Casa Gramsci è uno spazio espositivo e allo stesso tempo un’installazione artistica ideata da Alfredo Jaar (Santiago del Cile, 1956) in memoria di Antonio Gramsci (1871-1937). La stanza, dalle pareti e dalla moquette di un rosso scarlatto, è stata dedicata al fondatore del partito comunista italiano. Gramsci abitò questo luogo per quasi dieci anni, alla fine del primo decennio del Novecento.
Maurizio Vetrugno (Sant’Antonino di Susa, 1957), invitato a dialogare con Casa Gramsci, presenta L’egemonia culturale è come un esercizio alle sbarre parallele? una riflessione che parte dal concetto sviluppato dall’importante intellettuale sardo. Secondo il quale alcuni gruppi riescono ad imporre la propria volontà, creando una sorta di dominio culturale. A tal proposito Vetrugno idea appositamente con uno spirito ironico e provocativo un neon che recita la frase «Arnault-Pinault-Totò». Un gioco di parole che coinvolge alcune delle figure più influenti della moda e dell’arte contemporanea, Bernard Arnault (Roubaix, 1949) e François Pinault (Les Champs-Géraux, 1936).
«Queste figure attraverso le loro aziende, conglomerati di marchi di lusso, sono arrivati a dire la loro nel mondo dell’arte contemporanea. Arnault è proprietario di Christie’s, Pinault è benefattore di diversi enti. Totò dal canto suo costituisce una cesura ironica, anche a livello fonetico» afferma l’artista piemontese.
Maurizio Vetrugno critica il sistema dell’arte, così come quello della moda, circuiti stagnanti in cui è difficile rivoluzionare realmente la scena. Il neon, installato sul tavolo pensato per ospitare i libri di Antonio Gramsci, rappresenta un moto di rivolta attraverso l’arte, questionando una società incapace di ribellarsi. Mentre la cultura, anziché formare individui consapevoli su un piano intellettuale e morale, si configura come un mero esercizio comunicativo che si deve ripetere sempre allo stesso modo per poter avere successo. Casa Gramsci è come un elegante scrigno nel cuore di Torino, un contenitore di idee che sfuggono dall’ordinario controllo.
Completano la mostra due opere serigrafiche e un disegno dedicati alla moda, oltre al consueto manifesto di Casa Gramsci, per l’occasione intitolato Made in popolo e redatto da Amir Capogrossi Badreddine. La mostra sarà aperta al pubblico su appuntamento fino al 26 maggio 2024.
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