Marc Chagall arriva finalmente a Rovigo con la sua monografica “Anche la mia Russia mi amerà”, in mostra a Palazzo Roverella, scenario senz’altro mozzafiato: una tenuta rinascimentale edificata durante il dominio estense della città. Dopo il rinvio della scorsa primavera, a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, la data di apertura è fissata per il 19 settembre 2020. Le opere esposte saranno circa 70: dipinti su tela e carta, due serie di incisioni e acqueforti, 20 tavole autobiografiche – Ma Vie – e Le anime morte di Gogol, il più profondo sguardo sull’anima della letteratura russa.
Il tema che la curatrice Claudia Zevi ha scelto per la mostra di Rovigo è l’influenza della cultura popolare russa sull’arte di Marc Chagall. Un’attenzione particolare è rivolta allo studio delle figure simboliche adoperate dal grande artista: animali, case e villaggi, sempre presenti nei dipinti realizzati negli anni trascorsi a Parigi, in America e nel sud della Francia. L’iconografia del lavoro dell’artista affonda le sue radici nella tradizione popolare della Russia, fatta di religiosità: icone, vignette, capre e vacche che popolavano i villaggi russi del tempo. Nelle opere di Chagall, questi elementi esprimono un realismo poetico che prende dalla favola russa la propria espressività, mentre coglie dal mondo ebraico e cristiano ortodosso la propria cifra intellettuale e spirituale.
Obiettivo della mostra è anche mettere in discussione la posizione singolare che Chagall occupa nella storia dell’arte del XX secolo. Pur nella sua originalità e indipendenza, è presente l’esigenza utopica propria dell’Avanguardia, senza mai interferire con il mondo delle emozioni e dell’affettività. E così, pur scegliendo di vivere, come lui stesso disse, «voltando le spalle al futuro», Chagall doveva trovarsi a codificare un linguaggio e una sintassi espressiva che sarebbero sopravvissuti, forse anche più di quelli delle Avanguardie del ‘900, al trascorrere del tempo e al modificarsi delle situazioni politiche e sociali del XX secolo.
Il titolo “Anche la mia Russia mi amerà” è la parte conclusiva di Ma Vie, l’autobiografia illustrata che Chagall, appena trentaquattrenne, pubblicò a Berlino all’inizio dell’esilio, consapevole quella sarebbe stata la la separazione definitiva dalla Russia. La mostra, che si avvarrà della collaborazione della Fondazione Culture Musei e del Museo delle Culture di Lugano, è accompagnata da un ricco catalogo – a cura di Claudia Zevi – pubblicato da Silvana Editoriale, con saggi di Maria Chiara Pesenti, Giulio Busi, Michel Draguet e Claudia Zevi.
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Complimenti alla curatrice