Maurizio Pellegrin (1956, Venezia), artista di rilievo internazionale, che ha esposto in prestigiosi musei e istituzioni in tutto il mondo e insegnato in prestigiose università americane, ritorna nella sua città natale con ben tre mostre in contemporanea, sottilmente separate nel profilo e nella presentazione dei lavori, ma riunite come in un unico progetto a cura di Vittorio Urbani.
In questa triplice mostra Pellegrin presenta i suoi lavori storici provenienti dagli studi newyorkesi e veneziani, insieme a nuove opere concepite per l’occasione, tutti accomunati dal tema del ritornare. «Maurizio, che sin dal suo inizio come artista ha lavorato su testi critico-filosofici – scrive il curatore Vittorio Urbani – si è sempre interrogato sui valori ontologici, sul significato e sull’essenza di ciò che è qui e ora ma che porta in sè la memoria di ciò che è stato. Ed è questa memoria inserita nella sua opera, come una interna carica di energia, a conferirle uno speciale valore».
Le due gallerie veneziane Michela Rizzo e Marignana Arte, avendo entrambe lavorato in passato con Pellegrin e avendo con lui anche un reciproco rapporto di profonda stima, hanno deciso di collaborare non solo per questa occasione, ma per un progetto più ampio e duraturo, con lo scopo di diffondere e distribuire insieme il lavoro dell’artista. Alle due gallerie si affianca anche Nuova Icona, con lo Spazio dell’Oratorio di San Ludovico, luogo in cui Pellegrin ha esposto ripetutamente, presentando un’installazione creata per l’occasione.
La Galleria Michela Rizzo ospita “The Red, The Black and the Other”, una selezione di opere nuove, insieme ad altre provenienti del passato in cui spiccano le due serie simmetriche Black Venetian Papers e Red Venetian Papers, che l’artista definisce «piccole commedie emozionali» create nel suo studio di New York, pensando a Venezia.
Marignana Arte presenta invece la mostra “Gestures: Works on Paper”, in cui sono esposte sette inedite raffinate carte della stessa serie, con oggetti trovati e pittura acrilica, grafite e tempera. Da queste emerge una bellezza fragile, che nasce dall’armonia dall’armonia dei segni e degli oggetti costretti a convivere nello spazio dell’opera, che diventa quasi teatrale.
Infine nella penombra dell’Oratorio di San Ludovico di Nuova Icona, Pellegrin espone invece una grande installazione appositamente realizzata, che dà il titolo anche a questa sezione della mostra: “Also, the Elephants travel to Venice”.
In Maurizio Pellegrin vive la forte personalità di un collezionista onnivoro, che organizza, cataloga e raccoglie oggetti ritrovati durante i suoi viaggi in tutto il mondo, come un moderno Marco Polo.
Compone meticolosamente le sue opere fatte di abiti, strumenti musicali, fili e stoffe, fotografie in bianco e nero e altri oggetti, secondo il suo intricato e personalissimo sistema di organizzazione, basato su iconografie ed energie, ma anche su un’attenta indagine culturale, geografica e sociale, unite alla sua passione e conoscenza delle civiltà antiche. Anche la numerologia, scienza che studia i numeri e la loro influenza sulla vita umana, svolge un ruolo centrale nella ricerca dell’artista, che attribuisce un numero a ciascun oggetto presente nell’installazione che rappresenta un’ipotesi quantitativa dell’energia contenuta nello stesso. Pellegrin sceglie e dispone le sue serie di oggetti in modo da trascendere l’idea della semplice ripetizione: oggetti e materiali sviluppano una nuova gerarchia in cui le loro precedenti funzioni vengono drasticamente cambiate, stabilendo un nuovo mondo di relazioni, significati e funzioni dialettiche.
Maurizio Pellegrin è nato a Venezia nel 1956. Vive e lavora tra New York e Venezia. Ha conseguito un Master in Storia dell’Arte all’Università Ca’ Foscari di Venezia, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Ha studiato Sociologia alla New School University, e Filosofia orientale alla New York University, New York. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, e possiede l’equivalente del MFA americano in Studio Art. È stato il rettore della National Academy School presso il National Academy Museum and School di New York, dove è stato anche il curatore della galleria. È stato direttore del Venice Program Master of Art alla New York University e ha insegnato Fenomenologia delle Arti e Advanced Studio al Teachers College, Columbia University. Inoltre, ha insegnato Design moderno e architettura alla Rhode Island School of Design. Attualmente è direttore esecutivo e fondatore della New York School of the Arts e dell’Hub Cultural Center di New York.
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