“The library of encoded time” è un’installazione composta da vecchi mattoni, rinvenuti durante la ristrutturazione del chiostro adiacente l’ex-chiesa di San Pancrazio che oggi ospita il Museo Marino Marini. L’artista Michele Ciacciofera ci regala una splendida riflessione sull’evoluzione del linguaggio e del pensiero umano. Il Mito e il Linguaggio vengono riconfigurati, riscritti attraverso la simulazione di vari alfabeti e segni lasciati sulla materia. La terracotta diventa la tela sulla quale si ridisegna l’origine del pensiero e della gestualità della scrittura. A un primo sguardo, dentro la splendida cripta del Museo Marino Marini, siamo immersi in un labirinto che ci ricorda Borges, siamo in una sorta di Babele contemporanea e, solo apparentemente, incomprensibile. Con l’avvicinarsi alle opere, lo spettatore entra nel flusso di segni che l’artista ha sapientemente lasciato su quella materia edile rossa e inerte.
I mattoni in terracotta, oggetti arcaici che simboleggiano l’origine, le fondamenta, sono purificati e spostati dal loro ambito semantico. L’installazione, già esposta a Parigi, Marrakech e a Guangzhou, è stata ricreata in una nuova versione per il Museo Marino Marini, partendo proprio dal ritrovamento del materiale di San Pancrazio.
I mattoni sono stati cotti una prima volta per eliminare la calce, come in un rituale di purificazione, preparandoli a nuova vita. Successivamente Ciacciofera è ricorso a un processo di scrittura quasi automatica che, da un lato, si caratterizza per una componente rituale e, dall’altro, per quella psicologico: l’oggetto mattone-libro tende a caratterizzarsi per l’accumulazione e l’intersezione di linee e segni che rappresentano lo stato di sofferenza e di saturazione della memoria, come in un cortocircuito temporale dentro il quale scorrono presente e futuro in una sorta di magma indifferenziato.
In seguito, il mattone viene ricotto di nuovo, in modo che gli smalti e i colori usati si vetrifichino e si fissino definitivamente sulla superficie. La fase finale del lavoro è il posizionamento dei mattoni su degli espositori, dove lo sguardo dello spettatore si posa come all’ingresso di una strana e arcaica biblioteca posta fuori dal flusso della storia.
Completa la splendida mostra curata da Angelo Crespi, l’installazione dal titolo “The inner State,” composta da venti sculture verticali, dei totem come stalagmiti in legno e materiale misto, caratterizzate da uno sviluppo tra l’organico e l’inorganico, tra l’animale e l’umano, il minerale e vegetale. Qui l’artista rievoca una mitologia antica e pagana, quasi un tempio lontano da qualsiasi civilizzazione umana.
Siamo in una foresta arcaica in cui gli alberi sembrano scorrere come in una processione o rito sciamanico. L’artista usa raccogliere materiali eterogenei per riutilizzarli in un altro contesto sacrale e spirituale, ma legato anche ai simboli della terra. Una commistione di simboli, colori e materiali che travalicano le epoche, in cui si rinvengono persino emoticons e loghi legati ai social networks che si sviluppano intorno a insetti e fossili preistorici. Ciacciofera è un artista-sciamano che si diverte a perdersi nel linguaggio umano e l’osservatore con lui si addentra in una foresta di simboli onirica e surreale. L’installazione è accompagnata da suoni in cui rumori urbani e naturali, elaborati elettronicamente e ritmati, si sovrappongono per ricreare una sonorità che rappresenti l’anima vitale delle sculture stesse, e che gradualmente diminuisce fino all’estinzione.
Duccio Ricciardelli
Dal 18 gennaio al 2 marzo 2020
Michele Ciacciofera, The library of encoded time
Museo Marino Marini
Piazza di S. Pancrazio, Firenze
Orari: Sabato – Domenica – Lunedì ore 10 – 19
ultimo ingresso ore 18:30
Cappella Rucellai: ore 11 – 11:30 – 12 – 12:30 – 15 – 15:30 – 16 – 16:30
ingresso fino a 25 persone
Martedì – Mercoledì – Giovedì – Venerdì: aperto su prenotazione
Info: 055 219432, www.museomarinomarini.it
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