La mostra di Samantha Passaniti, Terre, la materia della relazione, è frutto del progetto diffuso Oltreterra Project dell’artista, impegnata nella riflessione sul patrimonio culturale e ambientale delle province di Siena e Grosseto, in dialogo proficuo al fine di rilevarne l’impronta umana e sociale attraverso attività site – specific.
La mostra, partendo dalla lavorazione del dato materico, recupera la tradizione artistica del luogo, in particolare quella legata all’estrazione mineralogica e alla lavorazione della carta, giungendo a conclusioni del tutto inedite, che rendono l’elemento di composizione dell’opera un espediente per riconvertire luoghi e paesaggi in ambienti del tutto nuovi. L’esprit de finesse del percorso espositivo si incarna nella “Terra di Siena”, componente emblematica della produzione, che dialoga non solo con gli spazi museali di cui preserva il genius loci, ma costituisce una citazione colta all’antica industria creativa toscana, che la impiegava nei più svariati contesti. Questo essenziale materiale ricavato dal terreno del Monte Amiata, un tempo parte della provincia senese, oggi grossetana, nell’Ottocento ha dato vita ad una fiorente industria legata alla sua produzione, il cui conseguente declino ha causato l’abbandono delle cave su cui Passaniti incentra la sua indagine.
Le declinazioni con supporti e reimpiego della Terra originale e diversificato, non solo creano suggestioni e legami sempre differenti con ambiente e pubblico, ma rivelano anche la profonda conoscenza delle dinamiche storico – artistiche sottese ad opere come Going wrong e Composizione, in cui confluiscono rimandi che includono circostanze formali ascrivibili all’arte antica così come all’Arte Povera, minimale e processuale.
Dall’interazione tra componenti di recupero come carta, stoffe, legno e cavi di rame, Passaniti realizza dei simulacri che intercettano le sollecitazioni degli spazi con cui si confrontano e suggeriscono una progressiva ricostruzione dell’itinerario concettuale che l’artista propone, rendendo la propria sussistenza funzionale ad una visione più estesa del progetto mostra.
Durante la visita a colpire è il rigore scientifico con cui si è deciso di proporre il dato artistico all’interno del contesto del Museo di Storia Naturale di Siena: ad aprire l’esposizione è una postazione di documentazione relativa ai sopralluoghi effettuati per la ricerca delle terre, con esempi di campionatura e prove di colore. L’approccio metodologico che sottintende l’impianto del progetto proietta lo spettatore in una dimensione più ampia, in cui la ricerca creativa si fa portatrice di messaggi universali come quello di comunità asservita all’ambiente, in questo caso inteso come ecosistema sociale in cui compenetrare; l’interdisciplinarietà di Terre, la materia della relazione chiarisce l’urgenza di una presa di coscienza collettiva circa un nuovo vivere quotidiano dello spazio comune alla luce delle esigenze della natura e dei processi che la governano.
L’orizzonte espressivo entro quale si colloca la proposta artistica di Passaniti, come dichiarano i curatori Davide Silvioli e Valeria De Siero, «non solo giunge così a rinsaldare un legame, quello tra scienza e arte, dalle radici remote e che oggi soffre gli effetti di una ripartizione dei saperi talvolta così netta da non considerarne i gradi di parentela reciproca ma, inoltre, dà voce a tematiche estremamente attuali come il rapporto con l’ambiente, con la cultura locale, comunicando, infine, la necessità di sinergia tra discipline eterogenee al fine di mettere a fuoco la complessità dei fenomeni che attraversano il presente storico».
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