Lo spazio espositivo come una “messa in scena” teatrale: la Galleria Fumagalli apre le porte a Minime Variazioni – Drawings and Plaster Surrogates, la prima mostra personale negli spazi della galleria dell’artista americano Allan McCollum che, dopo 15 anni, torna a esporre in Italia con un progetto site-specific dalla dimensione museale.
Allan McCollum tratta la galleria come un palcoscenico, dove tutto può accadere ed essere possibile dinanzi a una spettacolare scenografia. La sala principale viene interamente ricoperta da 660 disegni suddivisi a loro volta in sei gruppi da 30, quattro da 60 e due da 90, dando corpo a un’unica ed estesa installazione dal titolo Collection of Drawings, che raccoglie addirittura solo una parte delle circa 2mila opere che ne compongono la serie realizzata tra il 1988 e il 1992.
Si tratta di una collezione composta da una moltitudine di forme geometriche minimali delle nere campiture in grafite stese a mano su carta, così intense che la traccia del gesto rimane impercettibile, più simili a delle stampe. Ogni disegno è poi racchiuso in cornici di legno.
Quelle dell’artista sono delle forme d’invenzione, multipli di uno stesso modulo che viene sovrapposto e ampliato creando ulteriori intrecci dalle strutture più complesse. Un gioco di maschere, di sagome nere che ricordano quelle delle ombre cinesi, le cui nitidi proiezioni si animano sulle pareti.
Come spesso accade nel lavoro di McCollum, gli elementi confluiscono in un solo grande organismo dove lo sconfinato numero di opere fa assumere all’installazione i caratteri di una dimensione museale. I moduli di Collection of Drawings si estendono nello spazio sia in verticale, lungo le parti della galleria, che in orizzontale, appoggiandosi sui quattro tavoli al centro della stanza, ricoperti di tessuto color grigio avio.
Il maestro americano dell’arte concettuale dà forma a delle dinamiche di finzione, dove le cose perdono la loro funzione per assumere un significato maggiore, creando delle rappresentazioni essenziali dal valore simbolico e riconoscitivo, intorno al quale gli individui possono riunirsi e trovare una propria dimensione di appartenenza, simili a degli stemmi il cui significato simbolico riflette la necessità umana di identificarsi in un gruppo senza cedere però in una omologazione totalitaria diventando massa, ma conservando una propria identità di differenziazione e unicità.
Di fronte a questa produzione seriale e ossessiva, dei molteplici moduli che si ripetono e si alternano in un andamento progressivo ritmato e frenetico, quasi esplosivo, ognuno può dar spazio alla propria fantasia e immaginazione come all’interno di una spettacolare wunderkammer contemporanea: una grande camera delle meraviglie dove perdersi curiosi a contemplarne le minime e infinite variazioni.
All’ingresso della galleria e nella sua parte superiore invece, si trovano installate a parete quattro serie in gesso smaltato Collection of Eight Plaster Surrogates (1982-2013), formate ognuna da otto cornici di dimensioni variabili che hanno vissuto la loro realizzazione in diverse fasi processuali del lavoro di McCollum. Una serie di “finte” cornici che sono parte anche loro di una scenografia più grande.
La mostra di Allan McCollum alla Galleria Fumagalli di Milano sarà visitabile fino al 24 marzo 2024.
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