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Minerali, vegetali e animali. I legami indissolubili indagati nel Convivium del MUSE
Mostre
di Erica Baglio
Ecologie Minerali è un concept che si pone come obiettivo la narrazione e il confronto tra diverse prospettive riguardo il tema dei minerali e le relazioni che sussistono tra regno minerale, vegetale e animale. Fulcro centrale della mostra è l’installazione site-specific Convivium, dell’artista Chiara Camoni, accompagnata dai lavori filmici di Yto Barrada, Liv Bugge e Ana Vaz, e dalle voci di Giorgio Andreotta Calò, Regina José Galindo, Pauline Julier, Marzia Migliora, Cynthia Montier, Ophèlie Naessens, Micol Roubini e Raghad Saqfalhait.
Non sono le classiche mostre a cui siamo abituati a pensare quando entriamo in un museo di scienze naturali quelle ospitate nella piazzetta del MUSE – spiega Patrizia Famà, sostituta direttrice Ufficio programmi per il pubblico MUSE –, ma innanzitutto occasioni di dialogo e di discussione. Ecologie Minerali è il quarto progetto ospitato dalla “piazza” del Muse – l’ultimo Postnatural gardening dedicato ai mondi vegetali -, e prende vita mediante racconti visuali e orali, testi di approfondimento, film e reperti scientifici, con l’obiettivo di riscoprire le profonde interconnessioni che legano l’uomo alla materia, le sostanze organiche e inorganiche. In particolare, il nuovo concept si concentra sul rapporto tra umano e geologico, «non in termini di classificazione non realistica – tipica dell’immaginario dei musei di scienze naturali –, qui tutto viene rovesciato per parlare di relazioni e di come interagiamo con le rocce minerali».
Solo apparentemente semplice e circoscritto, il progetto curato da Alice Labor è il frutto di un lavoro partecipato e incredibilmente ramificato, un’indagine su relazioni che ormai passano spesso inosservate e con l’obiettivo di riproporle con il linguaggio dell’arte contemporanea. «La realizzazione di Ecologie Minerali è stata una sfida nel tentativo di far dialogare pratiche artistiche e ricerche scientifiche. Le prospettive sono plurime e la sfida è stata quella di trovare un modo di coniugarle», spiega la curatrice.
Catalizza l’attenzione al centro della sala Convivium, l’installazione di Chiara Camoni e del Centro di Sperimentazione, nata da un laboratorio in collaborazione con la Galleria Civica di Trento e Le Garage. Il fine dell’opera è dichiarato già nel titolo, un convivio di regni – minerale, vegetale e animale – “chiamati al raduno”, alla riscoperta di legami e di interdipendenze, come spiega l’artista. I tavoli disposti in una sorta di tavola rotonda sono foderati da sete realizzate durante un laboratorio in occasione della mostra Allegoria della felicità pubblica presso il MART, su cui sono stati impressi fiori, ebre e piante senza l’aggiunta di ulteriori coloranti. Questo “sudario” ospita rocce e minerali, ma anche oggetti in ceramica realizzati dall’artista stessa. Andando a indagare il curioso carosello di forme e colori, il visitatore può scorgere degli impercettibili volti che questa costellazione di minerali e rocce va a generare sopra la traccia lasciata dal mondo vegetale. Il visitatore è invitato in questo momento di convivialità, un vero e proprio “caleidoscopio”, come lo chiama Labor, a riscoprire la propria posizione al grande tavolo degli ecosistemi. I materiali selezionati fanno parte delle collezioni geologiche del MUSE. In particolare, sono stati scelti quelli non catalogati, quelli che dal loro silenzio – come spiega Chiara Camoni – potessero essere fulcro di nuove narrazioni e di creazione di nuovi immaginari a partire da questo mondo ancora da esplorare.
Ad accompagnare il visitatore in questa riscoperta di relazione con il mondo che abita, una pluralità di voci e immagini invitano a riscrivere l’interpretazione immobile che abbiamo di questi aspetti della nostra vita. Le storie e i nuovi panorami sono protagonisti delle narrazioni che si dispiegano lungo le pareti della “piazzetta”. Quattro sono gli approfondimenti che arricchiscono il percorso e offrono ulteriori spunti di riflessione, dal legame indissolubile e ancestrale che ci lega alle rocce e ai minerali alla loro capacità di poterci dare indizi sul futuro. È un percorso espositivo che mette il visitatore davanti alla propria storia e al proprio futuro, così come allo stesso modo i fossili che abitano le stratificazioni geologiche ci raccontano di noi e del nostro impatto sul pianeta, sia esso di evoluzione o di distruzione.
Ecologie Minerali è innanzitutto un dialogo e uno spunto di riflessione che invita il visitatore ad adottare uno sguardo “decolonizzato”, privato da quel senso di superiorità che da sempre l’antropocentrismo comporta sull’ambiente circostante. Quello che sussiste tra regno minerale, vegetale e animale è un continuo scambio, un flusso eterno di interrelazioni da cui l’uomo genera, a cui è inevitabilmente destinato a tornare e di cui è giusto che si consideri parte integrante.