Maria Callas (New York 1923 â Parigi 1977): donna, diva, mito, icona, leggenda, artista, soprano. Una grande responsabilitĂ indagare e raccontare un personaggio per lâevidente difficoltĂ di cogliere a posteriori le sue molteplici e infinite sfaccettature e sofferenze. In genere il ricorrere di anniversari offre lâoccasione di celebrare un personaggio o un evento attraverso intriganti approfondimenti. Il 2 dicembre 2023 â data in cui lâartista avrebbe compiuto 100 anni â ha offerto tale opportunitĂ colta al volo non solo in Italia, ma anche in tante altre parti del mondo con numerose iniziative, tutte utili a fare ulteriore luce su questo iconico personaggio che ancor oggi entusiasma. Tra lâaltro in Grecia, a fine ottobre 2023, è stato inaugurato ad Atene il Museo Callas, il primo al mondo a lei dedicato. Posto al centro della cittĂ , vicino alla Cattedrale e con una magnifica vista sullâAcropoli, è ospitato in un edificio neoclassico degli anni â20 del Novecento. Al momento presenta 1300 pezzi (con donazioni anche dalla Scala, dalla Fenice e dallâArena di Verona) ed è destinato a svilupparsi ulteriormente.
Molto è stato fatto in Italia: a Milano si privilegiano due esposizioni eccellenti per la loro qualitĂ intrinseca e per i luoghi â tra lâaltro cosĂŹ contigui da non richiedere che pochi passi per visitarli entrambi visto che le mostre si integrano â di altissimo valore: le Gallerie dâItalia (braccio culturale di Intesa Sanpaolo) che disvelano il lato privato di Maria Callas al vertice della carriera e la Scala â i cui ineguagliabili preziositĂ e prestigio sono noti in ogni angolo dellâOrbe â che ne ricorda lâaspetto pubblico offrendo fantasmagoriche rivisitazioni di questa incancellabile leggenda. Una vita difficile e sofferta con poco amore, molte imposizioni e costrizioni in un ambiente familiare tempestoso quella di Maria Callas (nome dâarte di Maria Anna Cecilia Sofia Kalos, Kalogheropoulos il cognome del padre), che nasce a New York, terzogenita di una coppia di greci non bene assortiti come sensibilitĂ , caratteri, formazione, comportamenti, ambizioni e fedeltĂ anche se accomunati da studi in farmacia. GiĂ in attesa di Maria, la famiglia si trasferisce in America da Atene anche per superare il profondo dolore della madre per la scomparsa del secondogenito ancora bambino tanto da rifiutare per alcuni giorni la neonata colpevole di non essere il sospirato maschietto. Lâabbreviazione del cognome in Kalos (âBelloâ in italiano) compiuta dal padre appena giunto in America non si rivelerĂ un nomen omen per la sopravvivenza della famiglia turbata da incomprensioni e discordie. Dopo un incidente stradale costato 22 giorni di coma, la piccola Maria e la sorella maggiore trovano un poâ di consolazione nella musica (canto, suono della pianola e ascolto di opere). La madre comunque coglie il talento di Maria. Nel â37 torna a vivere ad Atene con le figlie lasciando il marito e incoraggia la giovane a studiare al Conservatorio: dotata di indomita volontĂ e tenacia, Maria non ha unâinfanzia e una giovinezza normali.
La guerra pone le tre donne in enorme difficoltĂ esistenziali costrette per sopravvivere, anche perchĂŠ il padre si âdimenticaâ di loro, a fare scelte difficili, tuttavia Maria approfondisce la musica e, oltre al greco, inglese, italiano, spagnolo e francese, studia il tedesco. Dopo la guerra, il padre la chiama a New York, ma la giovane non riesce a emergere, anzi accumula errori divenendo anche vittima di raggiri. Si tratta di un mondo, come molti altri, in cui ancora oggi non è sufficiente essere bravi e Maria qualitĂ ne ha, ma ha bisogno di affinarle, inoltre è piuttosto robusta e non raffinata nei modi e nel mondo dello spettacolo lâimmagine è tuttâaltro che un particolare. Finalmente nel 1949 approda in Italia (come consigliato da molti), patria del bel canto, e conosce il direttore dâorchestra Tullio Serafin, suo importante mentore musicale, e Giovanni Battista Meneghini, anziano industriale amante della lirica, che la sposa nel 1950 e diviene suo agente, innamorato anche del denaro e autore di contratti capestro verso la moglie.
Unâindomita determinazione e una ferrea volontĂ trasformano Maria da goffa e informe crisalide in splendida farfalla: persi 28 chili, educata la voce tanto da ricevere alcune accuse di virtuosismo, acquisiti comportamenti raffinati e abile nel coniugare in modo splendido canto e recitazione, viene vestita dalla notissima sarta Biki che finalmente la accetta cosĂŹ come fa Antonio Ghiringhelli, sovrintendente della Scala, superando le ultime reticenze. Naturalizzata italiana, trasformata in icona e appoggiata tra lâaltro dalla giornalista statunitense Elsa Maxwell â feroce regina del pettegolezzo, organizzatrice di feste straordinarie e innamorata non corrisposta di Maria malgrado lâabbia stroncata dopo un memorabile successo al Metropolitan di New York â vive un periodo dâoro anche con le case discografiche. Dal 1952 al 1954 interpreta sette opere: progressivamente il trionfo aumenterĂ trasformandola in mitico personaggio e circondandola di una fama che non decresce neanche quando manifesta problematiche nella voce che oggi alcuni studiosi attribuiscono a una patologia specifica. Tramite la Maxwell conosce lâarmatore Aristotele Onassis e le pare di toccare il cielo con un dito. Ritenendo di avere trovato in un greco patria, padre e famiglia, rinuncia alle nazionalitĂ statunitense e italiana per quella ellenica e si separa dal marito. Invece è lâinizio del suo declino non solo perchĂŠ Onassis non ama la lirica, ma soprattutto per il problema della voce di cui è consapevole: essendo una vera professionista, precisa e puntigliosa diminuisce radicalmente lâattivitĂ . Onassis si rivela un cinico egoista dallâarrogante superficialitĂ : dopo continui tradimenti e dileggi, si risposa allâimprovviso con Jackie Kennedy, esponente del jet-set, piĂš utile per i suoi interessi economici.
La depressione si impadronisce di questa donna assetata di famiglia e di amore vero, nĂŠ migliorerĂ la situazione lâessersi innamorata di Pasolini, notoriamente omosessuale, che nel 1969 la dirige in Medea, film apprezzato dalla critica cui però non arride successo di pubblico⌠non è un film commerciale! Dopo una tournĂŠe tra il 1973 e il 1974 con Giuseppe Di Stefano organizzata per motivi umanitari e conclusasi con un pasticcio umano, si rinchiude nella casa di Parigi dove arrivano come gocce di veleno le notizie della scomparsa delle persone piĂš care e dove si spegne nel 1977. I suoi beni saranno oggetto di furti e contese tra eredi veri e presunti in una meschina gara che vedrĂ scomparire protagonisti, famiglie e loro discendenti coperti dalla polvere del tempo. Maria Callas non è mai stata felice, ma aveva ragione il poeta e critico Montale: âQuando non canterĂ piĂš, lascerĂ dietro di sĂŠ una leggendaâ.
Si è raccontata la sua vita per indurre i visitatori alle due mostre, patrocinate dal Comune di Milano, non solo ad ammirare, ma anche a leggere e comprendere per prima cosa ciascuna delle 91 fotografie della mostra Maria Callas. Ritratti dallâArchivio Publifoto Intesa Sanpaolo organizzata fino al 18 febbraio 2024 dalle Gallerie dâItalia in Piazza della Scala. Lâappassionato curatore Aldo Grasso ha compiuto un certosino lavoro di analisi delle oltre 1500 (tra negativi e stampe vintage, cioè realizzate dallâautore e contemporanee allo scatto) foto di Maria Callas trascegliendo con estrema cura quelle (alcune mai esposte o inedite) relative al periodo dal 1954 al 1970 in cui lâartista appare nel suo quotidiano. Per inciso lâArchivio Publifoto è una vera miniera di scatti: piĂš di sette milioni realizzati dellâAgenzia fotogiornalistica fondata da Vincenzo Carrese nel 1937 e divenuta la piĂš importante tra le private. La dispersione di tale tesoro è stata evitata grazie a Banca Intesa Sanpaolo che lo ha acquistato nel 2015 e ora è conservato e gestito dallâArchivio storico a Torino presso le Gallerie dâItalia.
Ecco la nostra protagonista che nel 1954, la sera della Prima de La Vestale di Gaspare Spontini, riceve un omaggio floreale da un vivace personaggio della cultura dellâepoca: Valentino Bompiani (anche sensibile scrittore e drammaturgo), editore aperto verso la letteratura dâOltralpe, creatore di un Dizionario letterario e un Dizionario degli Autori e scopritore di Moravia, Vittorini ed Eco. Il fotografo Franco Giglio coglie un momento in cui la Callas â alla cui sinistra siede il regista Luchino Visconti, il marito a capotavola e alla sinistra di questo Antonio Ghiringhelli â sembra sfuggire al controllo di un Meneghini che pare quasi un âpadre-padroneâ. Sempre Giglio cattura nel maggio 1957 al Ristorante Savini la Callas che osserva con sguardo tra lo stupito e il sorpreso le smancerie della Maxwell mentre il marito guarda quasi indifferente spettatore la scena e Ghiringhelli pensa a soddisfare le papille gustative.
Nel settembre 1957, Franco Gremignani sorprende lâartista prima al ricevimento predisposto a Venezia in suo onore dalla Maxwell che per quanto uno âscorfanoâ qui ha lâaria simpatica⌠ma si sa che il suo scopo è anche compiacere Onassis che non ama per niente la lirica e tuttavia vuole âconoscereâ la festeggiataâŚÂ e ancora la ritrae soddisfatta in spiaggia con alle spalle il marito guardiano vestito di tutto punto e non cosĂŹ a suo agioâŚ
Momenti apparentemente di giubilo e altri di difficoltĂ testimoniate dal servizio fotografico di Nicola Giordano e Silvano Lucca che in occasione del putiferio â con cause, problemi gravi con la Scala e altri â suscitato per lâinterruzione il 2 gennaio 1958 dopo il primo atto della Prima della Norma al Teatro dellâOpera di Roma in presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi (che lâanno precedente le ha conferito il titolo di Commendatore della Repubblica suscitando invidie e gelosie nei confronti di una straniera ora considerata ingiustamente bizzosa e capricciosaâŚ) testimoniano con tale servizio come la folla abbia creduto alle problematiche della Callas e la accolga numerosa e osannante al rientro alla Stazione Centrale di Milano. Come si può pensare che unâartista fanaticamente precisa nella propria professione e con una dedizione assoluta al lavoro tanto da arrivare per prima in sala prove e abbandonarla per ultima abbia interrotto una rappresentazione se non per problemi di voce?
Numerosi gli scatti in cui la Callas compare come protagonista nella famosa villa costruita in via Buonarroti 40 (vicinissima alla Casa di Riposo per Musicisti Giuseppe Verdi) e oggi abbattuta per costruirvi un palazzo dellâodierna CityLife: dalle foto del 1957 di Paolo Gremignani con la coppia Meneghini in posa davanti allâabitazione o in salotto, oppure come la ritrae piĂš volte Angelo Novi mentre indossa con elegante stile abiti dellâatelier di Biki in alcuni angoli della dimora. Franco Gremignani la coglie anche presso la celebre stilista e nel 1960 immortala Onassis che balla con la Callas durante il veglione di fine anno presso lâHotel de Paris a Montecarlo. Inseguita dai fotografi in ogni dove: in tribunale dove si discute la separazione dal marito, sul megayacht Christina di Onassis⌠la Callas è la prima cantante lirica a essere vittima di unâassillante esposizione mediatica, oggi fin troppo di moda. La mostra si conclude con il servizio di Eugenio Pavone e Tino Petrella sulla Callas spettatrice insieme a Wally Toscanini allâinaugurazione il 7 dicembre 1970 della Stagione Lirica della Scala con I vespri siciliani di Giuseppe Verdi. Testimonianze di un anelito alla vita e alla perfezione non riscaldata dallâamore, un fiume di energie reso eterno dal mito.
Pochi passi ed eccoci alla Scala, il tempio della musica piĂš famoso al mondo dove il 2 dicembre 2023 si è celebrato un coinvolgente Callas day â omaggio alla Callas profondamente legata a questo teatro per avervi interpretato dal 1950 al 1961 23 titoli dâopera in 28 spettacoli tra cui 6 inaugurazioni di stagione â con la presentazione di due splendide monografie e la proiezione del film documentario MYCALLAS in cui parecchie persone che a titolo diverso lâhanno conosciuta e frequentata dentro e fuori la scena ne ricordano le diverse sfaccettature.
Inoltre fino al 30 aprile 2024, nel Museo del Teatro alla Scala, si può sognare con gli organizzatori della Mostra Fantasmagoria Callas nella quale attraverso cinque sale è evidenziata lâinfluenza dellâartista su arte, letteratura e cinema. Unâesposizione raffinata, intensa e seducente â non di carattere storico â con la curatela di Francesco Stocchi che considerando lâeternitĂ del mito Callas ha chiesto a cinque personaggi di rilievo del mondo della cultura di oggi di rileggerla ed evocarla ciascuno con le proprie competenze e sentire. Il musicista e compositore Alvin Curran (Providence, Usa, 1938) focalizza il suo lavoro sulla voce della divina come fulcro della sua complessa personalitĂ . La giovane artista Latifa Echakch (El Khnansa/Marocco, 1974) nella sua installazione mette in luce lâaspetto scenico della soprano facendo apparire al di lĂ di una cortina di perle bianche e rosse (metafora di lacrime e sangue) la sagoma della Callas tra fragilitĂ e bellezza.
Il regista Mario Martone puntualizza lâeffetto che â durante lâincontro del 1956 a Milano in occasione di una prova della Traviata â la forte personalitĂ (e non lâaspetto da diva) della soprano esercita sulla scrittrice e poetessa austriaca Ingeborg Bachmann (interpretata dallâattrice Sonia Bergamasco). Lâartista Francesco Vezzoli (Brescia, 1971), novello Warhol, inquadra stampandolo a laser su tela per sessantatrĂŠ volte il viso della Callas e in ogni fotogramma aggiunge un ricamo metallico azzurro che rimanda al trucco a significare la capacitĂ del suo viso di adattarsi a quelli dei diversi ruoli interpretati. Da ultimo lo stilista Giorgio Armani (Piacenza, 1034) trasforma la voce della Callas in un intrigante ed estremamente affascinante abito da sera rosso magenta che diviene il seducente corpo della soprano. Cinque incantevoli interpretazioni che formano una fantasmagoria caleidoscopica: questa trova la sua unitĂ nellâallestimento della bravissima scenografa Margherita Palli, capace di tramettere allâimmaginario collettivo unâimpronta indelebile da rivisitare secondo la sensibilitĂ di ciascun visitatore che a sua volta creerĂ il proprio mito della Callas. Allâinizio di questo onirico percorso, si può ammirare una selezione di costumi indossati dalla soprano: conservati presso lâArchivio storico del Teatro alla Scala, testimoniano lâinfluenza esercitata dalla sua raffinata eleganza sulle arti come a esempio il costume dipinto da Salvatore Fiume per Medea nel 1953. Utili per approfondimenti sia il documentario che illustra il processo produttivo della mostra, sia il libro relativo delle Edizioni del Teatro alla Scala.
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