22 febbraio 2020
Luca Gioacchino di Bernardo, Jason Dodge, Studio for propositional Cinema
Fondazione Morra Greco, Palazzo Caracciolo di Avellino
Largo Proprio di Avellino
80138 Napoli
Orari: dal martedì al sabato, dalle 12.00 alle 20.00
Info: info@fondazionemorragreco.com
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