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LUX AUREA | Nicola Boccini in mostra alla Galleria Di Paolo Arte di Bologna
Mostre
Nicola Boccini nasce a Deruta, in provincia di Perugia, nel 1972. La lavorazione della ceramica è il segno distintivo del piccolo paese, ispirazione per il lavoro di un artista che difatti parte da un’esperienza in un’azienda di ceramica fino a sviluppare una propria poetica innovativa. Le tecniche tradizionali imparate dal padre e l’abilità manuale vengono coniugate con una ricerca tecnologica in cui fisica e chimica rappresentano i punti di partenza per poter lavorare la materia dall’interno. La prima tecnica inventata da Boccini si chiama “Porcelain Veins” e consiste nell’introduzione di fili di rame e cobalto all’interno della superficie materica. Una ceramica in fase di lavorazione, quando l’argilla è molle, che viene penetrata da fili di metallo. Durante la cottura, questi evaporano e lasciano una traccia, il cui colore dipende dal minerale presente.
Le opere esposte nella Galleria Di Paolo Arte sono legate dall’utilizzo della medesima tecnica, la cosiddetta “CCC” (Change Ceramic Climate), ideata dall’artista umbro nel 2020. For What, opera al centro della galleria, funziona attraverso un complesso meccanismo ingegneristico e ci interroga sul perché compiamo determinate azioni. “Per cosa?” Un punto interrogativo per riflettere su un’attualità segnata da conflitti e incertezza. L’obiettivo di Boccini è inoltre quello di rendere l’arte della ceramica, per cui è richiesto un saper fare considerevole ma che è spesso statica e confinata in quella cerchia di discipline che include artigianato e arti applicate, un mezzo espressivo originale per dare vita a un dialogo costante tra le proprie creazioni e l’osservatore.
Altre opere sono in resina e porcellana, alcune solo in porcellana. Ciò che accomuna tutti i lavori esposti è la volontà di Boccini di imprimere il proprio ingegno in ognuno di essi attraverso la scelta di tecniche create in anni di ricerca. La “Change Ceramic Climate” è un punto di svolta nella poetica dell’artista, il quale mescola pigmenti ceramici e acqua, provvede a congelare il composto per poi sciogliere il tutto sopra superfici di porcellana. Due vasi al contrario raffigurano due seni di ceramica e offrono una riflessione sull’importanza della ricerca contro il tumore al seno (nascono nell’ambito di un progetto del 2015 della Fondazione Veronesi).
I blocchi sulla parete opposta sono invece la sintesi delle diverse tecniche studiate da Boccini nel corso degli ultimi anni. Partendo dalla tematica dello scioglimento dei ghiacciai, l’artista raccoglie dei cubetti di acqua unita a cobalto e rame prima mescolati e poi congelati. L’amalgama viene quindi tirato fuori in forma di ghiaccio e il risultato è che la porcellana si riassorbe a seconda di come è stata cotta e manipolata. Una tecnica quasi casuale, indiretta, in cui Boccini stesso è spettatore del processo di formazione dei pattern. Un esempio di ceramica organica in cui sfumature di blu, verde e degli altri colori che si materializzano sul supporto danno luogo a venature e giochi di luce accidentali.
L’artista ci introduce poi alle infinite possibilità offerte da innovativi forni specializzati – come ad esempio quello della NASA che porta avanti esperimenti sulla ceramica – che si cimentano in tecniche quali l’inversione della carica degli elettroni, in modo da proiettare il caldo verso l’interno e permettere che gli estremi si raffreddino immediatamente. Ci saluta mostrandoci la modulazione di un’opera tramite gli alti e bassi di un violino e l’invenzione di un collegamento tra una ceramica posizionata su un basamento di fronte alla vetrata della galleria e l’app che permette di visualizzare, spegnere e accendere l’opera direttamente dal divano di casa propria.
Lux Aurea è un’esposizione che invita quindi ad osservare da vicino. Una mostra immersiva nel vero senso della parola, nella misura in cui chiunque può rintracciare storie e significati in oggetti di porcellana e resina che dialogano col soffitto, con le tonalità della voce, con la luce del giorno e della notte. E come Fontana aveva tagliato la tela per rivoluzionare il concetto di pittura, così Boccini concepisce la ceramica organica affinché ci possa essere più riguardo nei confronti di un’arte che è appannaggio dell’Italia da un punto di vista sia culturale che commerciale. Curata da Olivia Spatola e Manuela Valentini, la mostra è stata presentata a fine gennaio nell’ambito di ART CITY Bologna 2024 e del cinquantesimo anniversario della prestigiosa ARTEFIERA. Si tratta inoltre della prima personale di Boccini in una galleria d’arte.