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L’universo femminile di Annya Sand in mostra a Firenze
Mostre
La struttura alberghiera fiorentina si apre all’arte e, questa volta, lo fa in occasione della Giornata internazionale della donna, l’8 marzo, con una mostra d’arte di Annya Sand dal titolo Prospettive Astratte: il tributo di Annya Sand alle donne, visitabile fino al 20 maggio. Annya Sand, presente all’Hotel Savoy di Firenze, eseguirà il giorno dell’inaugurazione una live performance coinvolgendo gli spettatori ad avere un dialogo con la creatività, con l’arte.
«Il tema della femminilità è sempre stato fortemente presente nel mio lavoro. Dedico molto tempo all’esplorazione degli stati fisici, spirituali e mentali della femminilità. Nel mondo di oggi – sottolinea Sand – la femminilità viene molto spesso confusa con il femminismo o l’antiuomo, il mio lavoro non riguarda questo! Non voglio cambiare la femminilità o usarla per dimostrare un punto, voglio esplorarla nel mio lavoro. Voglio esplorarne tutti i lati».
La mostra di Sand si sviluppa attraverso nove tele e racconta la donna in un linguaggio ossimorico tra bellezza angelica e dannazione, creazione e distruzione, perfezione e imperfezione. Tramite questo compendio di voci, l’artista celebra sessualità, sensualità, vanità ed enigmaticità del multiforme universo femminile. Questi aspetti portano Sand a indagare i templi misteriosi che albergano nella donna, nel tentativo di liberarla da stereotipi che l’attanagliano.
Come accade in Shambhavi Mudra, la cui creazione è stata accompagnata da una profonda meditazione: lo Shambhavi Mudra è infatti una tecnica yogica che prevede la focalizzazione dello sguardo sul centro delle sopracciglia, sul terzo occhio, che rappresenta la visione interiore, la saggezza e l’illuminazione, i cui effetti vengono trasferiti tra i dettagli della tela.
La stessa tecnica è presente anche in Solstizio d’estate, dipinto realizzato attraverso 21 giorni di profonda meditazione in cui l’artista si è ispirata a Kali, la dea indù del tempo, del cambiamento e della distruzione. Simbolo degli aspetti sia creativi che distruttivi dell’energia femminile divina, è spesso raffigurata con un comportamento feroce, che incarna sia gli aspetti terrificanti dell’esistenza sia il potenziale per una profonda trasformazione spirituale e liberazione. Nonostante il suo aspetto spaventoso, Kali è anche una dea madre compassionevole che protegge ferocemente i suoi devoti e distrugge le forze del male per mantenere l’equilibrio cosmico.
Sand, figlia d’arte di terza generazione, è un’artista multimediale che si identifica attraverso un taglio astratto e per il modo di operare con gli elementi dando vivacità alle sue tele, molte delle quali vengono manipolate da lei stessa quando lavora con oli e acrilici. Una necessità che deriva dal bisogno di “sentire” il dipinto per regolarne la consistenza. Sand utilizza anche tecniche di tapping con pennelli piatti per realizzare paesaggi realistici. Lavora in modo ossessivo sul dettaglio, con tempi lunghi che la portano fino al risultato finale. Ha esposto in mostre internazionali, per istituzioni pubbliche e private: tra queste si ricordano la sua partecipazione alla Tashkent Biennale in Uzbekistan e la mostra alla Saatchi Gallery di Londra.