14 settembre 2023

Corpi mutanti e stelle che implodono, la mostra alle OGR di Torino

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Le OGR di Torino ospitano la mostra "Mutating bodies, imploding stars", a cura di Samuele Piazza, con le opere di Eglė Budvytyte, Guglielmo Castelli e Raúl de Nieves e le performance di Ramona Ponzini e Alex Baczynski-Jenkins

Eglė Budvytytė, Songs, 2020. Eglė Budvytytė in collaboration with Marija Olšauskaitė and Julija Lukas Steponaitytė Still from ‘Songs from the compost: mutating bodies, imploding stars’, 2020, 4K video, 28 min. Image courtesy of the artist

Mutanti, sotto un cielo che implode inaugura nei binari di OGR – Officine Grandi Riparazioni a Torino con la performance Oroshi – Asobi – Okuri  di Ramona Ponzini, artista sonora, curatrice e studiosa della cultura giapponese. La sua pratica artistica nasce in un territorio ibrido in cui letteratura e arte visiva diventano gli elementi di sperimentazioni musicali in bilico tra improvvisazione, noise e jazz, utilizzando effetti analogici e digitali.

Per questa occasione la performer ha creato un rito sciamanico sonoro ispirato al mito giapponese della Caverna celeste. La leggenda ha come protagonista Amaterasu, la dea del sole che, stanca di essere tormentata dal fratello Susanoh, si rifugia in una caverna facendo sprofondare il mondo nell’oscurità. Attraverso l’uso della sua voce, piccole percussioni e vinili, Ramona Ponzini esprime questo sentimento di insofferenza per recuperare e stimolare negli altri la consapevolezza necessaria per disertare un sistema contaminato.

Raúl de Nieves, I woke up from a dream that gave me wings, 2019. 
Mixed media 177.8 x 44.5 x cm. Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY, Brescia. Photo credits Melania Dalle Grave, DSL Studio

La mostra ruota attorno al concetto di trasformazione in un contesto in cui la mutazione diventa la conseguenza dell’interazione dell’uomo in un ambiente sempre più complesso. Il percorso espositivo debutta con le sculture dell’artista multidisciplinare Raúl de Nieves (Michoacán, Messico, 1983). Al centro l’opera The child (Gift) (2009-2020) una sorta di golem, composto interamente da perline e giocattoli di plastica, adagiato supino su un plinto. La figura glitterata dà l’impressione di essere in fase di trasmutazione. Altre sculture coloratissime animano lo spazio adiacente, la loro trasformazione è completa. Erte su alti tacchi con plateau, ornate da grandi piume, perle e campanelli, sono creature appartenenti alla mitologia personale dell’artista, radicate al substrato culturale d’origine, tra folklore messicano e nightlife queer newyorkese. L’immaginario creato da De Nieves trasporta il visitatore in una nuova dimensione in cui è possibile ridisegnare il proprio corpo e la propria identità, lasciandosi trasportare dal cambiamento.

Di seguito i quadri di Guglielmo Castelli (Torino, 1987) risultano come viscerali composizioni che ritraggono personaggi della letteratura o delle fiabe, dai corpi alterati in sembianze vegetali e dalle anomale strutture anatomiche. Lo spazio è immerso nella penombra illuminata dai fari sagomati diretti sulle opere, lo sguardo viene inghiottito dalle forme e dai colori intensi, quasi opprimenti, delle composizioni di Castelli. I volti raffigurati incutono una sensazione di melanconia, instabilità e turbamento, riflettendo una condizione precaria della realtà.

Guglielmo Castelli, Settle the bill with the rest of the world, 2021. 
Oil on canvas, 60×80 cm, 2022. Courtesy the Artist

Songs from the Compost: mutating bodies, imploding stars (2020)  è l’opera video di Eglė Budvytytė (Lituania, 1981), da cui è stato preso il titolo dell’intera mostra. Il filmato (28′), realizzato  in collaborazione con Marija Olšauskaitė e Julija Steponaitytė, è stato presentato per la prima volta alla Biennale Arte di Venezia 2022. La voce dell’artista, alterata dalla tecnologia, guida l’intero video attraverso la traccia musicale Song from the Compost. 

“Ciao, sono un cyborg, un simbionte, un alieno non binario dopo l’abolizione dei generi. Sono un confine tra pietra e intelligenza animale…” sono alcune delle parole recitate dalla canzone che accompagna il lento movimento di un gruppo di giovani mutanti immersi tra le dune sabbiose e le foreste incontaminate della penisola di Neringain in Lituania. I loro corpi si intrecciano come se fossero degli invertebrati, poi si immergono nell’acqua continuando a camminare senza sosta e si trasformano in licheni. Alcuni cambiano la loro postura, ritornando alla posizione quadrupede, questa volta con la testa rivolta al sole. Musica, poesia, video e performance indagano la vunerabilità di individui che hanno perso il controllo sul pianeta, ritornando in armonia con esso. 

Gli ultimi giorni della mostra si concludono con la performance Us Swerve  di Alex Baczyński-Jenkins, nella quale alcuni performer meditano sul tema del desiderio, danzando come in orbita su pattini a rotelle e, recitando un archivio queer di versi e citazioni, omaggiano scrittori come Essex Hemphill, Eileen Myles e Langston Hughes. Sarà possibile assistere alla performance venerdì 15 settembre 2023 dalle 18 alle 20, sabato 16 e domenica 17 settembre 2023 dalle 15 alle 17.

Alex Baczynski-Jenkins, Us Swerve
, 2014. Performance at Swiss Institute, New York, 2016. Courtesy: the artist. Photo: Daniel Pérez

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