Il 20 giugno 2022 NABA Nuova Accademia di Belle Arti ha presentato la mostra “(Im)possibile Ecologies” presso l’Orto Botanico di Roma Polo Museale Sapienza. Il progetto espositivo, coordinato da Vasco Forconi, è nato da un’idea di Andris Brinkmanis, Course Leader del Triennio in Pittura e Arti Visive dell’Accademia, e di Marco Scotini, NABA Visual Arts Department Head. Si tratta di una mostra collettiva degli artisti del triennio in Pittura e Arti Visive delle sedi di Milano e Roma, curata dagli studenti del biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali di Milano.
Così Maro Scotini descrive la formazione artistica in NABA: «[…] Nella nostra scuola pratichiamo ordinariamente tutto ciò che può apparire extra-disciplinare: l’economia, il genere, l’urbano, l’ecologia. In sostanza, l’arte diventa inseparabile dai processi di socializzazione del presente e dai fenomeni di ricomposizione collettiva del futuro».
La relazione tra ecologie (ambientale, sociale e psichica), pratiche artistiche e ricerche curatoriali è da diversi anni al centro dei processi didattici e pedagogici attivati nel Dipartimento di arti visive di NABA. “(Im)possibile Ecologies”: che cos’è oggi il possibile? Fare ecologia significa innanzitutto confrontarsi con questo interrogativo. L’Orto Botanico di Roma, luogo di tutela della biodiversità, si offre come uno scenario ideale in cui mettere a confronto una serie di proposte articolate sull’orizzonte del possibile (e dell’impossibile).
Una delle curatrici della mostra, Elena Marcon, racconta di questa stimolante esperienza: «È stata una prova curatoriale collettiva sviluppata attraverso un’intensa dinamica collaborativa. Ci siamo confrontati e interfacciati con diverse modalità di pensiero e abbiamo indagato il concetto di ecologia».
Per la prima volta sono state riunite le opere realizzate dagli studenti di varia nazionalità del Dipartimento di Arti Visive di NABA sia della sede di Milano che di quella di Roma. Nel percorso espositivo sono proposti una molteplicità di approcci legati al concetto dell’ecologia politica. Il nomadismo, il mito e la metamorfosi, l’ecofemminismo, le memorie coloniali e il richiamo alla decelerazione sono solamente alcune delle possibili declinazioni di un’ecologia al plurale che si manifesta sempre di più attraverso una concezione olistica dell’ambiente, in cui tutti gli elementi, le specie e le forze convivono in una reciproca interconnesione e interdipendenza. In mostra dialogano una grande varietà di opere d’arte realizzate con medium differenti: pittura, scultura, istallazioni, video e perfomance che coinvolgono in prima persona lo spettatore.
Ventotto sono gli artisti in mostra, ognuno dei quali propone una lettura differente del tema trattato che si presta alle più svariate interpretazioni. Attraverso la propria sensibilità, ciascuna personalità riesce a offrire allo spettatore un’occasione di profonda riflessione. Il panorama che si offre è quello di una grande ampiezza di proposte frutto del confronto tra le diverse culture di appartenenza degli studenti.
Volendo fare riferimento a qualche esempio in particolare, Eleonora Del Bene con la sua opera Nuovo Mondo esplora l’aspetto legato alle gioie della nascita e della nuova vita nel tentativo di umanizzare l’ecologia: «Ho pensato all’ecologia della vita stessa, a questo mondo delle piante che noi umani non vediamo e proprio perché non lo vediamo a volte neanche ci rendiamo conto dell’importanza che ha (…) E poi ecologia è intesa in senso lato. Ecologia emotiva, ecologia primitiva, ecologia della natura. È un intero sistema ecologico».
Alessandro Sorrentino indaga, invece, il concetto di organismo radicante. A proposito della sua opera Dalla mia finestra vedo le cime degli alberi ci racconta: «Sono partito da un’idea di cercare di creare una vicinanza tra l’Orto Botanico e il carcere di Regina Coeli, poco distante da qui, sulla base di una creazione di una visione impossibile, che consiste nella possibilità di vedere le cime degli alberi dell’Orto Botanico dall’interno del carcere. Si tratta di una visione impossibile perché le finestre dello stesso carcere sono a bocca di lupo, quindi completamente oscuranti. Tutta l’istallazione ambientale si basa sul concetto di organismo radicante. I detenuti sono interpretati come organismi che, in un determinato tempo, piantano le radici in un luogo esattamente come fanno gli alberi».
“(Im)possibile Ecologies”, visitabile fino al 26 giugno 2022, è il primo atto di un più ampio progetto espositivo che proseguirà il prossimo autunno con una mostra dedicata al tema della memoria e dell’archivio a Milano.
Studenti del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA, curatori della mostra: Shamooda Amrelia, Elisabetta Calligaro, Zixin Han, Harshitha Jois, Elena Marcon, Nicolò Martinelli, Rosaria Murolo, Alberto Navilli, Barbara Niniano, Martina Pumpel, Alessia Riva, Federica Rizzo, Antonela Solenicki.
Studenti del Triennio in Pittura e Arti Visive delle sedi di Milano e Roma e del Biennio Specialisto in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA di Milano, artisti in mostra: Chiara Antonelli, Roberta Argenta, Davide Barberi, Isabel Bergant, Elisabetta Bottura, Francesca Bullo, Alessandro Cavallini, Elisa Ceneri, Barbara De Veteris, Eleonora Del Bene, Michela Fabriani, Diego Giannettoni, Romina Guerrero, Camilla Gurgone, Munisa Kholkhujaeva, Kenny Alexander Laurence, Miranda Lopez Ortega, Giorgio Mattia, Rebecca Momoli, Katia Mosconi, Giuliana Paolino, Tatiana Russi Soto, Lorenzo Silvestri, Alessandro Sorrentino, Shaha Tanvi, Mateusz Dalla Torre, Iris Volpato e Shaoqi Yin.
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