Le stelle e i fiumi sono connessi in Eridanus: The River Constellation, la grande mostra di Melissa McGill attenta a indagare la precarietà delle acque correnti a causa dei cambiamenti climatici, inquinamento e sfruttamento. Artista e attivista e lancia un allarme sulla necessità di acquisire consapevolezza sulla situazione attuale. Le sue opere sono caratterizzate da interventi pittorici su carte storiche, alcune delle quali provengono direttamente dagli Archivi di Stato di Torino. Il focus principale dell’esibizione è dedicato al fiume Po ma la mostra traccia l’arco di tutta l’opera della sua carriera, guidata da oltre 25 anni dai corsi d’acqua e dalle costellazioni.
Nel 2019 Melissa McGill ha presentato Red Regatta, un inedito progetto di arte pubblica nelle acque della Laguna di Venezia. L’artista ha richiamato l’attenzione sul cambiamento climatico e il turismo di massa che minacciano l’antica città, animando i canali della città con 52 tradizionali velieri veneti dalle rosse tele dipinte a mano da artigiani locali. Profondamente connessa con la Laguna decide di ripercorrere le sue acque fino alla sorgente. Come una esploratrice e geografa capace di conversare con le acque trasforma la sua visione in un progetto artistico esteticamente affascinante che si confronta con le urgenti problematiche che affliggono i corsi d’acqua della nostra epoca.
Melissa McGill riflette sul verbo tramandare e nel corso della sua ricerca conosce e intervista uomini e donne che custodiscono da generazioni saperi necessari per riuscire a convivere pacificamente con il fiume Po, fonte di lavoro, cibo e via di comunicazione. In una maniera simile sceglie di riconnettersi con l’ambiente utilizzando per i suoi lavori unicamente pigmenti naturali come caolino, ossido di rame, indaco, realizzato con la macerazione dell’indigofera tinctoria e anche latte di soia, creato con l’acqua del fiume stesso. L’artista utilizza i fluidi colori naturali per interagire con la moltitudine di dettagli delle rappresentazioni cartografiche storiche, creando dei magistrali effetti eseguiti con azioni performative. I suoi colori si muovono naturalmente sulla carta yupo prendendo il proprio posto come un fiume che scorre, creando un vero e proprio linguaggio dell’acqua.
L’antico nome del Po, Eridanus, era stato preso in prestito da una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, astronomo del secondo secolo. Eridanus è una delle più estese costellazioni dell’emisfero celeste australe e il suo percorso ricorda quello di un fiume. Allo stesso modo i fiumi delle mappe scelte da Melissa McGill diventano dei cosmi, costellazioni di individui, organismi ed elementi.
Melissa McGill vuole cambiare la narrazione sulla crisi climatica, valorizzando le storie appartenenti ai nostri corsi d’acqua, combattendo contro la sensazione di eco-ansia che caratterizza la nostra epoca. Attraverso un dialogo creativo, l’artista invita ad esplorare nuove prospettive imparando dal passato. Si credeva infatti, racconta Melissa, che Eridanus fosse una guida donata dagli dei per aiutare l’umanità nella navigazione e nella comprensione del tempo. Dovremmo forse riconnetterci con questo elemento primordiale, ripristinando il nostro rapporto di rispetto e reciprocità con le acque del mondo intero.
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