25 ottobre 2024

Macchi, Mezzaqui, Bojadzi: poesie e paradossi visivi in mostra alla Galleria Continua

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Illusioni visive, parole sospese e texture pittoriche: alla Galleria Continua di San Gimignano, tre mostre mettono a confronto le ricerche di Jorge Macchi, Sabrina Mezzaqui e Barbana Bojadzi

Jorge Macchi - False autumn 2024, trees leaves/puzzle pieces, variable dimensions. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Un Gran Tour tra pratiche, poetiche e latitudini, che aiuta a fare il punto sulla situazione dell’arte contemporanea. Alla Galleria Continua di San Gimignano, fino al 26 gennaio 2025, i lavori di Jorge Macchi, artista argentino che crea autentiche finzioni visive, sono in confronto con le opere di Sabrina Mezzaqui, una delle più importanti artiste contemporanee italiane, e con i quadri di una giovane artista del Kosovo, Barbana Bojadzi, che reinventa le stratificazioni di colori all’Arco dei Becci.

All’ex cinema, due test Rorschach sui muri ne alterano le dimensioni, una enorme scatola tempestata di buchi a forma di croce che custodiva una smart tv campeggia al centro della stanza: è Confesion. Potrebbe essere un confessionale contemporaneo? Un ortografo appeso a una parete diventa un grande telo leggero, con le ellissi che diventano molli e sghembe, A perfect dream. In False Autumn, l’opera site specific che dà il titolo alla mostra, una manciata di foglie finte autunnali sono realtà pezzi di un puzzle. Però realizzati con foglie vere.

Jorge Macchi – False Autumn 2024, exhibition view Galleria Continua, San Gimignano. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Le opere di Jorge Macchi sono artefatti che indagano sulla visione e percezione e creano spiazzamenti: «Sono forme che dialogano con l’architettura, ma non ne rispettano le regole, perché le faccio interagire con lo spazio. Rompo tutte le strutture degli oggetti per generare una sospensione di significato. E creare un paradosso che è una delle forme dell’umorismo. E anche uno degli strumenti preferiti di Jorge Luis Borges».

Jorge Macchi – False Autumn 2024, exhibition view Galleria Continua, San Gimignano. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Nell’ex-cinema di San Gimignano, la sala, il palco, la galleria e i camerini accolgono le opere di Sabrina Mezzaqui, nella mostra dal titolo Raccogliere parole. Le parole e il loro potenziale simbolico ed evocativo, la riflessione sul tempo e le pratiche di condivisione sono al centro della sua poetica. E si ritrovano ancora una volta nei lavori esposti. Si può dire che le parole siano le protagoniste indiscusse: che siano i pezzi di carta che cadono dai libri della poetessa Mariangela Gualtieri, appesi come festoni a fianco di diverse altalene nella sala della galleria. Un sistema che permette alle parole delle “storie”, di entrare e uscire dalle pagine di carta e che sono il mezzo, per Mezzaqui, con cui unire il lavoro manuale e quello intellettuale.

Sabrina Mezzaqui – Raccogliere parole 2024, exhibition view Galleria Continua, San Gimignano. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Come anche per la realizzazione dell’opera En_ Il tavolo di Plotino, che campeggia sul palco: una scatola con migliaia di parole ritagliate da chi ha partecipato agli incontri di lavoro collettivo a San Gimignano e a Maccastorna per condividere insieme con l’artista la lettura di alcune pagine delle Enneadi di Plotino. «Il mio lavoro si fonda su pratiche semplici e ripetitive come piegare, arrotolare, tagliare, infilare, ricamare, fotografare, scrivere (e molto altro). Sono esercizi di attenzione che condivido con altre persone. La pratica trasforma il pensiero in esperienza».

A San Gimignano nel corso della mostra, ogni mese ci saranno laboratori di composizione spontanea, durante i quali chi partecipa utilizza frasi e parole messe a disposizione sul tavolo per creare composizioni che potranno essere impreziosite da perline e piccoli ritagli colorati che, con l’aiuto del filo, potranno poi aggiungersi all’installazione che già si può visitare in una sala: Raccogliere parole / Il tavolo della poesia 2024.

Sabrina Mezzaqui – Raccogliere parole 2024, exhibition view Galleria Continua, San Gimignano. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Esercizi di creazione che richiedono tempo, un altro concetto che permea la sua metodologia. Il rapporto con il tempo è espresso come concetto dell’impermanenza nei disegni dei mandala in parte cancellati, esposti nei camerini dietro il palco. Come accade nella realtà, di solito, i mandala sono realizzati e poi cancellati. In galleria, Mezzaqui porta opere che dialogano da sempre con la leggerezza (calviniana) come Ogni giorno (M.G.) e La celeste pazzia (M.G.) e altre poesie di Mariangela Gualtieri ricamate. Non per dargli il senso della realtà fisica ma, al contrario, perché sembrino parole sospese, libere, senza peso, commenta Sabrina Mezzaqui, e costruiscano una relazione tra la letteratura e la pratica quotidiana, in questo caso, della lettura.

Barbana Bojadzi – Monades 2024, exhibition view Galleria Continua, San Gimignano. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Un ritorno alla pittura che crea piccoli bassorilievi di colore si ha con Barbana Bojadzi: le sue opere sono caratterizzate dall’accumulo di strati, colori e texture, creando così una stratificazione di significati e materiali, dove l’immagine emerge da un meccanismo di estrazione. Barbana Bojadzi è sempre alla ricerca di nuovi processi tecnici, evidenziando materiali usati e recuperati che riflettono l’umiltà e la semplicità che troviamo nel suo lavoro.

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